venerdì 7 dicembre 2012

La Commissione accoglie il ricorso, Equitalia è tenuta a rendere noti gli atti richiesti

L'avvocato Saieva
Si apre uno spiraglio di luce per i contribuenti intenzionati ad impugnare le cartelle esattoriali di Equitalia perché ritenute non a norma. La Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con seduta del 13 novembre 2012, ha infatti accolto il ricorso presentato dall’avvocato Saieva contro il diniego di Equitalia a rendere pubblici una serie di documenti. Nel dettaglio la Commissione ritiene che l’ente Equitalia sia tenuto a rendere noti: gli atti dei messi notificatori, il nominativo degli stessi e gli atti attestanti il loro rapporto di servizio così come richiesto dal legale. «Insomma - spiega l’avvocato Saieva - quanto basta per fare luce su tanti punti tenuti, ad oggi, convenientemente nascosti! Si tratta di una grande vittoria per i cittadini, una vittoria che fa seguito alle battaglie sociali promosse dai Cra (Comitati Riuniti Agricoli) e dal movimento civico nazionale Dignità sociale che, per primi, si sono fatti portavoce delle gravissime violazioni di legge inerenti i difetti di notifica delle cartelle esattoriali denunciando i fatti presso tutte le Procure della Repubblica, la Corte dei Conti, la Guardia di Finanza e le altre Autorità interessate per competenza a questa materia. Alla luce di questa decisione si apre dunque adesso la possibilità di impugnare tutte le cartelle esattoriali eventualmente viziate da difetto di notifica e ciò ai fini dell’affermazione della sopravvenuta prescrizione di tutti quei tributi/contributi anteriori all’anno 2008». «Chiaro è che l’Ente - ha proseguito l’avvocato Saieva - laddove ci si trovi dinanzi a iscrizioni ipotecarie e pignoramenti non sorretti da alcun titolo, sarà chiamato a rispondere di tutti i danni ingiustamente arrecati ai contribuenti». Di questo si parlerà durante la manifestazione cittadina del prossimo 17 dicembre che vedrà la partecipazione di diversi cortei composti da studenti, da lavoratori di ogni categoria e da quanti un posto di lavoro non lo hanno più. «Cittadini - conclude Saieva - mossi da una comune sofferenza verso uno Stato sordo ai bisogni sociali ma sempre pronto a vessazioni tributarie e a tagli di ogni genere tanto nell’istruzione quanto nella sanità». 
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

martedì 27 novembre 2012

Attività giudiziaria del tecnico ausiliario del Giudice, il seminario

Fabrizio Ferracci, presidente Ordine ingegneri
È iniziato questo pomeriggio il quarto Seminario: «L'attività giudiziaria del tecnico ausiliario del Giudice», organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Latina. Il corso, articolato in tre giornate, si è aperto con i saluti del presidente dell’Ordine Fabrizio Ferracci e dell’ex presidente del Tribunale di Latina Guido Cerasoli, seguiti dagli interventi del suo successore Giuseppe D’Auria e di Nicola Pannullo, presidente della sezione civile del Tribunale di Latina. Il seminario ha l’obiettivo di formare e aggiornare i professionisti che affrontano il ruolo del consulente tecnico d’ufficio (CTU), nella sua funzione di ausiliario del giudice. Una figura professionale importante, che lavora in un rapporto strettamente fiduciario con il magistrato rispondendo in maniera puntuale e precisa ai quesiti formulati nell'udienza di conferimento dell'incarico e raccogliendo i risultati nell'elaborato peritale che prende il nome di Consulenza Tecnica d'Ufficio. «Le varie possibili attività tecniche – spiega il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Latina Fabrizio Ferracci - connesse con le procedure giudiziarie civili e penali, impongono un’adeguata formazione sulle norme che regolano tali prestazioni professionali e sulle modalità operative che possono consentire migliori risultati. Inoltre, la riforma delle professioni introduce l’obbligatorietà dell’aggiornamento, e l’Ordine di Latina offre con puntualità e costanza il servizio di formazione globale a tutti i propri iscritti». «Questo seminario – aggiunge l’ingegner Giuseppe Ferrari, tra i promotori dell’iniziativa - vuole rappresentare il necessario momento di attenzione per i colleghi che si accingono ad operare nell’ambito delle consulenze giudiziali. La grande affluenza, oltre un centinaio di iscritti, testimonia l’interesse della categoria verso questo compito delicato e di responsabilità, per il quale l’ingegnere mette a disposizione del giudice le sue competenze e la sua professionalità. Il nostro Ordine ad aver un datebase informatico al quale può ricorrere il giudice per la scelta del consulente più adatto». «Il ruolo del consulente tecnico – sottolinea il presidente facente funzione del Tribunale di Latina Giuseppe D’Auria – è ormai fondamentale all’interno dei processi civili e penali. Sono infatti aumentate le normative in materia di sicurezza e prevenzione che richiedono capacità tecniche sempre maggiori. Il giudice non può che ricorrere ad un esperto. Tuttavia non basta essere ingegneri per essere ammessi all’albo dei CTU del Tribunale, occorre possedere precise competenze e specializzazioni». Dopo questa prima giornata che ha introdotto la figura del consulente e gli aspetti tecnici della perizia, il programma proseguirà il 29 novembre con un incontro sul tema della perizia civile e della perizia estimativa, con la partecipazione della dottoressa Rosaria Giordano, magistrato della sezione civile del Tribunale del capoluogo e dell’ingegnere Giuseppe Ferrari. L’incontro conclusivo del 6 dicembre affronterà invece il ruolo del CTU nell’ambito del processo penale; interverranno il Procuratore della Repubblica di Latina Andrea De Gasperis, Lucia Aielli, magistrato della sezione penale del Tribunale e Giuseppe Miliano, sostituto procuratore della Repubblica. «Sento l’obbligo – conclude il presidente Ferracci – di ringraziare i giudici che hanno risposto con grande disponibilità al nostro invito, mettendo le loro competenze al servizio degli ingegneri e quindi della collettività pontina».

lunedì 26 novembre 2012

Ex Tacconi, accordo innovativo sui contratti a tempo indeterminato

L'interno della Tacconi (Foto: Ginnetti)
In provincia di Latina è stato firmato il primo accordo del settore tessile in applicazione della recente legge 134 del 2012 (Decreto Sviluppo) in materia di rinnovo dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. L’intesa che riguarda Comp Tech. Europe srl di Latina (ex Tacconi Sud), Femca Cisl Latina e Rsa di stabilimento va a ridurre gli intervalli di attesa tra un contratto di lavoro e l’altro. «L’accordo - sottolinea Roberto Cecere, segretario generale della Femca Cisl - va infatti incontro alle esigenze della Comp Tech. Europe che opera in un settore che utilizza personale qualificato legato però a commesse imprevedibili. Tra l’altro dobbiamo considerare che nello stabilimento di Borgo Grappa la società, allo stato attuale, si avvale di personale assunto con contratti a termine così come previsto dall’accordo sulla ex Taccconi Sud. Quindi considerata l’attuale situazione di mercato e l’estrema variabilità della domanda, abbiamo convenuto, con decorrenza immediata, sulla necessità di ridurre gli intervalli di tempo nella successione dei contratti a termine a 20 giorni (per contratti inferiori a 6 mesi) e a 30 giorni (per contratti superiori a 6 mesi). E’ stato così possibile fornire un sostegno economico alle famiglie dei lavoratori coinvolti ed evitare al contempo una dannosa perdita di competenze professionali all’azienda». Il Decreto Sviluppo è arrivato a supporto della legge Fornero che, in merito alla successione dei contratti a termine, avevano introdotto intervalli di tempo più lunghi nella stipula di contratti successivi pari a 60 o 90 giorni con l’intenzione di scoraggiare abusi. L’applicazione pratica di questa disposizione ha però trovato non pochi ostacoli di fronte alla realtà del mercato. La domanda è infatti divenuta estremamente variabile ed imprevedibile, tanto da non consentire una stabile pianificazione della produzione e dell’impiego di personale a lungo termine.

sabato 24 novembre 2012

Boiron, il colosso dell'omeopatia chiude il sito di Ardea

Il colosso mondiale dell’omeopatia Boiron Italia è pronto a chiudere l’ultimo dei suoi stabilimenti produttivi, ad Ardea vicino Roma. La decisione è arriva dopo un lungo percorso fatto di tagli, ridimensionamenti e accorpamenti. Alla chiusura, nel 2007, di tutte le succursali del Gruppo, un anno fa, ha fatto seguito lo spostamento del servizio clienti che da Ardea è stato accentrato nella sede centrale di Segrate. Una operazione che ha costretto la maggior parte dei dipendenti a rifiutare il trasferimento con il conseguente licenziamento. Sei mesi fa è stato poi chiuso il sito di San Giorgio di Piano, vicino Bologna. La stessa sorte è poi accaduta allo stabilimento di Pioltello, vicino Milano, che ha visto una parte del personale ricollocata a Segrate e l’altra ridotta alla mobilità. In ultimo, lo scorso 12 ottobre, è finito nel mirino dei piani di riorganizzazione aziendale lo stabilimento di Ardea. L’azienda ha infatti aperto una procedura di mobilità per 49 lavoratori assegnati all’unità produttiva con la conseguenza della completa chiusura della filiale Boiron Italia, sia come unità produttiva che a livello distributivo. L’azienda ha giustificato la mobilità con la crisi economica anche se, fino a questa estate, non era emerso alcun sentore preoccupante per la continuità produttiva del sito di Ardea. Boiron opera in Italia dal 1979 e il sito di Ardea ha infatti rappresentato finora una delle realtà più importanti con il 70% del fatturato aziendale. Nel mese di luglio scorso, inoltre, i dipendenti hanno ricevuto consistenti premi di partecipazione. Complessivamente, dal 2007 ad oggi, Boiron ha tagliato circa 150 posti di lavoro in tutta Italia. L'ultimo vertice tra i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali si è concluso con un nulla di fatto. Il prossimo confronto è stato fossato per il 6 dicembre.
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

venerdì 23 novembre 2012

OI manufacturing, proclamo lo sciopero nazionale

I lavoratori della OI di Aprilia
Nei giorni si è riunito il Coordinamento nazionale unitario della OI manufacturing, multinazionale americana del vetro cavo avente 11 siti produttivi in Italia tra cui uno a Campo di Carne, nel comune di Aprilia (Latina). All’ordine del giorno, oltre all’informativa rispetto all’andamento del mercato specifico e alla strategia intrapresa dal Gruppo sulla gestione dei singoli siti produttivi in Italia ed in Europa, la recente decisione presa unilateralmente dall’azienda di fermare definitivamente il Forno fusorio 2 dello stabilimento di Aprilia assieme alle due linee da esso alimentate con la conseguente apertura di una procedura di mobilità per 35 unità (rispetto alle circa 230 complessive). La scelta dell’azienda è motivata quasi esclusivamente dai costi fissi elevati (soprattutto energetici e del personale) e da una sovraccapacità produttiva in Europa pari ad oltre 650.000 Tons. «Se sarà esclusivamente il mercato a determinare la prosecuzione delle attività nel sito di Campo di Carne - ha commentato il segretario provinciale della Filctem-Cgil di Latina Walter Cassoni - siamo a manifestare tutto il nostro scetticismo e la nostra ferma contrarietà. La logica del mero profitto che subordina il lavoro alla redditività fine a se stessa attraverso una politica dei prezzi in costante ascesa, da sempre è estranea a percorsi sociali alternativi ai licenziamenti». «Non è nostra intenzione assecondare percorsi di mobilità in assenza di reali alternative di lavoro. Piuttosto - continua Cassoni - chiediamo investimenti per poter contestualmente diversificare le produzioni ed abbattere quei costi fissi che, diversamente, aumenterebbero inesorabilmente con linee e i forni spenti». «Ci auguriamo che ci sia una alta adesione allo sciopero in programma per il 6 dicembre - conclude il sindacalista - che, oltre a dare un segnale inequivocabile all’azienda, rappresenterà solo una tappa di un percorso più vasto che va verso una risoluzione complessiva e dignitosa per tutti i lavoratori».

mercoledì 21 novembre 2012

Gruppo Idi, i lavoratori occupano la chiesa del San Carlo

«Le lavoratrici e i lavoratori dell’ospedale San Carlo di Nancy, da ieri sera, hanno occupato la chiesa della struttura sanitaria di via Aurelia in segno di protesta per il mancato pagamento delle ultime 4 mensilità e di supporto ai colleghi che da cinque giorni sono sul tetto dell’Idi in via Monti di Creta». Lo comunicano in una nota il coordinatore dell’Ugl Sanità Privata Roma, Valerio Franceschini, e il coordinatore dell’Ugl Sanità Roma Nord, Antonino Gentile, spiegando che «le istituzioni e la proprietà non fanno altro che scaricarsi le responsabilità a vicenda e intanto non arriva alcuna risposta ai 1800 lavoratori che non sanno più a chi rivolgere le loro suppliche, se non appunto al Signore, con l’occupazione simbolica di un luogo di preghiera, senza però intralciare le attività di culto né la fruizione delle stesse da parte dei fedeli». «Tutte le manifestazioni di protesta che da giorni stanno animando i presidi sanitari dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (Idi), di Villa Paola e dell’Ospedale San Carlo di Nancy - concludono i sindacalisti - non si fermeranno fino a quando non sarà fatta luce sul futuro che attende i lavoratori e finché le istituzioni non apriranno un tavolo di confronto che permetta di affrontare e risolvere in modo definitivo le delicate problematiche economiche e finanziarie del Gruppo».

martedì 20 novembre 2012

Scuola e occupazione, le ragioni degli studenti

Gli studenti durante la protesta (Foto: Ginnetti)
Prosegue la mobilitazione degli studenti pontini almeno fino al prossimo 24 novembre, giorno in cui è in programma la grande manifestazione nazionale del personale scolastico indetta da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams e Snals. «Siamo qui, giorno e notte, da giovedì scorso - spiegano gli oltre 1.000 studenti del Marconi di Latina riuniti in assemblea - Non abbiamo interrotto la protesta neanche durante il weekend perché crediamo nel nostro futuro e, se si continuerà a tagliare in questo modo, la scuola pubblica rischia di sparire. Non vogliamo una scuola privata accessibile solo a studenti con alle spalle famiglie in grado di pagare rette salate, in questo istituto sono moltissimi gli studenti che non potrebbero permetterselo». «Non siamo contro la scuola ma per la scuola - hanno aggiunto gli studenti del Marconi - Siamo stufi di essere considerati, nell’immaginario dei paesi esteri, come degli ignoranti e crediamo sia arrivato il momento di reagire. Solo in questo modo l’istruzione pubblica potrà resistere e a tutti sarà data l’opportunità di avere una cultura di base da arricchire e migliorare negli anni futuri. Il nostro scopo non è quello di perdere le ore di scuola. In questi giorni, infatti, in collaborazione con i docenti si è deciso di organizzare delle attività di recupero. Vogliamo impedire che ci rubino il futuro». L’ondata di protesta, partita una settimana fa, nel giro di pochissime ore si è diffusa così velocemente da interessare praticamente tutti gli istituti superiori del capoluogo pontino (Grassi, Majorana, Alighieri, Marconi, Veneto, Salvemini, Mattei, Einaudi, Manzoni e San Benedetto). Dopo la grande manifestazione di sabato scorso a Latina alcune scuole hanno interrotto l’occupazione mentre altre hanno deciso di andare avanti. Intanto questa mattina l’occupazione vera e propria del liceo Classico Dante Alighieri di Latina è stata sciolta: dalle 9 alle 11 si è svolta un’assemblea degli studenti nella quale si è fatto il punto della situazione riguardo agli ultimi giorni con un confronto trasversale sulle esperienze dell’occupazione. «Il nostro obiettivo - spiegano gli studenti del liceo Classico - è quello di creare dal basso il modello di scuola ideale che rivendichiamo, attraverso una partecipazione diretta degli studenti, che richiede un impegno indubbiamente maggiore rispetto alla classica lezione frontale da parte di alunni e docenti, ma che dà una formazione qualitativamente migliore. Sciolta l’assemblea, ha fatto seguito un flash mob». «Dato il grande successo riscosso dalla nostra web radio http://peto007.caster.fm - hanno concluso gli studenti del Classico - si è deciso di portare avanti il progetto anche oltre l’occupazione. La perfetta riuscita della nostra occupazione non sta solo nella forza delle nostre idee, ma soprattutto nella grande comunità umana che siamo riusciti a creare».

Cassa integrazione a Latina, ad ottobre coinvolti cinquemila lavoratori

Crescono in modo vertiginoso le ore complessive di cassa integrazione richieste dalle aziende pontine nel mese di ottobre. «I dati elaborati dalla Uil - spiega infatti Luigi Garullo, segretario generale Uil Latina - evidenziano purtroppo un deciso peggioramento della situazione, con una forte accelerazione dell’utilizzo delle ore di cassa integrazione. Per il mese di ottobre 2012 infatti, registriamo un totale di 849.223 ore di cassa integrazione guadagni complessivamente utilizzate, con un aumento del 75,3% rispetto alle 484.457 ore di cassa integrazione utilizzate nel precedente mese di settembre, assegnando a Latina la maglia nera del Lazio con il peggior dato percentuale». «Siamo chiaramente in una situazione molto difficile - ha commentato ancora Garullo - anche perché se paragoniamo i dati dell’intero periodo gennaio-ottobre 2011, con lo stesso periodo 2012, ci accorgiamo che l’aumento della cassa integrazione, misurata sul lungo periodo, è del +18%». Nello specifico le ore di cassa integrazione ordinaria diminuiscono del 43% mentre assistiamo ad un boom di utilizzo delle ore di cassa integrazione straordinaria con un +260,7%. Stesso andamento per la cassa in deroga che aumenta del 241,4%. I dati indicano come, a soffrire maggiormente, siano proprio i comparti industriali. «Il numero di lavoratori posti in cassa integrazione a ottobre - aggiunge ancora Garullo - rompe la soglia delle 5.000 unità, contro le circa 2.900 di settembre, con un aumento di oltre 2.100 unità. Ad aumentare le preoccupazioni per la difficile fase economica, è il vuoto di Governo che si è determinato nella regione Lazio e l’attenzione della politica in generale oramai concentrata su una campagna elettorale che si protrarrà fino ad aprile del prossimo anno non lasciando spazi per confronti sui problemi dell’occupazione e del lavoro».

lunedì 19 novembre 2012

Conad stabilizza cento lavoratori: l'accordo con Cgil, Cisl e Uil

Le società Maros e Madimar, titolari dei supermercati a marchio Conad di Latina (via Ezio, via Don Torello, Latina Scalo, Centro le Torri) e di Fondi hanno stretto un accordo con le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil per la stabilizzazione di circa 100 unità. Nel dettaglio, tenendo conto dell’intesa dell’ottobre 2011 conseguente alla cessazione di attività della Midal, le società si sono impegnate a trasformare a tempo indeterminato i contratti dei lavoratori assunti nei vari punti vendita a marchio Conad. Maros srl e Madimar srl intendono inoltre assumere direttamente tutti i lavoratori attualmente impiegati con contratto di lavoro somministrato, circa 80 unità derivanti in parte dall’ex bacino Midal e in parte nuovi arrivi. Sono poi passate a tempo indeterminato anche 7 lavoratrici della Good Company, l’azienda che ha in appalto il reparto ortofrutta presso i quattro punti vendita di Latina a marchio Sigma Prime. Infine la società Bella Carni srl ha comunicato la stabilizzazione di circa 10 unità impiegate nei corner della macelleria dei supermercati a marchio Sigma Prime. «Ci riteniamo soddisfatti dell’accordo - spiegano Anselmo Briganti, Davide Favero e Gianfranco Cartisano - in quanto trasmette senso di responsabilità da parte delle società e offre la possibilità di guardare al futuro dei lavoratori con ottimismo». «Auspichiamo - concludono i sindacati - di poter ottenere, a breve, risultati simili anche per i dipendenti degli atri punti vendita dell’ex Gruppo Midal che, ad oggi, sono di nuovo sull’orlo di un baratro con il timore incessante che qualcuno possa dare loro una piccola spinta».

Invalidità civile, oltre 284 giorni di attesa. La protesta del presidente Inps di Latina

Continua la protesta del presidente del Comitato provinciale Inps Latina Bernardo Velletri intenzionato a sensibilizzare il Sindaco Giovanni Di Giorgi e l’opinione pubblica sul delicato problema delle pensioni di invalidità civile. «E’ da oltre un mese che attendiamo una risposta dal primo cittadino - ha spiegato Bernardo Velletri - Era quasi fatta: la convenzione che preveda una velocizzazione nello smaltimento delle pratiche con il passaggio dell’intera procedura all’Inps doveva solo essere firmata dalla Regione. Poi però è arrivato lo stop da parte dei medici contrari in seguito ai tagli per 20.000 euro». Come infatti si ricorderà, attualmente, per poter ottenere l’invalidità civile è necessario passare prima attraverso la Asl e dopo per l’Inps. In base ai dati diffusi dall’Inps di Latina ogni anno sono circa 20mila le domande di invalidità civile inoltrate alla Asl che svolge le visite in tempi estremamente lunghi anche perché costretta a lavorare con il vecchio metodo cartaceo in quanto priva di strumenti informatici. A oggi ci vogliono in media 93 giorni per la sola fase Asl e un tempo medio di liquidazione di 284 giorni per l’invalidità, 324 per la cecità e 378 per la sordità. Mentre, al contrario, la legge impone 120 giorni per la chiusura della pratica. «Questi dati dimostrano come il rapporto duale Asl-Inps non funzioni - commenta Velletri - Invito pertanto la direzione regionale ad intervenire, anche con la costituzione di una apposita task force al fine di rendere operativa la convenzione il prima possibile». Nella giornata di oggi è stato fissato un incontro tra Bernardo Velletri e il sindaco Giovanni Di Giorgi. «Chiederemo la convocazione della conferenza dei sindaci - conclude Velletri - per far accettare la convenzione». Tra le altre problematiche portate avanti dal presidente del Comitato provinciale Inps anche l’eventuale apertura di una sede ad Aprilia per decongestionare il lavoro nel capoluogo e la funzionalità del Santa Maria Goretti con particolare riferimento al pronto soccorso.

venerdì 16 novembre 2012

Tagli all'Inail, Anmil esprime sostegno ai lavoratori

L’Anmil, Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro che solo nella provincia di Latina annovera circa 3000 iscritti, vuole esprimere la propria disapprovazione contro le scelte del Governo che continuano a tagliare personale Inail e Inps. «La riconferma della spending review prevede per l’Inail e l’Inps un taglio di 5.500 posti di lavoro nei rispettivi organici, tagli ulteriori rispetto alle riduzioni di personale già operate solo pochi giorni fa. Tutto ciò non potrà non ripercuotersi negativamente sulla gestione e sul funzionamento dell’intera struttura- sottolinea il presidente provinciale dell’Anmil di Latina Elio Compagnucci - mentre, all’interno dell’Inail, si continua a parlare di miglioramento dei servizi, di ampliamento delle tutele, di grandi progetti di sviluppo sul ruolo dell’Istituto nel campo della protezione globale del lavoratore e dell’infortunato. Ci lascia dunque stupiti e molto preoccupati la consapevolezza che, di fatto, le risorse per la realizzazione concreta di questi obiettivi non ci sono o vengono sistematicamente sottratte al loro scopo istituzionale». «Ne è esempio da ultimo la bozza del nuovo Modello Sanitario dell’Istituto che vede l’Inail gestore di un ambizioso ed articolato sistema di assistenza del lavoratore infortunato e a questo punto - commenta Compagnucci - ci si chiede come possa essere messo in opera dal momento che il settore dell’assistenza sanitaria e riabilitativa è tra quelli di cui è stato più volte lamentato e dimostrato quanto ne risulti compromessa l’efficienza per la carenza di organico e di personale specializzato, ovvero quello che verrebbe ulteriormente a mancare per i tagli previsti». L’Anmil esprime quindi piena solidarietà al personale dell’Inail, non solo per le prospettive future di sviluppo ma anche per la qualità dei servizi attualmente offerti agli invalidi del lavoro e alle vittime di malattie professionali.

Scuola, docenti in mobilitazione

Studenti in classe (Foto: Ginnetti)
Mondo della scuola in «ebollizione» dopo i provvedimenti legislativi che il Governo si sta apprestando a varare. A scaldare docenti e personale scolastico le recenti proposte presenti nella legge di Stabilità tra cui l’aumento dell’orario di lezione da 18 a 24 ore (in tal senso si è fatto un passo indietro, ndr), l’intenzione di prolungare oltre il 2014 e in prospettiva fino a tutto il 2017 il blocco della carriera e degli stipendi, la mancata conciliazione sulle progressioni di anzianità. Queste e molte altre questioni sono state affrontate martedì scorso nell’ambito dell’assemblea sindacale indetta unitariamente dalle organizzazioni Gilda Unams, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals che si sono spartite il territorio pontino dividendolo in 9 distretti (Latina presso Marconi capofila Gilda Unams, Priverno presso San Tommaso D’Aquino capofila Gilda Unams, Aprilia presso Roselli capofila Uil, Sezze presso II Pacifici e de Magistri dove si sono registrati dei problemi capofila Uil, Terracina presso Bianchini capofila Cisl, Formia presso Celletti capofila Cisl, Minturno presso Alberti capofila Flc Cgil, Fondi presso l’istituto de Libero capofila Flc Cgil e Cisterna presso l’istituto Volpi capofila Snals). «E’ stata partecipatissima, con oltre cinquecento presenze, l’assemblea unitaria coordinata dalla Gilda per il distretto 46 di Latina, Sermoneta e Pontinia - ha spiegato Patrizia Giovannini, coordinatore Gilda - e buona quella relativa al distretto di Priverno-Sonnino. Dall’importante appuntamento sono scaturite diverse proposte e due documenti unitari di mobilitazione che culmineranno nella protesta conclusiva in programma per il 24 novembre a Roma». «Siamo determinati ad intervenire contro provvedimenti che potrebbero incidere negativamente sulla scuola pubblica, mortificando i diritti costituzionali di tutti i cittadini - spiegano docenti e Ata (personale amministrativo e tecnico) del Distretto 46 Latina - Con la proposta della riduzione dell’orario di lavoro viene diffuso il messaggio degli insegnanti che lavorano poco. Vogliamo al contrario ribadire che ciò non è veritiero in quanto l’orario di lavoro è ben superiore a quello di lezione frontale, il nostro lavoro è inoltre spesso svolto in condizioni inique e in strutture fatiscenti. Al contrario i docenti all’estero hanno mense interne, luoghi e strumenti di lavoro puliti, dignitosi, efficienti e funzionali con una retribuzione adeguata». «Contestiamo poi fortemente la disposizione che obbligherebbe i docenti inidonei, colpevoli di essersi ammalati, a transitare nei ruoli del personale Ata - proseguono i docenti - mortificando sia la professionalità docente che quella di amministrativi e tecnici. Un’offesa intollerabile!».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

giovedì 15 novembre 2012

Italcraft, dopo l'intesa si attende la sentenza del Tar

Importanti e decisivi risultati di mediazione sono stati raggiunti nell'ambito del tavolo tecnico promosso dal Sindaco Cosmo Mitrano sulla questione Italcraft, svoltosi lo scorso 9 novembre nell’aula Consiliare. Presenti tutti gli attori coinvolti e gli enti istituzionali interessati alla soluzione positiva della grave crisi occupazionale dello storico stabilimento di Gaeta: Provincia di Latina, Comune di Gaeta, Consorzio Industriale Sud Pontino, Camera di Commercio, Federlazio, Autorità Portuale, sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. In aula presenti anche i lavoratori e la nuova proprietà aziendale. Le varie parti dopo aver esposto le proprie posizioni hanno avviato un dibattito al fine di giungere ad una composizione delle diverse istanze. Primi a prendere la parola i rappresentanti sindacali che hanno ribadito la volontà unitaria dei dipendenti ad ottenere il reintegro di tutti i lavoratori. La Federlazio ha confermato la volontà dell’azienda di riassorbire tutti i lavoratori, bloccando per due anni la procedura di mobilità, e a completare tutti gli adempimenti richiesti determinanti ai fini dell’omologa del concordato preventivo, ponendo quale condizione necessaria, però, la certezza dell’utilizzazione del sito sul quale pende la decadenza della concessione. Il 22 novembre prossimo sarà dunque il Tar del Lazio ad esprimersi in merito. Dal canto loro gli enti hanno manifestato ampia solidarietà ai lavoratori e disponibilità ad affrontare tutte le problematiche al fine di salvaguardare la produttività del sito, richiedendo all’azienda il completamento dell’adempimento degli atti richiesti, un valido Piano Industriale, e soprattutto la garanzia della continuità aziendale e produttiva del sito industriale. Il punto di arrivo conclusivo sarà la firma di un nuovo Protocollo d’Intesa volto a dare certezze ai lavoratori e all’azienda. A ciò si arriverà attraverso alcuni passaggi preliminari fondamentali: un accordo quadro tra maestranze sindacali e proprietà aziendale per il riassorbimento dei lavoratori e intese bilaterali tra azienda, Consorzio industriale Sud Pontino, e Autorità Portuale.

mercoledì 14 novembre 2012

Tribunale di Latina, dipendenti in stato di agitazione

Stato d’agitazione con effetto immediato per i lavoratori del tribunale di Latina e astensione dagli straordinari dal prossimo 26 novembre e fino al 22 dicembre. Ad annunciare la protesta il segretario generale Cgil Fp Latina Giulio Morgia che avvisa anche di una prima giornata di sciopero in programma per il mese di dicembre e della richiesta di tentativo di conciliazione appena inviata al Prefetto. La decisione arriva in seguito ai continui tagli alla Pubblica amministrazione che non hanno risparmiato gli uffici giudiziari a cui si aggiunge la carenza di personale che ormai ha raggiunto livelli insostenibili per la garanzia dei servizi civili e penali e il blocco da anni delle assunzioni. «I contratti del personale precario che garantiva un minimo di funzionalità non sono stati rinnovati - ha spiegato Fp Cgil Latina - Nonostante le continue cure dimagranti del Governo, fino ad oggi, il personale amministrativo è comunque riuscito con grande senso di responsabilità a garantire il proprio impegno tanto che, su scala nazionale, il tribunale pontino risulta l’ottavo presidio giudiziario in materia di smaltimento di processi arretrati». Tra le altre motivazioni che hanno portato allo stato di agitazione anche la decisione unilaterale del Tribunale di Latina che ha preteso di coprire le udienze penali gravando ancora di più sul personale attuale. Una scelta, quest’ultima, che manda allo sbaraglio lavoratori senza un adeguato affiancamento costretti ad interessarsi di udienze penali. Il tutto esponendo a gravi rischi la regolarità e la celerità della celebrazione delle stesse udienze. «Eventuali disservizi in tal senso - prosegue il segretario Giulio Morgia - non possono in alcun modo essere addebitati al personale dipendente ma devono gravare esclusivamente sulla Dirigenza che rifiuta ogni forma di dialogo con il sindacato. Il tribunale di Latina, oltre al settore penale, deve garantire la funzionalità della giustizia civile come contenziosi ed esecuzioni». Il sindacato ricorda inoltre come i cancellieri che vanno in udienza siano costretti, contro la propria volontà, a prolungare l’orario di lavoro senza per questo essere retribuiti. «Non è ammissibile - conclude infatti Fp Cgil - che i lavoratori siano privati di un orario di lavoro certo e, per di più, senza alcun preavviso».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

martedì 13 novembre 2012

Progetto fusione Selex, primo incontro con le parti sociali

Lo scorso 8 Novembre presso la Uir di Roma si è svolto il primo incontro sul caso Selex, dopo l'apertura della procedura sindacale ex articolo 47. Tra i presenti i vertici della nuova Selex Es, le tre Selex oggetto della prossima fusione (Selex Elsag, Selex Galileo e Sistemi integrati) e le organizzazioni sindacali Ugl, Cisl, Cgil e Uil. Il nuovo grande soggetto economico include 17.500 persone in tutto il mondo (12.500 in italia) e 55 siti che confluiranno nella nuova Selex Es con procedura articolo 2112 codice civile e quindi con il mantenimento dei precedenti parametri economici, contrattuali e normativi. E’ stata l'occasione per verificare cosa i Gruppi industriali intendono fare rispetto al processo di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale anche se, ad oggi, il piano industriale non è ancora stato presentato. E' da notare il nuovo e importante ruolo affidato all'ingegnere Vitale, ex direttore di produzione dello stabilimento di Cisterna, che è diventato responsabile esecutivo nella Selex Es dell'intera parte produzione&supply chain. Il dottor Riccardo Meloni, proveniente da Selex Galileo, è invece stato nominato a responsabile generale delle risorse umane. Nel frattempo restano in essere i precedenti accordi su mobilità volontaria e cassa integrazione straordinaria in scadenza nel 2013. «Auspichiamo che la fusione ormai avviata e effettiva dal primo gennaio 2013 - ha commentato il segretario Ugl Maria Antonietta Vicaro - dia al sito di Cisterna ulteriori possibilità di lavoro in materia di ordinativi, in un mercato interno da tempo in regime di tagli ma con prospettive di crescita verso i mercati esteri. Il programma di fusione delle tre selex nella Selex Es prevede una ottimizzazione delle competenze su ambiti diversi ma che devono necessariamente viaggiare in sinergia nel settore della sicurezza, automazione, comunicazioni, tecnologie informatiche e tecnologiche sia in ambito civile che militare. Saremo attenti affinché il processo porti benefici piuttosto che ai soliti tagli occupazionali».

Scuola, il 24 novembre lo sciopero nazionale

Studenti sui banchi (Foto: Ginnetti)
Si prevede un autunno davvero caldo per il comparto scuola. Tra gli appuntamenti più sentiti vi è sicuramente lo sciopero nazionale in programma per il prossimo 24 novembre a Roma, al quale prenderanno parte Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal, Gilda Fgu. «La cancellazione delle norme che modificavano gli orari dei docenti è un fatto positivo - spiega infatti il segretario generale Cisl scuola Francesco Scrima - ma non sufficiente a far rientrare la mobilitazione, che resta confermata, con tutte le iniziative che precederanno e prepareranno la giornata di sciopero del 24. Le modifiche alla legge di stabilità non sono l'unico nostro obiettivo. Va infatti ricordato che lo sciopero nasce dalla rottura del confronto sul recupero degli scatti di anzianità, le norme sull'orario dei docenti sono giunte in seguito ad aggravare una situazione già fortemente critica». La grande manifestazione, alla quale hanno già dato la propria adesione molti addetti del settore della provincia di Latina, sarà preceduta da un nutrito gruppo di iniziative tra cui: la sospensione delle attività non obbligatorie svolte nelle scuole dal personale docente e ata; le assemblee in orario di servizio; presidi presso le sedi politiche e parlamentari e sospensione delle relazioni sindacali col Ministero dell’Istruzione. Tali decisioni sono state stabilite nei giorni scorsi dai segretari generali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu dopo l’assenza di un accordo sul mancato pagamento degli scatti di anzianità. «La sospensione delle relazioni sindacali col Ministero, che per l’inaffidabilità della controparte rischiano spesso di rivelarsi inconcludenti - spiegano i sindacati in una nota - è stata decisa per rimarcare in modo forte la denuncia delle pesanti invasioni di campo su materie contrattuali e la perdurante latitanza del Governo, che ha fin qui impedito l’avvio della trattativa all’Aran per il recupero delle progressioni economiche».

lunedì 12 novembre 2012

Ecosistema scuola, una scuola su tre ha bisogno di manutenzione

Alunni sui banchi (Foto: Ginnetti)
Una scuola su tre (28%) necessita di interventi di manutenzione urgenti, mentre il 50,4% ne ha avuti negli ultimi 5 anni, con una spesa media di circa 13.400 euro per gli interventi di manutenzione straordinaria e di circa 4.100 euro per quelli di manutenzione ordinaria. Nessun edificio scolastico è stato costruito secondo criteri di bioedilizia xxx. Sono questi, in sintesi i risultati della XIII edizione di Ecosistema scuola di Legambiente, l'indagine sulla qualità dell'edilizia scolastica, riferita nel Lazio ai soli capoluoghi di Frosinone, Latina e Viterbo, visto che Roma ha fornito dati talmente incompleti da non entrare in classifica (meno del 50%) e Rieti non ha risposto affatto. Tutti i capoluoghi perdono ancora posizioni quest'anno nella speciale classifica: Frosinone si piazza al 25° posto (dal 16°) , Latina scende di due posti attestandosi al 44°, mentre Viterbo si colloca quest'anno al 72° posto della graduatoria (dal 54°). Nei tre capoluoghi si rileva una popolazione di 256.812 studenti suddivisi in 1.313 edifici, di cui solo l'1,14% è stato realizzato tra il 1991 e il 2011, mentre la stragrande maggioranza (48%) è comunque mediamente giovane avendo visto la luce tra il 1975 e il 1990 ma un buon 39% risale addirittura al periodo tra il 1941 e il 1974. Ben il 99,54% degli edifici sono posti in strutture nate per ospitare scuola, su nessun edificio è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. Buoni i dati sulle certificazioni degli edifici scolastici : il 100% possiede quello di collaudo statico, l’80,80% quello di agibilità, il 100% l’igienico-sanitario, il 60,80% di prevenzione incendi, il 96% impianti elettrici a norma. Nei tre capoluoghi poco più della metà degli edifici scolastici (53%) ha una palestra, mentre un terzo (30%) hanno un giardino. E' poca l'attenzione e sensibilità, invece, rispetto alla sicurezza e accessibilità delle aree antistanti le scuole: solo il 40,80% degli edifici sono provvisti di attraversamenti pedonali, il 12% vede la presenza di nonni vigili, in nessun edificio sono presenti semafori pedonali, piste ciclabili, transenne parapedonali, mentre solo uno scarso 20% ha effettuato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche. «La situazione degli edifici scola stici preoccupa, negli anni è cresciuta l'attenzione ma non la spesa per la manutenzione, mentre le strutture ovviamente invecchiano. Questa è una grande opera necessaria e utile sulla quale investire piuttosto che su cose inutili, porterebbe benessere a studenti e insegnanti e anche tanto buon lavoro» afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Il Comune di Roma presenta meno della metà dei dati e neppure Rieti invia le risposte necessarie, dimostrando una gravissima assenza di controllo su un tema tanto importante quanto delicato. A Frosinone, Latina e Viterbo, un edificio su tre continua ad aver bisogno di interventi urgenti di manutenzione. Il futuro della scuola passa anche dalla qualità delle strutture: non ci si può ricordare delle scuole solo quando succedono disastri e crolli, per questo preoccupa la diminuzione degli investimenti in manutenzione ordinaria, segno di mancata attenzione delle istituzioni sugli interventi programmati nel tempo. Bisogna puntare sullo svecchiamento degli edifici, sulla messa in sicurezza, nonché su pratiche di sostenibilità, raccolta differenziata, risparmio energetico e fonti rinnovabili».
Rispetto a servizi messi a disposizione delle scuole e buone pratiche vi sono luci e ombre. Assolutamente trascurabile il dato sul servizio di scuolabus a disposizione solo del 3,88% degli edifici, così come quello di pedibus che coinvolge solo l’1,60% delle scuole. Buoni, invece, i dati sulle mense scolastiche: del 63,50% la media dei prodotti biologici nei pasti, 73,31% le mense che utilizzano piatti in ceramica o riutilizzabili. Raccolta differenziata con qualche luce e tantissime ombre: a fronte di plastica e carta rispettivamente raccolte nel 60% e 84,8% degli edifici scolastici, sono davvero scarsi i numeri per vetro (3,20%), alluminio (4%), organico (3,20%), pile (4%), toner e cartucce (7,20%). Tutti gli edifici utilizzano fonti d’illuminazione a basso consumo, mentre l’11,88% usa fonti rinnovabili. Carenti il monitoraggio dell’amianto, realizzato nel 66,67% di edifici, ma soprattutto del radon, non effettuato. Destano qualche dubbio i dati sull’esposizione degli edifici scolastici a fonti d’inquinamento ambientale che i Comuni dichiarano essere pari allo zero%, soprattutto nel momento in cui non vengono effettuati monitoraggi. Va invece un po' meglio per le scuole superiori gestite dalle Province: Latina nel complesso si piazza al 9° posto, mentre Roma arriva al 54° posto della classifica nazionale per le scuole di secondo grado. «La manutenzione degli edifici scolastici è sempre più necessaria, per la sicurezza stessa delle strutture, ma quanto emerge dai dati di Frosinone, Latina e Viterbo rimane molto preoccupante, in un contesto nel quale si parla di scuola solo per nuovi tagli del personale e delle risorse -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio - Occorre agire subito per rendere gli edifici scolastici più sicuri, oltre a continuare a favorire le pratiche eco-compatibili e la diffusione di fonti di energia rinnovabile. Sull'inquinamento, dopo il monitoraggio sui rischi derivanti da amianto, va verificata la presenza di radon e ad altri fattori di rischio ambientale quali elettrodotti, emittenti radiotelevisive ed antenne». 
La XIII edizione di Ecosistema Scuola è ancora la fotografia più veritiera dello stato dell’edilizia scolastica in Italia, in attesa da decenni ormai della pubblicazione dell’anagrafe scolastica. Dal XIII Rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente il comune più virtuoso risulta essere Trento (1°), seguito da Piacenza (2°) e Verbania (3°).

sabato 10 novembre 2012

Caso Midal, Sigma Prime in difficoltà: a rischio 400 posti e 12 supermercati

Camice da lavoro personale ex Midal (Foto: Ginnetti)
Situazione di vera emergenza per i lavoratori ex Midal di Latina. Se non si troverà una soluzione nel più breve tempo possibile, il nuovo gestore Sigma Prime rischia il collasso con la conseguente perdita del posto per circa 400 unità e la chiusura di ben 12 supermercati dislocati su tutto il territorio pontino. La preoccupante notizia è emersa nell’ambito del vertice convocato giovedì scorso dall’Assessorato allo Sviluppo Economico della Provincia di Latina al quale ha preso parte l’imprenditore Gianni Moneti del Gruppo Sigma Prime che attraverso la società Le Botteghe, nell’ottobre 2011, ha rilevato gli ex punti vendita Midal attraverso un fitto di ramo d’azienda, la Camera di Commercio di Latina, la Direzione provinciale del lavoro e le organizzazioni sindacali (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl). «La procedura fallimentare in atto nei confronti di Midal e in particolare le recenti ordinanze collegiali del Tribunale di Latina depositate il 5 novembre presso la cancelleria fallimentare attraverso cui vengono imposte al nuovo gestore la restituzione degli immobili e delle licenze commerciali e quindi la conseguente cessazione delle attività commerciali - ha infatti spiegato l’assessore provinciale allo Sviluppo Economico Silvio D’Arco - determina una gravissima emergenza sociale che può condurre alla disoccupazione centinaia di lavoratori della nostra provincia». «Si tratta - prosegue l’assessore D’Arco - di una situazione gravissima che, oltre a creare enormi disagi sul versante occupazionale, va a generare anche seri problemi per gli attuali gestori che hanno legittimamente e coraggiosamente rilevato gran parte delle attività commerciali ex Midal». A margine del tavolo provinciale l’assessorato allo Sviluppo Economico ha inviato una richiesta urgente di incontro al giudice delegato del tribunale di Latina Roberto Amatore, ai curatori fallimentari Giancarlo Marafini, Francesco Caldiero e Francesco Cordopatri e al prefetto di Latina Antonio D’Acunto.

venerdì 9 novembre 2012

Owens Illinois, annunciati 35 esuberi

Nella giornata di ieri presso la sede di Confindustria Latina i vertici del gruppo Owens Illinois (multinazionale americana operante nel settore della produzione del vetro cavo presente in Italia con 12 siti produttivi) hanno formalizzato l'apertura di una procedura di mobilità nel sito di Aprilia, in località Campo di Carne. «La decisione - scrive in una nota la Filctem Cgil di Latina - è stata principalmente motivata dagli elevati costi di produzione dello stabilimento di Aprilia che impedirebbero la concorrenza con gli altri competitori sul mercato». Con la procedura di mobilità l’azienda ha deciso di fermare definitivamente uno dei tre forni attivi (forno 2) e due delle sette linee da essi alimentate determinando un esubero strutturale pari a 35 unità» «La decisione aziendale sa tanto di presa in giro - commenta il segretario provinciale Filctem Latina Walter Cassoni - E’ da inizio anno che vagheggiano circa la natura congiunturale del problema, senza mai dare l’impressione concreta di avere una idea precisa rispetto alla strategia da intraprendere in quanto a Piano industriale. L’assenza di autorevolezza del management locale evidentemente ha fatto il resto». «Vantare una pubblicità ultramilionaria fatta su scala mondiale, tra l’altro coinvolgendo personaggi di spicco che fanno dell’etica il tratto distintivo della propria attività al fine di evidenziare il lato “pulito e naturale del vetro in quanto unico elemento trasformato dall’uomo riciclabile al 100%”, - ha aggiunto il sindacalista -  non coincide affatto con la natura di etica sociale che una grande azienda dovrebbe avere nel proprio Dna. L’ennesima dimostrazione della preminenza del mercato sul lavoro, perseguita con una politica dei prezzi scellerata che tutela esclusivamente il capitale». «La nostra massima preoccupazione ora è legata al mantenimento in prospettiva dell’intero sito in quanto tale atto mina alle radici la prosecuzione ed il consolidamento delle attività - conclude Cassoni - Il fermo definitivo del forno segue, o potrebbe seguire, una logica perversa ancora non completamente esplicitata. Chiediamo ai lavoratori il massimo impegno in una fase di tensione e di attacco ai diritti nella nostra provincia».

Crown Closures, tre licenziamenti per «giustificato motivo oggettivo». Scatta la protesta

Lo scorso 6 novembre la società Crown Closures Italy di Aprilia (Latina) ha comunicato a tre lavoratori il licenziamento per giustificato motivo oggettivo. In sostanza ha messo in pratica la riforma Fornero nella parte in cui è stato modificato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. «Tale decisione -scrive in una nota la Fiom Cgil di Latina- ha portato la Rappresentanza sindacale unitaria ad indire una assemblea che si è svolta giovedì scorso e che ha visto partecipare tutti gli oltre 200 dipendenti dello stabilimento di Aprilia con una condanna univoca e corale nei confronti della Società». Le maestranze hanno quindi deciso di astenersi, nella giornata di oggi, dal lavoro per 4 ore organizzando anche un presidio davanti i cancelli dello stabilimento. «Il gesto - prosegue la Fiom Cgil di Latina - è reso ancor più grave dal fatto che la società, pur in un contesto generale economico difficile, non si trova in una situazione di crisi tale da giustificare una riduzione di personale. L'azienda non ha infatti mai utilizzato alcun ammortizzatore sociale così come non ha mai convocato le organizzazioni sindacali o la Rsu aziendale per evidenziare e gestire congiuntamente eventuali soppressioni di profili professionali. Con tale atteggiamento la Società ha fortemente minato e compromesso una lunga storia di relazioni sindacali costruite faticosamente negli anni».

giovedì 8 novembre 2012

Biosint, l'azienda annuncia 21 esuberi

Biosint, l’azienda chimica farmaceutica di Sermoneta Scalo (Latina), lo scorso 8 ottobre, ha aperto una procedura di mobilità che coinvolge 21 lavoratori su oltre 100 unità complessive. «Stiamo facendo il possibile per rendere la procedura soft, sostituendo i licenziamenti secchi con l’uscita dal mondo del lavoro esclusivamente di volontari e lavoratori con i requisiti per agganciarsi alla pensione - ha spiegato il segretario Femca Cisl Latina Roberto Cecere - Secondo quanto sostenuto dall’azienda i numeri per ‘risolvere’ la procedura senza particolari problemi ci sono. Non resta dunque che attendere e vedere quanti lavoratori vicini alla pensione si faranno avanti». La procedura di mobilità aperta dalla Biosint, seppur inserita all’interno di un contesto di grave crisi del settore chimico-farmaceutico, non sembra arrivare da problemi di mercato. L’azienda, presente a Sermoneta scalo dai primi anni ‘80 e legata al Gruppo Sigma Tau, con la sua specializzazione nella produzione di L-carnitina e sali derivati mantiene infatti una propria autonomia.

mercoledì 7 novembre 2012

Aziende agricole fallite e camorra, domani la protesta davanti il Tribunale di Latina

«Ben 1800 aziende agricole esistenti in provincia di Latina stanno rischiando, a causa dei debiti contratti per la crisi e di un mercato occupato ormai da prodotti che vengono da altre regioni, di cadere nelle mani della camorra. Sono già centinaia, infatti, le aziende dichiarate fallite dal tribunale, messe all’asta e aggiudicate a soggetti che potrebbero tranquillamente essere un prestanome della camorra». A parlare sono Danilo Calvani (Cra e Dignità Sociale), Elvio Di Cesare (Associazione Caponnetto) e Antonio Turri (Associazione i cittadini contro le mafie e la corruzione) che per domani mattina, a partire dalle 9,30, hanno organizzato una manifestazione davanti il tribunale di Latina per chiedere agli organi preposti di vigilare affinché i terreni e le aziende messi all’asta siano ceduti a persone sottoposte ad un attento controllo. «E’ assurdo pensare - proseguono gli organizzatori della manifestazione - che un cassintegrato o una casalinga ottantenne possano disporre di centinaia di migliaia di euro, se non di milioni, per acquistare un’azienda all’asta come sta avvenendo. Già moltissime aziende in provincia di Latina sono state cedute e molte altre su cui è aperta una procedura fallimentare rischiano di fare la stessa fine. La camorra, che già si è appropriata di una larga fetta di settori economici pontini importanti quali sono quelli immobiliare e del commercio, sta ora dando il colpo di grazia diventando padrona anche di quello dell’agricoltura». Il presidio sarà composto dai rappresentanti delle associazioni oltre che da molti titolari di aziende agricole e commerciali della provincia di Latina. «Chiediamo alle istituzioni - concludono le associazioni Cra e Dignità Sociale, Caponnetto e Associazione i cittadini contro le mafie e la corruzione - di disporre un’indagine rigorosa per accertare se dietro le persone che hanno già acquistato le aziende agricole messe all’asta ci siano o meno organizzazioni criminali o, comunque, individui ad esse riconducibili anche in maniera indiretta». La manifestazione di protesta partirà da Latina, un territorio vicino Roma particolarmente toccato da questa piaga sociale, per proseguire nei giorni successivi nelle altre regioni di Italia.
(Fonte: quotidiano La Provincia)

Ecosistema Urbano, le città del Lazio in fondo alla classifica

«Altro che smart cities, Roma e i capoluoghi del Lazio sono all'anno zero. Serve un nuovo rilancio delle politiche regionali che, se messe in campo, migliorerebbero la qualità della vita dei cittadini e creerebbero tanti posti di lavoro aiutando il Lazio a uscire dalla crisi». A parlare è Legambiente Lazio che illustra i risultati di Ecosistema Urbano, la ricerca annuale di Legambiente e Ambiente Italia realizzata con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore e volta a studiare lo stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia italiani. Un quadro che, nel grigiore generale, a livello nazionale vede emergere Venezia tra le grandi città, Trento tra i centri urbani di medie dimensioni e Verbania tra le piccole. In tutti e tre i casi, però, si tratta di primati relativi: non sono le città più sostenibili, ma sono le meno insostenibili. Rimane invece indietro il sud Italia con Messina, Reggio Calabria e Vibo Valentia ultime in classifica. In base ai dati raccolti, Roma rimane a fondo classifica tra le grandi città italiane: 10esima su 15. Latina terzultima tra le 44 medie città, al 42° posto. Tra le 45 città piccole Frosinone al 42° posto, Viterbo in 33esima posizione. Rieti migliora e si piazza al 17° posto. Traffico e smog, tanta immondizia e perdite idriche: stallo per Roma e i capoluoghi del Lazio sul fronte ambientale. La Capitale rimane a fondo classifica tra le grandi città italiane, in decima posizione su 15. Tra le medie città Latina è terzultima, al 42° posto; Frosinone a fondo classifica tra le 45 piccole città, al 42° posto; Viterbo scende oltre la metà classifica in 33esima posizione, Rieti in controtendenza migliora di poco e si piazza al 17esimo posto.


TRAFFICO Tra le grandi città italiane peggio di Roma, con 70 auto ogni 100 abitanti, fa solo Catania. Latina rimane saldamente ultima tra le medie con 73 auto/100 abitanti; Viterbo penultima tra le piccole con 75 auto/100 abitanti, Frosinone 43a su 45 con 73 auto/100 abitanti, Rieti 37a con 70 auto/100 abitanti. Altrettanti i motocicli circolanti, con la Capitale è in vetta a livello regionale con 15 motorini ogni 100 abitanti, seguita da Viterbo che ne conta 14, Latina 12, Rieti 11 e Frosinone 9.


SMOG Lo smog torna a peggiorare in quattro capoluoghi su cinque: la Capitale cresce per la concentrazione di biossido di azoto (NO2) e con 60,2 microgrammi supera decisamente la soglia di 40 microgrammi per metro cubo (media annua) considerata pericolosa per la salute umana, così come Latina con 45; risalgono le polveri sottili PM10, a Roma da 30,7 microgrammi per metro cubo nella media annua a 33,6 a Latina da 28,5 a 32, a Rieti da 23 a 27. Crescono i giorni di superamento del limite per l'ozono (O3), con 19,1 giorni a Roma e 36 a Rieti. A Frosinone rimane una situazione molto preoccupante, con qualche miglioramento che non riporta però il capoluogo nei limiti di legge: la concentrazione di biossido di azoto (NO2) cala da 48 a 40,5 microgrammi per metro cubo, quella delle polveri sottili PM10 da 46,5 a 43,8 microgrammi, mentre i giorni di superamento per l'ozono sono ben 64.

TRASPORTO PUBBLICO A fronte di questo quadro, il trasporto pubblico non aumenta offerta e viaggiatori: Roma rimane sul podio, dopo Milano e Venezia, tra le grandi città ma diminuisce l'offerta da 64 a 61 km-vetture per abitante; Viterbo rimane a fondo classifica tra le piccole con solo 15 km-vetture per abitante, a Frosinone se ne registrano 21, a Rieti 25 e 16 a Latina, quasi in fondo tra le medie. 

RIFIUTI I rifiuti ci sommergeranno? Nel Lazio sembra proprio di sì. Diminuisce ovunque la produzione, come nel resto del Paese, ma le nostre città laziali rimangono tra le peggiori nel panorama italiano. Roma con i suoi 645,7 kg di rifiuti pro-capite prodotti all'anno è tra le peggiori grandi città italiane (11esima su 15), ma il problema è di tutto il Lazio visto che Latina produce ben 585,3 kg/abitante/anno, Frosinone 557,8 kg/abitante/anno, Rieti 502,5 kg/abitante/anno ed infine Viterbo 499,8 kg/abitante/anno. La differenziata cresce a passi da lumaca, si scelgono ancora poco i sistemi porta a porta e i risultati sono ben lontani dalla media nazionale: se Verona è al 52,7% e Torino al 43,7%, Roma fa un timido passetto avanti dal 21,6% rimanendo inchiodata al 24,2%; Rieti rimane al 14,9% e Viterbo dal 10,9% al 14,3%, mentre Latina dal 29,2% risale al 30,8% e Frosinone, dal 15,1% va al 17,6%. 

ACQUA Sul fronte idrico, diminuiscono i consumi in quattro capoluoghi su cinque: Roma con 200,8 litri di acqua consumati ogni giorno da ciascun cittadino romano rimane a fondo classifica tra le città grandi; Viterbo migliora fra le città più piccole con 155,5 litri/giorno pro-capite e va un po' meglio anche a Frosinone con 153,5 litri, e tra le medie città a Latina con 152,3 litri; l'unica ad aumentare i consumi è Rieti con 162,6 litri. Assurde le perdite d'acqua nella rete: Roma sale dal 27% al 36%, ma il dato peggiore rimane quello di Latina con il 62% di perdite idriche, seguita da Rieti con il 45%, Frosinone con il 39%; peggiora anche Viterbo dall'11% al 14% di perdite di rete, quarta nel Paese tra le città piccole. Migliora la depurazione: l'efficienza del sistema di depurazione a Roma torna al 97%, Latina sale al 99% e Rieti al 90%, mentreViterbo rimane al 95% ma Frosinone non sale e rimane solo all'80%. 

ISOLE PEDONALI Ferme al palo le isole pedonali: Roma ha 14 centimetri quadrati pedonalizzati per abitante, Frosinone 21, Latina solo 2 e Rieti solo 4, mentre Viterbo continua a non fornire dati. Tra le ZTL quella di Roma rimane tra le più grandi e importanti, con 1,83 mq per abitante, ma viene superata da Firenze, Bologna e Padova tra le grandi città; Rieti diminuisce la ZTL da 0,60 a 0,05 mq abitante, colpevole di non scegliere seriamente. Non va meglio ai ciclisti: le poche piste ciclabili continuano a diminuire con i nuovi criteri più restrittivi: a Roma sono disponibili solo 1,06 metri ogni 100 abitanti, a Viterbo solo 0,34, a Frosinone 3,07 mentre Rieti non risponde e Latina aumenta qualcosa con 2,81. 

CONSUMI ELETTRICI I consumi elettrici domestici sono in leggera diminuzione quasi ovunque, ma a Roma invece crescono facendo piazzare la Capitale ultima tra i 15 grandi capoluoghi con ben 1.459 kWh/abitante al giorno. Latina consuma 1.215 kWh/abitante/giorno, Viterbo 1.135, Rieti 1.037 e Frosinone 1.054. Ancora una volta i dati per solare termico, fotovoltaico e teleriscaldamento scarseggiano o sono a valore zero: su questo la Capitale cresce nel solare termico da 0,18 a 0,28 mq su edifici comunali ogni 1.000 abitanti; si conferma anche quest'anno Frosinone con 2,59 kW di solare fotovoltaico installati su edifici comunali ogni mille abitanti. Va da sé che in quanto a politiche innovative su energia, partecipazione e pianificazione ambientale ed Eco Management da parte delle Amministrazioni, il Lazio continui a non dare prova di eccellenza. Poche sono anche le aziende laziali certificate ISO 14001: Roma si piazza al penultimo posto tra le grandi città, ma anche Latina, Rieti e Viterbo conquistano gli ultimi posti in classifica. Frosinone sale, invece, al diciassettesimo posto tra le piccole città. 

VERDE URBANO Per il verde urbano fruibile (esclusi parchi e aree protette) i numeri restano quelli dell'anno precedente (non essendo stati validati quelli più recenti), bassi rispetto alla media nazionale: a Rieti sono 19,05 metri quadrati per abitante, il valore più alto tra i capoluoghi laziali, a Roma 12,55, a Frosinone 12,28, Viterbo solo 2,42 metri quadrati/abitante e Latina 4,08. Non va meglio per gli ettari comunali di superficie verde in cui spicca Roma prima a livello nazionale con 3.650 metri quadrati aree verdi su ettari superficie urbana, staccando di gran lunga Latina (466) e Rieti (419), e ancor più Frosinone (162) e Viterbo (128). 


martedì 6 novembre 2012

Città d'arte, Firenze conquista il podio

Hotels.com, leader nella prenotazione di hotel online, ha chiesto agli italiani di esprimere un parere sulle città in cui è possibile visitare i musei e le gallerie più interessanti del mondo. Confermando la fama del Bel Paese come patria delle belle arti, i nostri connazionali hanno posizionato Firenze in testa alla classifica, seguita da Parigi e Roma. Firenze, la «culla del Rinascimento», è stata giudicata dal 23% degli intervistati la città che custodisce i migliori dipinti e sculture dell’arte italiana e internazionale. Folle di turisti provenienti da ogni Paese, infatti, scelgono di soggiornare nella capitale toscana per visitare le opere di famosi artisti come Michelangelo, Raffaello o il Vasari, sfidando anche i lunghi tempi di attesa davanti alla Galleria degli Uffizi o al Museo del Bargello. Parigi occupa la seconda posizione della classifica con il 19% dei voti. Gli Italiani hanno conferito la medaglia d’argento alla capitale francese grazie ai noti gioielli artistici conservati nei musei della ville lumière: dal Louvre, al Musée d’Orsay, alle numerose gallerie degli artisti di Montmartre. Roma, invece, ha conquistato il terzo posto con il 17% delle preferenze. I musei Vaticani, la Galleria Borghese o la Galleria d’Arte Moderna, tappa obbligata per tutti gli amanti dell’arte contemporanea, sono solo alcune delle mete predilette dai viaggiatori che visitano la Capitale. Chiudono la top 5 Londra e New York. Votate rispettivamente dal 5% e dal 3% degli Italiani, la città del Big Ben e la Grande Mela offrono la possibilità di visitare importanti musei di fama internazionale: dal British Museum al noto MOMA nel cuore di New York.

Città
Preferenze in %
Firenze
23%
Parigi
19%
Roma
17%
Londra
5%
New York
3%
Milano
1%
Madrid
1%
Venezia
1%
Berlino
1%
Torino
1%

lunedì 5 novembre 2012

Va a lavoro e trova un altro al suo posto, vigilantes Unieuro licenziato dopo 12 anni

Si presenta a lavoro ma al suo posto trova un altro. E’ accaduto quattro giorni fa a un addetto al servizio di vigilanza e assistenza ai clienti che, attraverso una ditta in appalto, lavorava per la catena Unieuro di via Epitaffio a Latina. La denuncia arriva dal segretario provinciale Uiltucs Uil Latina Gianfranco Cartisano che spiega: «Eravamo in allarme già da qualche settimana in quanto i nostri iscritti ci avevano avvisato che in tutti i negozi Unieuro del territorio laziale era in atto un cambio di appalto. Abbiamo quindi iniziato ad inviare delle richieste di incontro alle parti interessate senza però ricevere alcuna risposta. Ora all’improvviso e soprattutto senza alcuna comunicazione il Consorzio fornitore del servizio ha deciso di licenziare e sostituire un proprio dipendente. L’ufficialità è arrivata nella tarda mattinata giovedì scorso quando, dopo che erano state coinvolte anche le forze dell’ordine, la vecchia cooperativa ha comunicato il licenziamento del lavoratore per perdita dell’appalto». In base a quanto spiega la Uiltucs Uil il servizio di vigilanza e assistenza alle attività commerciali di Unieuro è fornito dal Consorzio Mondialpol Facility di Brescia attraverso una serie di cooperative che si alternano la presa in carico dell’appalto. «I responsabili sono sempre gli stessi - ha aggiunto la Uiltucs Uil - non capiamo quindi perché al cambio dell’appalto non venga ripreso lo stesso personale. Non comprendiamo neanche il motivo per cui Unieuro non faccia nulla per far rimanere a vigilare personale di esperienza e fiducia. Questi lavoratori infatti, oltre ad occuparsi del servizio di portierato previsto dal contratto espletavano anche delle mansioni aggiuntive come la sicurezza, l’accoglienza dei clienti, il controllo delle merci e in alcuni casi anche operazioni di inventario». «Chiederemo spiegazioni al nostro ufficio legale - ha concluso Gianfranco Cartisano - e non escludiamo manifestazioni davanti il punto vendita Unieuro di Latina a sostegno dei lavoratori messi alla porta dopo 12 anni di sacrifici».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

domenica 4 novembre 2012

Inps, dipendenti in agitazione dei contro la Legge di Stabilità

Esasperati per la gravità dei provvedimenti del Governo, primi tra tutti la Spending Review del 2012 e il disegno di legge di Stabilità 2013, i lavoratori dell’Inps della provincia di Latina (circa 200 distribuiti tra le sedi di Latina, Terracina e Formia) di concerto con le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) delle altre sedi Inps di Italia, hanno proclamato lo stato di agitazione. «Nel dettaglio abbiamo deciso di riunirci in assemblea 30 minuti al giorno - ha spiegato Vincenzo Camerino della Rsu Inps Latina - Lo stato di agitazione è iniziato la scorsa settimana e proseguirà ad oltranza, fino a quando non verranno ascoltate le nostre richieste». Ad essere contestata è principalmente la misura prevista nella legge di Stabilità che chiede agli Enti Previdenziali ulteriori 300 milioni di euro di risparmi, che potrebbero essere reperiti dai fondi destinati alla contrattazione integrativa. Un taglio che, in base a quanto spiegato dai lavoratori alleggerirebbe lo stipendio di circa 400 euro al mese. «Abbiamo accettato lo stop del Contratto collettivo nazionale del lavoro fino al 2017 con la soppressione dell’indennità vacanza contrattuale, la drastica riduzione dei buoni pasto, la stretta sull’organico ed ora vogliono anche eliminare le somme economiche derivanti dal raggiungimento degli obiettivi di qualità ed efficienza che hanno un peso pari al 25% sul nostro stipendio - ha aggiunto la Rsu - Di sacrifici ne abbiamo fatti già abbastanza. Al nostro compenso mensile che continua a calare, corrisponde un quadro economico e sociale devastante che non ci permette di tenere il passo con l’inflazione». Una situazione che non può inoltre non tener conto del recente accorpamento di Inpdap ed Enpals con la creazione del cosiddetto «super Inps» con un conseguente aumento del carico di lavoro a fronte di una riduzione di organico complessivo. «La campagna denigratoria nei confronti del pubblico impiego è giunta all’epilogo - si legge nella nota della Rsu di Latina - dopo averci tolto la dignità di lavoratori ora vogliono toglierci anche i soldi! Chiediamo pertanto ai sindacati di superare le divergenze interne e lavorare uniti per difendere i lavoratori. Chiediamo che si organizzi una forma di protesta unitaria a livello nazionale che ridia al Sindacato il vigore di cui ha bisogno per opporsi a questi politici che invece di promuovere il lavoro tartassano i lavoratori». E’ importante ricordare come le difficili condizioni di lavoro del personale Inps tendono inevitabilmente a ripercuotersi sull’utenza che potrebbe andare incontro a diversi disservizi.
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

sabato 3 novembre 2012

Novità per la filiera agroalimentare, il seminario Cna

Dopo l'entrata in vigore nello scorso 24 ottobre della nuova disposizione di legge che ridefinisce le modalità contrattuali e di pagamento nella filiera agroalimentare all’interno dello stato italiano, la Cna di Latina ha organizzato un seminario informativo in programma il prossimo martedì 6 novembre 2012 alle 17 presso la propria sede di Latina in viale Pier Luigi Nervi 258/L con lo scopo di approfondire ogni aspetto legislativo. All'interno dell'evento saranno tracciate le possibili ripercussioni che tale normativa apporterà al settore alimentare in particolare nei rapporti, non solo tra Pmi e Grande Distribuzione Organizzata, ma anche tra imprese piccole e medie interessate all’acquisto, alla vendita o alla produzione su commissione o conto terzi di prodotti agroalimentari. «Una giornata dedicata all' articolo 62 della legge 27/2012 attraverso la quale forniremo ogni apporto conoscitivo alle aziende che vorranno ricevere informazioni, strumenti e possibili schemi contrattuali volti a facilitare i rapporti tra le imprese - afferma Antonello Testa, direttore della Cna di Latina, che continua - verranno affrontati temi quali l’obbligatorietà della forma scritta da adottare per ogni rapporto contrattuale in atto, i termini vincolanti di pagamento e l’impianto sanzionatorio». «La novità riguarda l'obbligo del contratto di vendita in forma scritta per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari e i termini molto stringenti per i pagamenti che prevedono 30 giorni per i prodotti deteriorabili e 60 per tutti gli altri - afferma il Presidente della Cna di Latina, Angelo Agnoni, che continua - c'è una preoccupazione diffusa tra gli operatori che riguarda proprio la difficoltà nella gestione dei tempi di pagamento che saranno più rapidi per i fornitori». Alla giornata interverrà, oltre al direttore e al presidente della Cna di Latina, anche il Responsabile della Cna Alimentare, Gabriele Rotini. Per motivi organizzativi è necessario confermare la presenza inviando una mail all'indirizzo di posta elettronica segreteria@cnalatina.it o al numero di fax 0773/604603.