lunedì 29 aprile 2013

Contributi e finanziamenti agevolati, una chance da non perdere

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati messi a disposizione  dall’Unione Europea, dallo Stato o dalle Regioni possono rappresentare  un ottimo aiuto per le tantissime aziende in affanno, in modo particolare  in un momento di crisi economica devastante come quello che il Paese sta  attraversano negli ultimi anni.  A volte i soldi ci sono ma, complice la  mancata informazione oppure le difficoltà burocratiche per accedervi, non  riescono ad essere intercettati e pertanto non vengono utilizzati.  «Solo  per fare un esempio le aziende già esistenti, con fatturati abbastanza  consistenti - spiega Vincenzo D’Onofrio, dottore commercialista con uno  studio di consulenza aziendale a Latina - possono contare su somme che  arrivano fino a un milione e mezzo di euro, garantite al 60% dalla Regione».  «Per coloro che vogliono aprire una impresa è invece disponibile, dal 1996,  il “prestito d’onore” - aggiunge il commercialista - Si tratta di una agevolazione  gestita da Invitalia e rivolta soprattutto ai giovani. Nel caso di microimprese  il finanziamento non può superare il tetto di 129.000 euro mentre nel caso  di ditte individuali l’investimento iniziale non deve superare i 25.000  euro». Ovviamente per poter partecipare a questi bandi è necessario essere  in possesso di tutti i requisiti richiesti e presentare domanda. Spesso  però l’eccessiva burocrazia e le difficoltà nel comprendere la procedura,  scoraggia gli imprenditori che dunque rinunciano, non usufruendo così di  importanti risorse che potrebbero invece aiutare a risollevare non solo  le imprese, ma l’intero tessuto economico. «Esistono inoltre importanti  contributi per le imprese che intendono mettersi in rete - prosegue Vincenzo  D’Onofrio - Il contratto di rete di almeno tre aziende permette di accedere  ad un contributo a fondo perduto fino a 200.000 euro per la creazione di  nuove aggregazioni stabili e il consolidamento di quelle già esistenti.  Esistono poi una serie di agevolazioni per l’internazionalizzazione e le  donne che decidono di fare impresa». Nella provincia di Latina sono presenti  diversi esempi di aziende che sono riuscite a sfruttare queste preziose  risorse economiche. Una azienda pontina specializzata nella trasformazione  del pomodoro biologico è riuscita, ad esempio, ad ottenere oltre 2 milioni  di euro di finanziamento avendo così la possibilità di mettersi in gioco  e crearsi una prospettiva per il futuro. Altro esempio virtuoso riguarda  un ristorante situato sulla costa pontina che, grazie alle agevolazioni  finanziarie che è riuscito ad ottenere, ha avuto modo di migliorare la  propria posizione. «Faccio un appello ai politici - conclude il commercialista  pontino - affinché si impegnino a far funzionare le agevolazioni, facciano  in modo di far uscire i bandi secondo un giusto criterio e si impegnino  a fare in modo che le pratiche vengano lavorate velocemente». Un appello  che necessita di essere colto, se non si vuole vedere andare perse importantissime  risorse che, se colte, rappresenterebbero una sostanziosa boccata di ossigeno  per molte imprese del territorio pontino e non solo.

sabato 27 aprile 2013

Midal, chiude il supermercato Sigma Prime di borgo Piave


Saracinesche abbassate dalla giornata di mercoledì 24 aprile per il supermercato a marchio Sigma Prime di borgo Piave. Così come previsto da tempo i locali e le licenze commerciali del punto vendita sono stati infatti riconsegnati dalla società Brio ai curatori fallimentari di “Le Botteghe srl”, società che dall’autunno 2011, attraverso un fitto di ramo d’azienda, aveva acquisito l’ex Sidis del Gruppo Midal. La curatela “Le Botteghe”, a sua volta, ha riconsegnato la licenza commerciale alla curatela fallimentare della Div.Ac (ex controllata Midal fallita il 5 giugno 2012) e i locali alla curatela Midal. A questa prima chiusura ne faranno seguito, a scaglioni di 15 giorni, altre fino alla graduale riconsegna di tutti e sei i punti vendita Sigma Prime di via Piave, via Epitaffio, largo Cirri, viale Paganini, Fiano Romano e Sabaudia (quest’ultimo a gestione Iperbon) prevista entro la fine di giugno. Il procedimento prevede che a seguire la curatela aprirà, per ogni società, un bando di gara. La gara dovrà stabilire a chi, tra chi manifesterà interesse, vendere o affittare i supermercati. Il vincitore della gara sarà chiamato ad accollarsi anche la forza lavoro. Durante queste fasi seguite dalla curatela, i 14 lavoratori di via Piave avranno accesso alla cassa integrazione in deroga per quattro mesi, dopodiché si spera che ci sia la ripresa o una proroga della cassa integrazione in deroga. Il problema sta però nel fatto che, al momento, non si hanno le necessarie certezze rispetto al finanziamento di questo ammortizzatore sociale che potrebbe non coprire tutti i mesi necessari. «Siamo arrivati alla chiusura dei punti Sigma - ha commentato il segretario provinciale Ugl Maria Antonietta Vicaro - con l’auspicio che il bando di gara che predisporrà la curatela dia finalmente risposte certe ai lavoratori che attendono la riapertura. Nel frattempo la Regione si è impegnata a concedere i 4 mesi di cassa integrazione in deroga, e ci auguriamo che siano sufficienti alla chiusura delle operazioni del bando. Una fase delicata, elemento fondamentale per delineare il futuro dei lavoratori e dei punti vendita coinvolti nella triste vicenda del fallimento Midal».
Fonte: Quotidiano La Provincia

giovedì 25 aprile 2013

Turismo, Roma la città più visitata del 2012

Roma è stata la città italiana più visitata nel 2012 dai viaggiatori stranieri. A dirlo è “l’Hotel Price Index" sulla base dell'analisi dei prezzi effettivamente pagati dai viaggiatori negli hotel di tutto il mondo effettuata da Hotels.com, sito leader nella prenotazione di hotel online. La Capitale guida la classifica delle località italiane più visitate dai turisti stranieri, davanti ad altre due città tradizionalmente amate dai viaggiatori internazionali come Venezia e Milano. In quarta posizione le meraviglie di Firenze, seguite dal mare di Sorrento che, soprattutto durante la stagione estiva, attira turisti da tutto il mondo. La seconda meta della classifica vede altre città italiane altrettanto conosciute: la cosmopolita Bologna è in sesta posizione, seguita dalle bellezze di Napoli, da due città d’arte come Pisa eVerona e infine dal mare di Palermo. In particolare i turisti russi sembrano amare il nostro Paese, che riesce a coniugare fascino storico e shopping d’alta moda. La classifica russa delle mete più visitate, infatti, vede Roma in terza posizione e Milano in sesta, a conferma dell’interesse dei russi nei confronti del Bel Paese.

martedì 23 aprile 2013

"New deal Latina", Confindustria e sindacati incontrano il presidente Cusani

A quindici giorni di distanza dalla firma dell'intesa che vede uniti Confindustria Latina e le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl nel comune progetto di trovare soluzioni ai problemi della crisi sul territorio pontino, arriva il primo importante risultato: l'incontro con il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani che si è svolto nei giorni scorsi. La scorsa settimana infatti, presso la sede di Confindustria Latina, si sono riuniti i vertici dell'associazione di Latina, i segretari generali territoriali Anselmo Briganti della Cgil, Ewa Blasik della Cisl, Luigi Garullo della Uil e Maria Antonietta Vicaro della Ugl, il presidente di via Costa Armando Cusani destinatario della missiva inviata la scorsa settimana cui ha prontamente e positivamente risposto e i vertici della Camera di Commercio di Latina. «La riunione si è svolta all'insegna della disponibilità al dialogo da tutte le parti intervenute ed ha avuto un esito estremamente positivo soprattutto sui punti che ci stavano più a cuore - ha commentato il presidente di Confindustria Latina Paolo Marini - La front line per il new deal della provincia di Latina ha incassato il fondamentale appoggio del Presidente Cusani che sposa la nostra visione di agire insieme su determinati assi strategici per il bene comune del nostro territorio. La priorità adesso è quella di dialogare al più presto con la Regione e ci aspettiamo che, così come ha fatto il Presidente Cusani, il Presidente Nicola Zingaretti ci riceva al più presto, perché è a quel tavolo che dobbiamo tornare a incontrarci e parlare con assiduità, con estrema chiarezza e determinazione nel rispetto dei ruoli e delle competenze, ma con la profonda consapevolezza che Latina ha il diritto, il merito e contestualmente anche il bisogno, di ricevere ciò che le spetta». «Sappiamo che in Regione, ancora per poche settimane, saranno disponibili delle ingenti somme economiche stanziate dalla Comunità Europea - spiegano i segretari generali delle organizzazioni sindacali - risultano ancora da spendere il 59% delle risorse del POR e, con i dati alla mano, si può stimare che le risorse da impegnare prima della fine del periodo, non dovrebbero essere inferiori a 600 milioni di euro. Dobbiamo assolutamente coinvolgere tempestivamente gli interlocutori istituzionali preposti per intercettarle e destinarle al recupero e al rilancio nostro territorio».

lunedì 22 aprile 2013

La Femca Cisl di Latina incontra il sindacato bielorusso della regione di Minsk

Un momento del convegno
«La Femca Cisl di Latina incontra il sindacato Bielorusso”. E' il titolo del convegno che si è svolto nei giorni scorsi presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università La Sapienza-Sede di Latina. Organizzato dalla Femca Cisl, il convegno, ha visto la partecipazione di Roberto Cecere segretario generale Femca Cisl-Latina, di Ulderico Marzioni segretario generale Femca Cisl-Lazio, di Michele Fantasia presidente Federlazio Latina, di Antonella Zonetti Amministratore Delegato Gruppo Zonetti e di Dzmitry Shaiba responsabile della regione di Minsk del Sindacato Bielorusso Bcmpwu (Chimica, miniere ed olii). «E' importante mettere i sistemi economici di Italia e Bielorussia a confronto per creare una "globalizzazione virtuosa" che dia vita ad un sistema capace di far dialogare e crescere le due economie e che porti vantaggio alle imprese della nostra Regione» - ha esordito nel suo intervento Marzioni. A seguire Cecere ha ricordato il significato del convegno «nato per conoscersi e scambiare esperienze attraverso le quali costruire relazioni che potranno essere utili a tutti e dovranno continuare nel tempo». Sono state seguite con molta attenzione le dichiarazioni di Dzmitry Shaiba, responsabile della Regione di Minks del sindacato BcmpWu (Chimica, miniere, olii) che ha tracciato una vasta panoramica del sindacalismo bielorusso esaltandone i molti risultati positivi ottenuti in tema di diritti sociali, pensioni, sanità, contrattazione aziendale. D'altro canto Shaiba non ha nascosto le difficoltà di operare in un Paese uscito dalla dittatura comunista ed entrato in un sistema globalizzato dove però la maggioranza delle aziende sono ancora di proprietà statale. Un paese dove molto forte è la presenza di investitori stranieri tra i quali non mancano gli italiani. «Stanno scomparendo i modelli economici di riferimento che tutti conoscevamo - ha affermato Michele Fantasia, presidente di Federlazio Latina, ricordando come le piccole e medie imprese rappresentino il 90% del tessuto economico del nostro Paese - Delocalizzare in economie come quelle della Bielorussia può essere un vantaggio per le nostre aziende e per il territorio, dobbiamo proiettare lo sguardo verso l'esterno ma con le radici saldamente piantate in terra pontina». Di una globalizzazione che non si può certo fermare ma che deve essere governata attraverso regole nuove ha parlato Roberto Cecere. «Se una azienda intende investire fuori dall'Italia - ha detto - non possiamo certo impedirlo, ma dovremo creare le occasioni affinché non lasci totalmente il nostro territorio ma anzi, da questa iniziativa possano tornare indietro opportunità di rilancio. Ricerca, programmazione, leve economiche devono rimanere nel nostro Paese e contribuire a ridare slancio alle nostre aziende diventando elemento di sviluppo della nostra economia». Cecere, nel chiudere i lavori, ha sottolineato come il convegno si sia basato «sul confronto e sul positivo scambio di idee ed esperienze tra culture così diverse e lontane tra di loro, di amicizia e collaborazione che dovranno essere coltivate e sviluppate, ricordando i molti bambini della Bielorussia che dopo il disastro di Chernobyl, sono stati ospitati per anni dalle famiglie italiane».

sabato 20 aprile 2013

Scm, Ugl soddisfatta per la convocazione in Provincia

«Accogliamo positivamente la convocazione di un tavolo istituzionale sulla Scm di Tor Tre Ponti da parte dell’assessorato allo Sviluppo Economico della Provincia di Latina per il prossimo 23 aprile». Lo dichiara il responsabile provinciale dell’Ugl Chimici Latina Eliseo Fiorin, aggiungendo che «si tratta di un confronto che avevamo chiesto da tempo. E' molto importante una discussione tra tutte le parti interessate: Ugl Chimici, Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Failc Confail, azienda, associazioni datoriali, enti locali. Il tutto rivolto alla ricerca di una soluzione per tutelare i lavoratori dello stabilimento e un patrimonio industriale di grande valore per il nostro territorio e per il distretto farmaceutico laziale». «Dopo cinque anni di cassa integrazione - ricorda il sindacalista - la maggior parte dei lavoratori della ex Gambro sta vivendo una situazione insostenibile che l’avvicendamento di amministratori e piani industriali mai realmente decollati non ha contributo a migliorare. Attualmente, soltanto 13 lavoratori su 62 sono stati ricollocati all’interno dello stabilimento e da mesi continuano responsabilmente a svolgere le proprie mansioni pur non percependo le retribuzioni, mentre cresce l’indebitamento dell’azienda». «Tuttavia, le diverse manifestazioni d’interesse pervenute nell’ultimo periodo dimostrano che è possibile trovare una soluzione positiva alla vertenza: occorre però fare in fretta».


Imp (Ex Icom), cessazione di attività e licenziamento per 48 lavoratori

La ex Icom di Cisterna (attualmente Imp)

Licenziamento per tutti i 48 lavoratori della Imp (ex Icom) a partire dal primo maggio di quest'anno. La società di Cisterna, leader nella produzione di impianti gpl, nel vertice svoltosi in regione Lazio lo scorso giovedì ha infatti comunicato la cessazione dell’attività lavorativa e quindi l'accesso alla mobilità. La cassa integrazione in deroga non è stata ancora rifinanziata e così i lavoratori non hanno potuto accedere ad una successiva proroga dell'ammortizzatore sociale. Una crisi partita nel 2009, resa ancora più difficile dal mancato pagamento da parte dell’Inps della cassa integrazione in deroga che di fatto ha lasciato i lavoratori senza spettanze per quattro mesi. Tra l’altro una parte dei lavoratori fuoriusciti a gennaio sono ancora in attesa delle competenze di fine rapporto da parte dell’azienda che non paga i Tfr e le ferie accumulati negli anni. «Dal mese di gennaio non abbiamo più ricevuto l’assegno di cassa integrazione dall’Inps - spiega Loredana D’Ortenzio Rsu Ugl dell'azienda - ed ora ci sarà da aspettare anche la mobilità». «Stanno finendo i sostegni legati agli ammortizzatori - spiega Maria Antonietta Vicaro, segretario provinciale dell’Ugl Metalmeccanici - e in questo contesto a pagare saranno i lavoratori che non trovano alternative e soluzioni. Il governo anche se uscente, dovrebbe preoccuparsi di trovare le risorse per le proroghe delle deroghe. In caso contrario centinaia di lavoratori del nostro territorio come quelli della Imp, rischiano di ritrovarsi licenziati, proprio dalla data del primo maggio, che dovrebbe essere dedicata alla Festa del lavoro. La mala politica del nostro Paese ci sta portando verso un punto di non ritorno, anche perché chi perde il posto a 50 anni non ha nessuna speranza di essere ricollocato. In questo tragico contesto non c’é ancora chi ha capito che il Paese ha bisogno di stabilità e di una vera svolta».

venerdì 19 aprile 2013

Securitas Metronotte, la Uiltucs Uil spiega i motivi della mancata firma dell'accordo

Si fa sempre più complessa la vertenza Securitas Metronotte e la Uiltucs Uil di Latina interviene per spiegare i motivi che l’hanno indotta a non firmare sia l’accordo di cassa integrazione straordinaria in regione Lazio, sia l’accordo proposto lo scorso 10 aprile nell’ambito di un incontro dedicato esclusivamente al caso Latina svoltosi presso la sede di via del Metano. «Dopo aver inutilmente atteso, per giorni, un confronto con l’azienda, i lavoratori del sito di Latina - spiega il segretario Uiltucs Uil Latina Gianfranco Cartisano - hanno dovuto assistere alla convocazione di un incontro che si è tenuto nelle settimane scorse direttamente presso la regione Lazio, senza alcun tipo di concertazione preventiva». Un incontro che, come si ricorderà, si è concluso con accordo firmato dalle altre organizzazioni sindacali ma non dalla Uiltucs Uil. «Non abbiamo firmato gli accordi - aggiunge Cartisano - perché riteniamo superficiali e approssimativi i dati forniti dall’azienda. Il riferimento al monte ferie e ai permessi stimato dall’azienda non corrisponde alle 70.000 ore reclamate dai lavoratori. Era, quindi, auspicabile concertare un piano di smaltimento di ferie e permessi prima di aprire la procedura per la cassa integrazione. In secondo luogo non accettiamo il fatto che gli esuberi dichiarati dall’azienda, inizialmente 29 su un totale di 229 unità, durante la contrattazione invece di scendere, siano addirittura saliti a 33». «Un altro motivo per cui non abbiamo firmato l’accordo - prosegue la Uiltucs Uil - sta nel fatto che la nostra organizzazione sindacale ha sempre sostenuto che l’esubero dichiarato dal Gruppo Securitas fosse eccessivo e che fosse necessario coinvolgere indistintamente tutti i lavoratori, compreso il comandante, al fine di spalmare l’ammortizzare sociale il più possibile e quindi ridurre il peso della cassa integrazione a livello individuale attraverso una opportuna rotazione. L’accordo proposto dall’azienda non prevedeva inoltre una gestione chiara e trasparente della mobilità volontaria e del relativo incentivo all’esodo». «La trattativa si è interrotta - conclude il segretario Uiltucs - perché l’azienda pretendeva una firma immediata dell’accordo, senza darci modo di confrontarci prima con i lavoratori. Abbiamo spiegato all’azienda quali sono i punti imprescindibili per l’intesa. Restiamo in attesa di una risposta». 

Intanto sul fronte del rinnovo del Contratto nazionale della vigilanza privata la Uiltucs Uil di Latina fa sapere di aver depositato, presso il tribunale di Latina, degli atti ingiuntivi per recuperare il danno economico subito. Come si ricorderà la Uiltucs non ha firmato il rinnovo del Contratto nazionale della vigilanza e, dopo le varie assemblee svoltesi sul territorio provinciale, i lavoratori del comparto vigilanza hanno dato mandato a questa organizzazione sindacale di recuperare il danno economico subito. E’ noto infatti che i decreti ingiuntivi depositati, debbono recuperare la differenza economica non percepita dell’indennità di vacanza contrattuale mai percepita in questi anni (precisamente dal 2009, data di scadenza del contratto nazionale). Il nuovo contratto prevede 450 euro di tantum per questi anni, spalmati in 3 anni e 60 euro di aumento in 4 anni a partire da febbraio 2013. «La Uiltucs di Latina - spiega Gianfranco Cartisano - andrà avanti attraverso le opportune sedi giudiziarie al fine di far recuperare il giusto salario che le guardie particolari giurate di Latina hanno perso in questi anni senza un contratto nazionale di lavoro».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

Cassa integrazione a Latina, a marzo un'impennata del 17 per cento

Garullo, segretario generale Uil Latina
Un tunnel senza via d'uscita. E' così che appare l'orizzonte occupazione nella provincia di Latina, sempre più gravata dalla perdita di posti di lavoro e dalla richiesta di ammortizzatori sociali.  «I dati elaborati dalla Uil relativamente alla provincia di Latina per il mese di marzo 2013 - spiega Luigi Garullo segretario generale Uil Latina - confermano la difficile situazione in cui versa l’economia pontina, in quanto registriamo un aumento delle ore di cassa utilizzate. Nel dettaglio si riscontrano 607.172 ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate, con un aumento del +17,2%, contro le 518.275 ore di cassa integrazione autorizzate nel precedente mese di febbraio 2013». «Certamente si tratta di una situazione molto delicata per l’economia e l’occupazione provinciale - commenta ancora Garullo - e, seppure i dati fanno registrare un lieve miglioramento, se raffrontiamo l’intero primo trimestre 2013 con lo stesso periodo del 2012, vediamo appunto un peggioramento. Nello specifico  diminuisce l’utilizzo di ore di cassa integrazione straordinaria e in deroga, rispettivamente del -67% e -29,8% , mentre aumenta vistosamente quella ordinaria, portando il dato complessivo a +17,2% ore di cassa autorizzate rispetto al mese precedente. Inoltre il delle ore di cassa in deroga ci conferma l’incertezza data dal rallentamento tecnico-amministrativo delle pratiche riferite agli ammortizzatori in deroga, anche in funzione della scarsezza delle risorse economiche a copertura dello strumento in deroga». «Il numero minimo di lavoratori potenzialmente posti in cassa integrazione a marzo 2013 – continua Garullo – aumenta attestandosi a 3.572 unità, contro le 3.000 del mese precedente. Segnaliamo ancora che, del totale delle ore di cassa integrazione autorizzate, 514.310 si riferiscono ad operai mentre 92.862 ad impiegati, con un numero minimo di 546 impiegati posti in cassa integrazione». «La nostra attenzione - ribadisce ancora Garullo - è proprio focalizzata sui dati sull’occupazione che vanno deteriorandosi velocemente, per questa ragione abbiamo scelto lo slogan “Priorità lavoro" per la manifestazione del primo maggio in programma a Perugia. Ci aspettiamo che il Presidente Zingaretti ci convochi al più presto perché siamo fiduciosi che le proposte di cui siamo portatori possano avere risvolti positivi sull’economia e sull’occupazione della provincia di Latina».

giovedì 18 aprile 2013

Abbott e AbbVie, elette le rappresentanze sindacali unitarie

L'Abbott e l'AbbVie (società nata qualche mese fa da una scissione di ramo d'azienda della multinazionale americana) di Campoverde hanno rinnovato, nei giorni scorsi, le loro rappresentanze sindacali unitarie. Paliamo di due stabilimenti, due società diverse con ambiti e scopi produttivi differenti. L'AbbVie, diversamente da Abbott, è destinata ad entrare presto come terzista nel mondo farmaceutico aggiungendosi alle tante altre aziende del territorio che hanno intrapreso questa strada. Una scissione che non è stata indolore e che è passata attraverso una mobilità che ha colpito specialmente gli Informatori Scientifici del Farmaco. Questo clima di incertezza e di perplessità sul futuro ha pesato certamente sui risultati elettorali che, come primo elemento, hanno portato ad un significativo aumento percentuale degli elettori. Se infatti nel 2010 in Abbott solo il 50,5% degli aventi diritto aveva votato quest’anno, sommando il risultato dei due stabilimenti, è stato raggiunto il 66% degli elettori. In AbbVie l'Ugl elegge 7 Rsu e la Confail 2 mentre 6 sono quelli della Filctem, 5 della Femca e una della Uilcem. La Rsu Abbott sarà composta da 4 delegati Femca, 4 Filctem e 3 Ugl. A fronte dell' aumento di elettori la Femca Cisl, pur avendo incrementato voti e delegati eletti, non è riuscita ad intercettare questo nuovo elettorato che, in gran parte, ha scelto i sindacati autonomi. «Un risultato comunque importante - commenta Roberto Cecere, segretario Provinciale della Femca Cisl di Latina - e che arriva dopo un periodo piuttosto tormentato che ha visto l’espulsione di un dirigente Femca, poi passato ad altra organizzazione sindacale autonoma. Se quindi far pulizia al proprio interno, se il non accettare logiche clientelari anche pilotate dalla politica che hanno come fine solo quello del proprio tornaconto personale, significa non acquisire momentaneamente dei consensi, è un stato un prezzo che come Femca non abbiamo avuto paura di pagare. La rinnovata squadra Rsu di Abbott ed AbbVie che abbiamo messo in campo, e che ringraziamo sentitamente per il generoso lavoro svolto durante la campagna elettorale, è composta da donne ed uomini ben consapevoli del delicato momento che i due stabilimenti stanno vivendo e delle prove che tra non molto si troveranno ad affrontare. Sfide alle quali la Femca Cisl non si è mai sottratta quando in gioco ci sono il futuro dei siti produttivi e la sicurezza dei posti di lavoro».

martedì 16 aprile 2013

Ammortizzatori sociali in deroga, oggi la mobilitazione a Roma

Cgil, Cisl e Uil hanno protestato questa mattina a Roma in piazza Montecitorio in ragione della grave emergenza determinata dall’insufficienza di risorse disponibili per la copertura degli ammortizzatori in deroga. «L’obiettivo - hanno spiegato i sindacati - è sollecitare il Governo e sensibilizzare il Parlamento sulla necessità di dare rapida risoluzione ad una emergenza che nei territori ha già visto presidi, manifestazioni e che rischia di aggravare la condizione sociale di centinaia di migliaia di lavoratori e di migliaia di imprese ai quali verrebbero a mancare gli unici strumenti ad oggi disponibili per contrastare la crisi». Dalle stime prodotte sinora, le risorse messe a disposizione dal Governo in legge di stabilità rischiano di esaurirsi nell’arco di poche settimane. Difatti, ripartiti gli ulteriori 260 milioni della seconda tranche in aggiunta ai 560 già stanziati, e anticipata anche la verifica del 30 aprile sulla possibilità di arrivare ad ulteriore dotazione di circa 200 milioni accedendo allo 0,30 delle risorse della formazione continua, sulle quali ad oggi non è ancora stato avviato un confronto, in molte regioni la situazione sarebbe comunque critica. Lo stesso Ministro del Lavoro ha affermato la necessità di un coinvolgimento di altre responsabilità di Governo, in particolare dell’economia, al fine di reperire ulteriori risorse. Secondo la Camusso, per risolvere l'emergenza, sono necessari 2,7 miliardi di euro. «Per questa ragione - spiegano le segreterie provinciali - ribadiamo la richiesta di istituire un tavolo presso la Presidenza del Consiglio che lavori celermente con le parti sociali e le regioni al fine di dare risoluzione e certezza alla vertenza sugli ammortizzatori in deroga prima del 30 aprile in modo da evitare ulteriori peggioramenti per quei lavoratori a cui già oggi sono state ridotte le coperture. Allo stesso tempo riteniamo necessario aprire un confronto con i gruppi parlamentari e con le commissioni recentemente costituite. Unitamente a ciò sollecitiamo una rapida risoluzione dei ritardi dovuti ai mancati pagamenti di diverse mensilità arretrate, parte ancora 2012 e 2013 riferibili al riparto di risorse già avvenuto alle Regioni e bloccate presso l’Inps per le quali nell’ultimo incontro con il Ministro ci era stata fornita assicurazione di accelerazione delle procedure autorizzative».

lunedì 15 aprile 2013

Scm, i sindacati chiedono alle istituzioni un incontro urgente

Un incontro urgente con il prefetto di Latina D’Acunto e i consiglieri regionali della provincia per discutere della difficile situazione della Scm (ex Gambro). A richiederlo le organizzazioni sindacali del settore merceologico chimico-farmaceutico dopo le ultime vicende accadute nello stabilimento pontino. «Da quando, nel giugno 2008, vi fu la cessione di ramo di azienda da Gambro a Scm per i lavoratori ha avuto inizio una vera e propria odissea - spiega il segretario generale Filctem Cgil Dario D’Arcangelis - con un susseguirsi di piani industriali mai davvero realizzati e comunque di volta in volta rivisti al ribasso. Attraverso il ricorso ad una serie infinita di ammortizzatori, dal 2008 ad oggi, le proprietà che si sono succedute non hanno dato risposte concrete alla annosa richiesta di lavoro da parte dei dipendenti mortificando le loro aspettative». Attualmente è attiva una cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale per 12 mesi riguardante 64 lavoratori. «Crediamo sia davvero giunto il momento di fare una analisi approfondita di quanto accaduto - aggiunge il sindacalista - cercando contestualmente di individuare percorsi condivisi basati sulla consapevolezza dell’assumersi le responsabilità a seconda del ruolo da ognuno ricoperto. Dispiace constatare, dopo oramai molti anni, il fallimento dei piani industriali presentati. Il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali da ormai cinque anni, se da un lato dimostra la volontà di non declinare definitivamente l’impegno da parte della proprietà, dall’altro oggettivamente testimonia una incapacità di gestione che potrebbe andare oltre la classica causale della crisi. A confermare questa tesi, purtroppo, vi sono ulteriori segnali che non lasciano presagire scenari virtuosi nel breve-medio termine. «Decisioni intraprese unilateralmente dall’azienda - aggiunge D’Arcangelis - di ordine economico come il mancato pagamento dei Tfr passati, le rivisitazioni dubbie delle mensilità aggiuntive consolidate, la non puntualità nel pagamento degli stipendi e il mancato versamento delle quote rispetto alla previdenza complementare e normativo come il mancato ricorso a misure strutturali con finalità di riduzione dell’onere relativo ai costi fissi. Con l’incontro auspichiamo maturino le opportune condizioni per un reale rilancio dell’attività anche per mezzo di eventuali valutazioni legate a possibili nuove opportunità di partnership».

domenica 14 aprile 2013

I sindacati: «Chiediamo venga ripristinata la legalità alla Montebovi»

«Chiediamo alle istituzioni preposte che venga ripristinata la legalità all'interno della Montebovi perché non è più tollerabile un simile comportamento». E' così che i vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil, sono intervenuti nei giorni scorsi a margine dell'ultima assemblea con i lavoratori dell'azienda di prodotti da forno situata tra Aprilia e Lanuvio. «I lavoratori della Montebovi sono in sciopero dal 26 novembre, ossia dal giorno del rifiuto dei vertici aziendali di far svolgere l'assemblea sindacale all'interno dello stabilimento - spiegano Paolo Rigucci della Cisl Roma e Angelo Della Vecchia della Fai Cisl - I lavoratori erano già in agitazione per la procedura di mobilità per 21 unità, per i 3 licenziamenti disciplinari illegittimi effettuati a ridosso di uno sciopero, per l'affitto unilaterale di rapporti di lavoro da una società all'altra, per la messa in ferie forzate di 21 dipendenti dal 15 ottobre scorso, per il ritardo del pagamento degli stipendi arretrati. Oltre a tutto questo ogni giorno i lavoratori assistono all'inserimento di manodopera durante la notte. Persone esterne che non sono alle dipendenze della società Montebovi, in sostituzione di quella scioperante. Nonostante i ricorsi dei sindacati e la sentenza di un tribunale che ha rigettato le motivazioni dell'azienda e accolto il ricorso delle organizzazioni sindacali, l'azienda continua a violare tutte le regole e i dispositivi di sentenza». «Chiediamo quindi alle istituzioni preposte - concludono i sindacalisti - che venga ripristinata la legalità all'interno dell'azienda».

Caso Midal, verso la chiusura dei sei supermercati a marchio Sigma Prime

La decisione verrà presa a breve ma, al momento, ancora non esiste alcun accordo tra regione Lazio e organizzazioni sindacali (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl), rispetto agli ammortizzatori sociali da utilizzare per le 150 unità attualmente a lavoro presso i sei supermercati ex Midal gestiti con un fitto di ramo d’azienda dal gruppo Le Botteghe. Nel dettaglio parliamo dei punti venduta di via Piave, via Epitaffio, largo Cirri, viale Paganini, Fiano Romano e Sabaudia. La regione Lazio non sembra essere intenzionata a dare parere favorevole alla cassa integrazione straordinaria. Ci si muoverà pertanto con gli ammortizzatori in deroga. Devono però essere sciolti ancora alcuni nodi, prima di arrivare alla firma dell’accordo. Per quanto riguarda l’iter da seguire è stato deciso di procedere a scaglioni. Già da fine mese si comincerà infatti con un supermercato che sarà chiamato a riconsegnare la licenza a Midal (rappresentata dalla curatela fallimentare) e questa, a sua volta, dovrà chiedere gli ammortizzatori sociali alle istituzioni competenti. A seguire si procederà con gli altri supermercati. Una volta che tutti i supermercati saranno chiusi e che i lavoratori saranno interessati dagli ammortizzatori, verrà indetta una gara. Chi riuscirà a vincere la gara dovrà poi riacquisire i supermercati. L’obiettivo della curatela fallimentare Midal è ovviamente quello di massimizzare i profitti pertanto si cercherà di alzare il prezzo il più possibile. Il debito Midal è riconducibile a 362 creditori che hanno fatto richiesta di ammissione al passivo per un totale di circa 42 milioni di euro da recuperare. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori incontri in regione Lazio con i sindacati.
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

"Incontro impresa", le aziende mettono insieme le proprie forze

Un’associazione di piccole e medie aziende per incrementare i rapporti e mettere insieme competenze e risorse. Si chiama «Incontro impresa» la nuova iniziativa messa in piedi dagli imprenditori pontini presentata venerdì mattina presso l’hotel Europa. Nel dettaglio l’associazione si propone di propagandare e rilanciare l’impresa pontina nelle sue diverse sfaccettature attivando, tra gli imprenditori, una collaborazione strutturata ed organizzata per settori e per obiettivi al fine di aumentare le potenzialità e quindi diminuire i costi allo scopo di: presentarsi sul mercato più forti, partecipare a bandi, gare nazionali, europee ed extraeuropee, intervenire in eventi e fiere specializzate, formare consorzi o centri di servizi, interfacciarsi meglio con il sistema creditizio. «Negli ultimi anni - spiegano gli imprenditori pontini - abbiamo assistito alla scomparsa di molte aziende con il conseguente impoverimento del nostro territorio e della nostra economia nella più assoluta indifferenza generale. E’ necessario quindi avere voce in capitolo presso le istituzioni territoriali e nazionali al fine di poter presentare istanze ed essere considerati strumento positivo e collaborativo per la risoluzione dei problemi». L’associazione è apolitica, senza scopo di lucro ed è aperta a tutte quelle realtà industriali piccole e medie, commerciali, artigianali, agricole e nasce anche con il preciso impegno di intervenire per contrastare la chiusura delle imprese utilizzando ogni mezzo appropriato. Tra i propositi illustrati dai soci anche quello di tornare ad un più marcato impegno civico per Latina e la sua provincia attraverso la proposizione e partecipazione ad attività sociali che possano contribuire al miglioramento del territorio e ai rapporti con il cittadino.

sabato 13 aprile 2013

"La responsabilità penale dell’impresa", il seminario della Cna di Latina

Angelo Agnoni
La Cna di Latina, nell'ambito delle numerose iniziative promosse a favore delle attività imprenditoriali e con l’intento di sensibilizzare gli imprenditori e gli operatori del settore sui rischi e i reati che si possono commettere nello svolgimento della propria attività lavorativa, ha organizzato un seminario dal titolo "La Responsabilità penale dell’impresa alla luce del Decreto legislativo 231/2001: i rischi e le possibili soluzioni", in programma il prossimo giovedì 18 aprile 2013 alle 16 presso la propria sede di Latina in Viale Nervi 258/L. Sono sempre più numerose le sentenze che, nel corso degli anni, hanno contribuito a definire gli ambiti di applicazione del Decreto Legislativo 231/2001, che estende all'impresa (oltre che al legale rappresentante) la responsabilità penale, derivante dalla commissione di reati commessi da chi opera in nome e per conto dell'azienda. «Il seminario, nato in collaborazione con Cna Interpreta, ha l'obiettivo di fare il punto sulle misure necessarie per ridurre al minimo i rischi delle società e dei loro legali rappresentanti, a prescindere dalla dimensione dell'impresa - ha dichiarato il Presidente della Cna di Latina, Angelo Agnoni, che continua - in particolare il Decreto Legislativo 231/2001 ha introdotto una nuova forma di responsabilità delle società, qualificata come amministrativa ma sostanzialmente di natura penale, per alcune tipologie di reati commessi da amministratori e dipendenti, nonché dai soggetti che agiscono in nome e per conto della società. In ossequio alle indicazioni del Decreto, Cna Interpreta si è dotata, con deliberazione del Consiglio di Amministrazione del 22/10/2012, di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, che comprende, tra gli altri, un documento di rilievo definito Codice Etico. Tra le due finalità di tale Codice Etico che verranno riproposte durante il seminario ci sarà la definizione formale dei principi etici fondamentali della Società e la decisione di stabilire le regole comportamentali di riferimento di chi lavora con e per essa. Destinatari del Codice sono, oltreché le figure interne, i consulenti e collaboratori esterni, i fornitori, e più in generale ciascun soggetto terzo che abbia interesse ad interagire con la società. Tali soggetti devono quindi, sia formalmente, che sostanzialmente, ispirare il loro atteggiamento etico e il loro operato concreto ai princìpi contenuti nel Codice, per quanto di spettanza. Cna Interpreta vigilerà sull’efficace attuazione dei medesimi tramite un apposito organismo a ciò preposto, potendo agire, nel caso di accertata violazione, con adeguate misure di tutela». In caso di condanna, le sanzioni applicabili all'impresa sono di natura pecuniaria ed interdittiva. Tra i reati previsti rientrano, ad esempio, quelli disciplinati dal testo unico sulla sicurezza dei lavoratori, le norme sull'ambiente e sulla tutela dei consumatori. La frequenza al seminario è gratuita. Gli interessati possono contattare gli uffici della Cna di Latina allo 0773/ 60.59.93-4. Il corso, inoltre, consentirà all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di conseguire il credito formativo.

venerdì 12 aprile 2013

“La tutela della responsabilità professionale del notaio“, al via i seminari

Primo appuntamento con la stagione dei seminari del Consiglio notarile di Latina che oggi a partire dalle 9.30 ad Arce (Frosinone), insieme ai Consigli notarili di Frosinone, Cassino e, novità dell’ultimo anno, anche di Campobasso, Isernia e Larino, più Viterbo e Rieti, organizzerà l’importante convegno ‘La tutela della responsabilità professionale del notaio’. Tra gli organizzatori di questa giornata di studi il notaio dottor Giovanni Battista Viscogliosi, notaio di Fondi, confermato presidente del Consiglio notarile di Latina dal febbraio scorso. Questo il programma articolato per la giornata: inizio alle 9 con la sessione mattutina che abbraccia diversi temi, tra cui la tutela del notaio in materia di antiriciclaggio, la relazione 'L'antiriciclaggio' e le sue implicazioni pratiche del dottor Vincenzo Gunnella, notaio a Firenze. A seguire la  presentazione del progetto Kyc antiriciclaggio: Banche dati antiriciclaggio - Liste comprendenti oltre 5.000.000 nominativi finalizzate all'adeguata verifica della clientela - Modulo software - Strumenti e procedure che guidano l'utente all'adempimento degli obblighi in materia di antiriciclaggio da parte del dottor Giuseppe Polimeni - Sales & Marketing Manager Oa Sistemi. Tema dell'intervento ‘Identificazione dei clienti e gestione degli indicatori di anomalia - Interrogazioni delle banche dati antiriciclaggio - Registro della clientela - Archivio unico informatico' del dottor Raffaele Sterzi, responsabile software studi notarili Oa Point Group. Nella sessione pomeridiana si comincia col tema ‘L'assicurazione per il notaio: in particolare l'assicurazione RC’. Poi la relazione ‘La nostra polizza RC professionale e l'obbligo assicurativo’ del dottor Francesco Previti, notaio a Siena, la relazione ‘Programma assicurativo del Notariato: moduli facoltativi’ della dottoressa Alessandra Pozzi - Broker AON - Banchero Costa e Team Banchero Costa. La relazione: La gestione del sinistro: consigli pratici dell'avvocato Federico Spinucci- Assonotar e Team Assonotar, più la relazione ‘Esame della tipologia di sinistri più frequenti e casistica’ a cura della Assonotar e dello Studio Legale Ferraro-Giove.

giovedì 11 aprile 2013

Caso Selex: Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Ugl metalmeccanici proclamano due ore di sciopero

Il 5 aprile 2013 presso l'Unione Industriali di Roma si è svolto il Coordinamento Nazionale del Gruppo Selex Es nel quale la società ha illustrato il piano industriale e di riorganizzazione, comunicando la chiusura di 22 siti ed un esubero strutturale di 1.938 unità sul territorio nazionale. Nel piano industriale non sono presenti indicatori di garanzia rispetto alla tenuta complessiva delle attività in essere, definendo un altissimo rischio accupazionale che va ben oltre i numeri dichiarati dalla società. «Per questo motivo - spiega il segretario Fiom Cgil Latina Tiziano Maronna - e a seguito dell'assemblea con i lavoratori le Rsu, congiuntamente alle segreterie provinciali Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Ugl metalmeccanici, hanno indetto per domani due ore di sciopero, con presidio dalle 8 alle 10 davanti i cancelli dell'azienda».

L'INTERVENTO DI FLMUNITI-CUB
«I dati forniti da Selex ES rivelano che il piano industriale altro non è che un ridimensionamento dei livelli occupazionali, ottenuto attraverso la mobilità, per il momento, di circa 2.000 lavoratori e l’accorpamento delle attività lavorative e non, tra i vari siti». E' così che la FLMUniti-CUB interviene sulla vertenza Selex ricordando l'importanza di una azione tempestiva da parte dei lavoratori a tutela dei loro posti di lavoro e dei loro diritti. Entrando nel merito del piano industriale il sindacato evidenzia problematicità in merito a:
- aver indicato il trasferimento di una parte corposa (20-25 milioni di euro di fatturato) delle attività di customer service (vengono trasferite solo le attività, senza trasferire il personale) nel sito di Pomezia, quando sia le attività che i reparti di produzione degli apparati sui quali andrà fatta assistenza sono ubicati nel sito di Cisterna
- aver indicato Campi Bisenzio quale Centro di Eccellenza per la meccanica, visto che non ci risulta abbiano il know how espresso dalla meccanica di Cisterna, sia nella prototipazione che nella produzione meccanica 
- il trasferimento di una parte delle attività della Ex Selex Galileo di Pomezia a Cisterna. Anche se da un lato sembrano confermare le intenzioni della Selex Es di mantenere il livello occupazionale del sito, dall’altro potrebbero portare, nel giro di poco tempo, a problemi di esuberi strutturali, qualora non si riesca ad alimentare una simile forza lavoro (tra le 90 e le 120 persone. Di che età? Con quali mansioni? Quanti diretti e quanti indiretti?).
FLMUniti-CUB evidenzia inoltre che in nessuna parte del documento si parla di investimenti, mentre nel suddetto Piano già si indica esplicitamente una grave problematica futura (con importanti tagli al personale). Inoltre nel piano industriale non si fa alcun cenno agli svariati milioni di euro di debiti pregressi verso i fornitori (sembra 100milioni di euro di Selex Elsag, a cui vanno aggiunti quelli di Selex Galileo e quelli di Selex Sistemi Integrati) né a come reperire le risorse necessarie alla loro estinzione. Senza una soluzione non sarà più possibile il rifornimento né di materie prime, né di semilavorati. «Occorrono azioni ben più incisive dello stato di agitazione sindacale ed il blocco degli straordinari - continua il sindacato - Proponiamo quindi una prima azione di sciopero di 1 ora dalle 8 alle 9 per il 15 aprile con presidio davanti allo stabilimento, per affermare la totale indisponibilità delle lavoratrici e dei lavoratori a rinnovare la Cassa integrazione guadagni ordinaria vista l’assenza di proposte chiare e certe sul futuro occupazionale e produttivo nello stabilimento Selex ES di Cisterna. Senza la vostra mobilitazione non esiste alcuna salvaguardia del futuro occupazionale».

Scm, è urgente e necessario aprire un tavolo di confronto istituzionale

«Aprire al più presto un tavolo di confronto a livello istituzionale per esaminare tutte le possibilità di rilancio del sito produttivo della Scm di Latina Scalo». Lo chiede il responsabile provinciale dell’Ugl Chimici Latina, Eliseo Fiorin, spiegando che «la scorsa settimana si è tenuta un’assemblea unitaria organizzata da Ugl Chimici, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, nella quale è emersa tutta la preoccupazione dei lavoratori per una situazione sempre più insostenibile. Non solo i dipendenti dello stabilimento sono costretti a ricorrere alle vie giudiziarie per ottenere il pagamento degli stipendi arretrati, non percepiti dallo scorso dicembre, ma sono stati messi di fronte a scelte unilaterali inaccettabili, come la riduzione delle retribuzioni, decisa dai vertici Scm per la situazione debitoria dell’azienda». «Decisione che - prosegue il sindacalista - scarica sui lavoratori i costi della crisi aziendale, mentre nulla è stato fatto per dare attuazione al piano industriale che prevedeva il rilancio del sito, né tantomeno è stato dato un vero peso alle manifestazioni di interesse da parte di altri soggetti industriali pervenute nei mesi scorsi». «All’inizio dell’anno - aggiunge Fiorin - abbiamo siglato presso la Regione Lazio l’accordo che consente ai lavoratori di usufruire della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi, ma si tratta di una soluzione tampone: serve un intervento immediato e concreto per dare un futuro ai lavoratori coinvolti».

Vtm, sciopero ad oltranza per chiedere il pagamento delle mensilità arretrate

«Le rappresentanze sindacali unitarie della Vtm hanno proclamato lo sciopero a oltranza dei dipendenti dello stabilimento di Minturno». Lo ha reso noto martedì scorso il responsabile provinciale dell’Ugl Chimici Latina, Eliseo Fiorin, evidenziando come «i lavoratori intendano rimarcare la propria contrarietà verso l’atteggiamento della direzione aziendale che non ha rispettato l’impegno di corrispondere le mensilità arretrate». «Nonostante il mancato pagamento delle retribuzioni da febbraio - spiega Fiorin - i lavoratori hanno continuato ad effettuare il proprio lavoro con grande senso di responsabilità ma ora, dopo l’ennesima promessa non mantenuta, non possono più accettare sacrifici. Inoltre, con un comunicato affisso in bacheca, l’amministratore delegato ha affermato che parte delle criticità aziendali sono dovute al fatto che alcune vertenze di lavoro sono state accolte in giudizio d’appello, invitando dunque i dipendenti a rivolgersi direttamente alla direzione per eventuali problemi ed evitando, quindi, di coinvolgere il sindacato. Un atteggiamento inaccettabile, che contribuisce ad acuire invece che risolvere le problematiche esistenti». Per Domenico Pensiero, rsu Ugl della Vtm, «è incredibile come l’azienda, con una nota affissa in bacheca, cerchi di screditare le rappresentanze sindacali dei lavoratori sostenendo che l’erogazione del salario, ormai non regolare da mesi, sia la scelta di un sindacalismo irresponsabile. Con la protesta ad oltranza vogliamo evidenziare l’esasperazione per le serie difficoltà economiche che stiamo vivendo, insieme alle nostre famiglie: l’azienda ponga fine immediatamente ad un atteggiamento che rischia di sfociare nell’ennesimo dramma sociale».

Crisi economica, a Latina situazione sempre più drammatica

Non si arresta l’ondata di difficoltà che, giorno dopo giorno, continuano a mettere in ginocchio l’economia pontina. Una crisi dopo l’altra che, pian piano, stanno andando ad impoverire la provincia di Latina, polo chimico-farmaceutico secondo solo a quello della Lombardia. Le multinazionali, seppur attraverso fitti di ramo d’azienda, stanno gradualmente chiudendo i battenti: Pfizer ha lasciato da tempo il posto ad Haupt Pharma, Bristol ha ceduto a Corden Pharma, l’Abbott di Campoverde si è scissa dando vita ad AbbVie. Alla crisi di questo settore si aggiunge quella legata agli informatori scientifici del farmaco. Proprio lo scorso 22 marzo Pfizer, con sede legale a Latina, ha annunciato l’apertura di una procedura di mobilità per 192 unità attive in tutta Italia. Una procedura di mobilità che è solo l’ultima in ordine di tempo. Quest’anno, infatti, già altri gruppi importanti sono caduti in difficoltà. Tra questi è possibile ricordare la Bracco con 111 esuberi e la Bristol Myers Squibb con 246 addetti, ma anche entità più piccole come Rottapharm con 34 persone, Pharmantis e Takeda con 35. Anche Janssen, a fine marzo, ha dichiarato l’intenzione di licenziare 41 informatori. Un elenco lunghissimo che negli ultimi cinque anni vede oltre 7000 posti di lavoro persi. La situazione non è migliore per gli altri settori. Per quanto riguarda i servizi sono moltissime le realtà a rischio collasso: 6 supermercati del Gruppo ex Midal (attualmente con marchio Sigma Prime) rischiano di chiudere coinvolgendo oltre 300 unità, importanti Gruppi di Vigilanza come Securitas Metronotte, gravati dai mancati pagamenti per quanto riguarda la fornitura dei servizi provenienti dal comparto pubblico, hanno dichiarato degli esuberi. In crisi anche altri storici stabilimenti come il Gruppo ex Icom (Imp), Estrusione Italia che dopo il cambio societario non ha ancora riassorbito tutto il personale, Sicamb che ciclicamente ricorre agli ammortizzatori sociali, Nexans che ha aperto una procedura di mobilità per 35 unità senza attuare la reindustrializzazione del sito come promesso, Gial che ha aperto una procedura di mobilità per 22 persone, Crown Closures Italy, Ex Findus, ex Bullonificio di Aprilia (LatinAprilia), Paoil che ha aperto una cassa integrazione straordinaria per 35 lavoratori su 42, Pozzi Ginori che vede 130 unità in cassa integrazione, Scm che intende ridurre lo stipendio dei 61 dipendenti del 15%, Montebovi, Bridgestone che vede a rischio 70 lavoratori. Non vanno poi dimenticate altre importanti vertenze come OI Manufactoring che nel novembre 2012 aveva aperto una procedura di mobilità per 35 unità, Selex, Biosint, Evotape e moltissime altre aziende. Insomma lo scenario, già catastrofico in tutta Italia, nella provincia pontina riesce ad essere addirittura peggiore.
(Fonte: quotidiano La Provincia)

mercoledì 10 aprile 2013

Confindustria e sindacati insieme per fronteggiare la crisi economica

La conferenza stampa
«La crisi è presente in tutta Italia ma, nel territorio pontino, il colpo è troppo forte e non più sopportabile. Per questo motivo, già da qualche tempo, è stato avviato un dialogo con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl con l’obiettivo di provare ad invertire l’attuale tendenza». E’ con queste parole che il presidente di Confindustria Latina Paolo Marini ha presentato, nei giorni scorsi, assieme a Cgil, Cisl, Uil e Ugl, l’iniziativa «Progetto per contrastare insieme la crisi». Il primo passo che si intende fare è quello di puntare ai fondi strutturali della Comunità europea. «Non possiamo immaginare di reagire in modo serio e risolutivo senza l’intervento delle istituzioni poiché la difficoltà che registriamo è spalmata non soltanto su tutti i comparti e i settori, ma anche sui diversi strati della società. Qui si tratta di occuparsi dell’intera comunità, dell’intero territorio, dell’intero sistema produttivo ed economico. Sappiamo che in Regione, ancora per poche settimane, saranno disponibili delle ingenti somme economiche stanziate dalla Comunità europea. Dobbiamo assolutamente coinvolgere gli interlocutori istituzionali preposti al fine di intercettare e far sì che queste risorse vengano destinate al recupero e al rilancio del nostro territorio. Non possiamo permetterci di perdere questa opportunità, ed ecco perché abbiamo stabilito di richiedere nei prossimi giorni, un incontro urgente al presidente della Provincia di Latina Armando Cusani e al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, affinché si attivino tutte le azioni tese all’utilizzo delle risorse ancora disponibili a sostegno dell’economia locale». Il passo successivo sarà quello di dar avvio a tavoli settoriali (metalmeccanico, alimentare, chimico e farmaceutico, turismo) al fine di esaminare più da vicino proposte operative che interessino le aziende ed i rispettivi lavoratori. Contestualmente si studieranno misure idonee al fine di agevolare l’assunzione dei giovani mettendo in campo tutte le possibili azioni che diano una spinta alla ricerca e allo sviluppo. Allo stesso modo saranno sostenute tutte quelle iniziative volte ad incoraggiare l’organizzazione di nuove filiere di reti di impresa. Presso la sede di Confindustria sarà inoltre aperto uno sportello che avrà la funzione di un vero e proprio centro di ascolto a sostegno delle aziende e degli imprenditori in difficoltà per non fargli sentire il peso della crisi. Altra importante leva è, infine, quella della formazione ed in particolare la possibilità di promuovere attività formative a costo zero per l’azienda e per i lavoratori attraverso l’ente bilaterale Fondimpresa. «Tutti questi interventi vanno a costituire una terapia d’urto - prosegue il presidente Marini, sostenuto dal direttore Viceconte - Una terapia fatta di azioni contestuali e simultanee che diano la priorità alla questione lavoro, grande emergenza della nostra provincia e del nostro Paese». Il presidente di Confindustria Latina ricorda inoltre che «servono interventi immediati, durevoli, coraggiosi e incisivi per sopravvivere alle profonde ferite lasciate dalla crisi».

L'INTERVENTO DELLE PARTI SOCIALI
«Sono circa 1.200 le unità espulse dal mondo del lavoro - ha spiegato il segretario generale Cgil Anselmo Briganti - Di fronte ad una situazione così drammatica è indispensabile creare una cabina di regia tra Confindustria e organizzazioni sindacali a sostegno delle aziende in difficoltà. Gli obiettivi su cui sarebbe opportuno puntare riguardano la riduzione dell’Imu, la detassazione delle nuove assunzioni, la riduzione della burocrazia e la realizzazione di progetti culturali sulla scia di quanto fatto nella Germania dell’Est con il riutilizzo delle fabbriche in luoghi dedicati all’arte e la rioccupazione di circa 20mila lavoratori». «E’ anche importante agire sulle situazioni di emergenza - ha proseguito il segretario Ugl Maria Antonietta Vicaro - come la cassa integrazione in deroga autorizzata ma non ancora concessa per via di cavilli burocratici e la detassazione che è in attesa del decreto attuativo. Occorrono inoltre progetti pilota per rilanciare l’occupazione giovanile». «Crediamo fortemente in questo progetto - ha aggiunto Ewa Blasik della Cisl - In contemporanea dobbiamo però lavorare anche sulla contrattazione di secondo livello e l’accesso al credito. Si deve poi fare il possibile per creare l’humus positivo capace di attrarre finanziamenti». «Sentiamo addosso il peso di una crisi che sta affossando il nostro territorio - ha concluso il segretario Uil Luigi Garullo - Latina è in una situazione peggiore rispetto alle altre province del Lazio proprio per la sua peculiarità industriale. Occorre un piano straordinario per l’occupazione. Eliminando consulenze, baronati e privilegi si possono liberare risorse immense».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

martedì 9 aprile 2013

Pagamenti della Pubblica amministrazione, escluse le aziende con meno di 20 addetti

A quanto ammontano i pagamenti arretrati che la Pubblica amministrazione deve onorare alle imprese italiane? La domanda è sollevata dalla CGIA di Mestre che, dopo aver analizzato la Relazione della Banca d’Italia presentata nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati, ha scoperto che i 91 miliardi di euro che l’Istituto di via Nazionale ha stimato in questo rapporto sono stati calcolati attraverso un’indagine campionaria condotta solo sulle imprese con più di 20 addetti. «Ciò vuol dire che le aziende con meno di 20 addetti – segnala il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi - che rappresentano il 98% del totale delle imprese presenti nel nostro Paese, non sono state monitorate. Pertanto, i 91 miliardi di debiti in capo della Pubblica amministrazione sono decisamente sottodimensionati, visto che non tengono in considerazione gli importi che le piccole e micro imprese devono incassare dallo Stato centrale e dalle Regioni e gli Enti locali. Nonostante siano centinaia di migliaia i commercianti, gli artigiani e i piccoli imprenditori che forniscono materiali o servizi, eseguono manutenzioni o ristrutturazioni in moltissimi Comuni, nelle scuole o negli ospedali, a queste imprese non è riconosciuta nemmeno la dignità statistica». Oltre al mancato monitoraggio delle aziende con meno di 20 addetti, la CGIA sottolinea che nella indagine redatta dalla Banca d’Italia non sono incluse neppure le imprese operanti nei servizi sociali e sanitari che, come sottolinea la Relazione stessa, sono attività che intrattengono scambi commerciali intensi con le Amministrazioni pubbliche. Inoltre, l’indagine è relativa al 31 dicembre 2011, quindi è presumibile che ad oggi l’importo complessivo del debito sia cresciuto di qualche miliardo. «In un Paese civile – conclude Bortolussi – che credibilità può avere un debitore se non conosce nemmeno l’ammontare esatto dei soldi che deve ai suoi creditori? Per questo chiediamo al Governo o al Ministero dell’Economia di attivare la Ragioneria Generale dello Stato, affinché sia data una stima meno approssimativa di quella attualmente in circolazione. Se in tempi ragionevoli sarà possibile effettuare un nuovo monitoraggio, è molto probabile che il debito della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese lieviti tra i 120/130 miliardi di euro». Infine, in vista dell’approvazione del decreto che dovrebbe sbloccare una parte di questi debiti arretrati, la CGIA ricorda che è necessario che lo smobilizzo sia accompagnato dall’impegno dei destinatari di questi pagamenti a saldare in tempi rapidissimi gli arretrati accumulati nei confronti dei propri subappaltatori/subfornitori. Solo così tutto il sistema produttivo potrà beneficiare di questa nuova ondata di liquidità.

lunedì 8 aprile 2013

Selex, la riorganizzazione del Gruppo porterà oltre mille esuberi in tutta Italia

Si è tenuto la scorsa settimana presso l'Unione industriali di Roma l’incontro tra i vertici della Selex Es (Gruppo Finmeccanica) e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm e Ugl Metalmeccanici per discutere del piano industriale della nuova realtà nata il primo gennaio di quest’anno dopo la fusione delle tre Selex (Galileo, Sistemi Integrati, Selex Elsag). Parliamo di un Gruppo che complessivamente raggruppa circa 20.000 lavoratori in Italia e all’estero. In particolare per quanto riguarda la fabbrica di Cisterna, dove lavorano più di 540 lavoratori attualmente in cassa integrazione (situazione derivante dal precedente progetto di fusione tra Selex Communications e Selex Elsag, ndr), l’azienda ha comunicato che il sito rimarrà strategico per quanto riguarda la produzione e la logistica. Per quanto concerne le altre realtà è invece prevista una riorganizzazione che vedrà la chiusura con relativo accorpamento su altre sedi di circa 22 siti, su un totale di 48 in Italia. Inoltre l’azienda ha annunciato esuberi pari a 1098 lavoratori indiretti e 840 diretti che saranno in parte gestiti con la mobilità volontaria già in essere per 810 lavoratori e per il resto con ulteriore procedura di cassa integrazione straordinaria da definire nei prossimi giorni. A Cisterna verranno dunque trasferite attività attualmente in essere presso lo stabilimento Selex Galileo di Pomezia, in particolare puntando sulla produzione Smt e sui sistemi avionici e riparazione, Iff civile, Prototipi e Meccanica. «La Selex Es che ha dichiarato di voler puntare su Cisterna per migliorare le  situazioni di eccellenza per produzione e logistica - spiega il segretario provinciale Ugl Maria Antonietta Vicaro - ha comunque rappresentato una serie di problematiche a livello nazionale che, visto lo stallo del Governo e la riduzione delle risorse, potrebbero tradursi in disagi finanziari. Gli esuberi che ormai da tempo riguardano i lavoratori indiretti e che hanno prodotto pesanti ricadute economiche sulle buste paga di alcuni lavoratori, dovranno essere gestiti in termini diversi rispetto a quelli precedenti».

Pfizer, mobilità per 192 informatori scientifici: assemblee in tutta Italia

Si sono concluse nei giorni scorsi le assemblee degli Informatori Scientifici del Farmaco della Pfizer Italia srl organizzate dalle segreterie provinciali di Latina di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uilcem Uil e Ugl Chimici, dopo l'annuncio della multinazionale dell'apertura di una procedura di mobilità per 192 unità. L'azienda ha motivato la decisione con le scadenze dei brevetti, il contenimento dei costi, il drastico taglio delle spese da parte del Sistema Sanitario Nazionale, la necessità di riorganizzare la propria struttura, il fatturato pro capite basso. Il sindacato ha chiesto a Pfizer di ridurre i numeri della procedura, di spalmare gli esuberi su tutte le Business Unit e di prendere in considerazione forme di ammortizzatori sociali alternativi alla mobilità. «Una situazione che si annuncia complicata e che colpirà in modo pesantissimo questo settore della società considerando che i 192 esuberi annunciati rappresentano oltre il 70% del personale abitualmente impiegato - ha commentato il segretario  Femca Roberto Cecere - E' stato dichiarato lo stato di agitazione e i lavoratori si sono detti pronti a supportare le azioni che la rappresentanza sindacale unitaria e le segreterie provinciali intenderanno intraprendere affinché la vertenza trovi sbocchi accettabili per tutti». Questa di Pfizer è l'ultima procedura di mobilità in ordine di tempo che si è aperta e segue di poco quelle che hanno già colpito quest'anno altri gruppi importanti quali la Bracco con 111 esuberi dichiarati o la Bristol Myers Squibb con 246 addetti, ma anche entità più piccole come Rottapharm con 34 persone, Pharmantis e Takeda con 35. Anche Janssen ha fatto la sua parte dichiarando, a fine marzo, l'intenzione di licenziare 41 informatori. Un elenco lunghissimo che negli ultimi cinque anni ha prodotto oltre 7000 posti di lavoro in meno nel settore. «Diventa sempre più complicato gestire la vertenza di questi lavoratori a livello aziendale poiché le criticità di questo settore coinvolgono attori e situazioni molto più complesse ad impatto nazionale - prosegue il segretario provinciale della Femca Cisl di Latina - E' quindi necessario che la categoria serri ancor di più le fila e dia vita ad iniziative di mobilitazione capaci di calamitare l'attenzione delle loro vertenze facendole uscire dai vari ambiti territoriali. Creare una sinergia con i livelli nazionali del sindacato aiuterebbe ad individuare una soluzione anche coinvolgendo Farmindustria e le Istituzioni con iniziative volte ad un recupero di queste professionalità. Come Femca Cisl riteniamo che il settore farmaceutico sia fondamentale per la crescita e l'occupazione qualificata del nostro Paese e proprio per questo stiamo chiedendo al Governo misure a sostegno di una politica industriale per il suo rilancio che si basi su ricerca ed innovazione, su investimenti, sulla valorizzazione dei brevetti, ma anche su un sistema normativo che riconosca il valore industriale del comparto farmaceutico».

Delocalizzazione, in 11 anni oltre il 65% delle imprese italiane si è trasferito all'estero

Se in questi ultimi anni la crescita del numero delle aziende interessate dal fenomeno della delocalizzazione è stato abbastanza contenuto, + 4,5% tra il 2008 ed il 2011, nell'arco temporale che va dal 2000 al 2011, invece, l'incremento è stato molto consistente: +65%. Alla fine del 2011 ammontavano a poco più di 1.557.000 i posti di lavoro creati da queste aziende oltre confine. «Premesso che in questi ultimi decenni la delocalizzazione produttiva ha interessato tutti i Paesi più industrializzati del mondo - sottolinea il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - fare impresa in Italia è molto più difficile che altrove. Le tasse, la burocrazia, il costo del lavoro, il deficit logistico-infrastrutturale, l'inefficienza della Pubblica amministrazione, la mancanza di credito e i costi dell'energia rappresentano degli ostacoli spesso insuperabili che hanno indotto molti imprenditori a trasferirsi in Paesi dove il clima nei confronti dell'azienda è più favorevole». Il Paese più attrattivo per i nostri imprenditori è la Francia: sono 2.562 le aziende italiane che hanno trasferito una parte della propria filiera produttiva nel paese Transalpino. «Un elemento di forte richiamo - prosegue Giuseppe Bortolussi - è la certezza del diritto. In Francia, ad esempio, i tempi di pagamento sono più puntuali e più rapidi di quanto avviene da noi. La giustizia francese funziona e chi non paga viene perseguito e sanzionato. Senza contare che i tempi di risposta delle autorità locali sono strettissimi, al contrario di quanto succede in Italia dove l'unica certezza sono i ritardi che accompagnano quasi ogni pratica pubblica». Dopo la Francia, tra i Paesi che hanno attratto gli interessi delle nostre imprese troviamo gli Stati Uniti (2.408 aziende), la Germania (2.099 imprese), la Romania (1.992 unità produttive) e la Spagna (1.925 aziende). La Cina è al settimo posto, con 1.103 imprese italiane che hanno scelto di proseguire la propria attività produttiva in estremo oriente. Le Regioni più investite dalla "fuga" delle proprie aziende verso l'estero sono quelle del Nord. In Lombardia se ne contano 9.647, in Veneto 3.679 in Emilia Romagna 3.554 e in Piemonte 2.806. Messe tutte assieme costituiscono oltre il 72% del totale delle imprese che hanno lasciato il nostro Paese. «La delocalizzazione - conclude Bortolussi - ha una valenza economica, ma anche sociale e politica. Se da un lato la delocalizzazione tende ad aumentare la competitività di un'attività produttiva, dall'altro si corre il rischio di far crescere la disoccupazione nell'area in cui ha origine. Ciò rischia di avvenire se i lavoratori fuoriusciti dalle attività produttive non sono reimpiegati in altre attività presenti in loco. Visto che la delocalizzazione ha investito soprattutto le Regioni italiane dove il tasso di disoccupazione è ancor oggi tutto sommato abbastanza contenuto, possiamo dire che questo fenomeno non ha dato luogo a grossi problemi occupazionali». Quali sono i settori più interessati da questo fenomeno? Quasi un'impresa su due (48,3% del totale) opera nel commercio all'ingrosso (in valore assoluto sono 13.124 aziende). Si tratta, ad esempio, di attività legate agli intermediari del commercio, del commercio all'ingrosso di prodotti alimentari e bevande, di apparecchiature high-tech e di altri macchinari e attrezzature. Attività prevalentemente costituite dalle filiali commerciali di imprese manifatturiere. Segue l'industria manifatturiera (28,6% del totale) e la logistica (6,2% del totale).

(Nota: in questa elaborazione sono state considerate solo le attività produttive con un volume di affari all'estero superiore ai 2,5 milioni di euro. In base alle dimensioni di impresa definite dall'Ue, in questa analisi non sono ricomprese le imprese con meno di 10 addetti)

venerdì 5 aprile 2013

Emergenza abitativa, la protesta delle famiglie sfrattate

E' davvero alto il livello di disperazione delle famiglie indigenti a rischio sfratto della provincia di Latina che, martedì e mercoledì scorsi, hanno allestito una tendopoli sotto il comune di Latina per protestare contro l’emergenza abitativa. «Sono anni che combatto contro le istituzioni. Nonostante sono prima nella graduatoria per le case popolari mi trovo ancora senza un tetto sotto cui vivere - ha spiegato Giuseppina Di Principe, a cui è stato comunicato lo sfratto per il prossimo 31 maggio - Ho problemi di salute, tre figlie malate e un compagno agli arresti domiciliari per mancato mantenimento alla ex moglie. Al nostro caso si è interessato anche il Presidente della Repubblica ma l’amministrazione non è ancora stata in grado di trovare una soluzione». «E’ dal mese di ottobre che continuo a scontrarmi con l’assessorato ai Servizi Sociali del comune di Latina - ha aggiunto Anastasia Adinolfi, una donna con una figlia minorenne che verrà sfrattata dalla propria abitazione il prossimo 11 aprile - Mi avevano invitato a cercare un appartamento privato promettendomi di pagarmi l’affitto. Dopo aver inviato loro tre preventivi, così come richiesto, il Comune si è detto disponibile a saldare solo i primi tre mesi». «E’ dal 2005 che chiedo un alloggio - ha concluso Mohamed, tunisino di origine ma cittadino italiano a tutti gli effetti - Ho una famiglia di tre figli e vedo consegnare alloggi a persone in situazioni meno disperate della mia. E’ una vergogna!». Intanto nel pomeriggio di mercoledì scorso una delegazione composta da alcuni dei membri delle associazioni che hanno organizzato la protesta (Valore Donna, Dignità Sociale, I Cittadini contro le mafie e la corruzione e molte altre) sono state ricevute dal sindaco Giovanni Di Giorgi. «Il Comune di Latina continuerà a monitorare i casi che saranno sottoposti alla nostra attenzione - ha affermato il sindaco Giovanni Di Giorgi – cercando di rafforzare le politiche sociali e fornire il massimo sostegno possibile, come del resto già attuato con grande impegno dall’assessorato ai servizi sociali». Il Sindaco si farà quindi promotore di un’azione verso il Governo nazionale e regionale chiedendo al presidente del Consiglio Mario Monti e al presidente della Regione Nicola Zingaretti di attivarsi sia per prevedere la proroga di almeno un anno degli sfratti sia, in ambito regionale, per fare in modo che l’Ater possa essere parte attiva di un’azione di sostegno alle famiglie colpite da problemi abitativi. «I fondi stanziati per le famiglie bisognose che rischiano lo sfratto di cui parla il Comune - specifica Valentina Pappacena di Valore Donna - riguardano le famiglie al primo sfratto (in questo momento stiamo invece parlando di casi che vanno avanti ormai da tempo) e poi sono soldi che vengono dati ai padroni di casa, ma solo dietro richiesta delle buste paga da parte delle famiglie morose. Il problema è che nessuna di queste famiglie è in grado di esibire la busta paga e tantomeno nessuno è in grado di potere continuare a pagare gli affitti una volta che si è consumato il fondo stanziato dai servizi sociali perché si tratta di persone che non riescono a trovare lavoro, in cassa integrazione o licenziate». A seguito dell’incontro le associazioni che hanno organizzato la protesta hanno interrotto il presidio e smobilitato i gazebo da piazza del Popolo. Ma sono pronte a ripartire con la loro battaglia qualora non venissero mantenuti gli impegni presi dalle istituzioni locali.

giovedì 4 aprile 2013

Cassa integrazione in deroga, necessario lo sblocco al più presto

Problemi a non finire per i numerosi cassintegrati della provincia di Latina e, più in generale, del Lazio. Oltre ai già noti disagi legati all’incertezza degli stanziamenti per il prosieguo della cassa integrazione in deroga, i lavoratori della provincia di Latina stanno infatti vivendo un ulteriore dramma. Al momento mancano infatti le determine firmate dai funzionari della regione Lazio necessarie a sbloccare i 38 milioni di euro stanziati dal ministro Fornero in accordo con la regione Lazio per la copertura parziale del 2013. Denaro che è stato stanziato per dare sostegno economico alle maestranze comprese all’interno dei circa 1.200 accordi stretti tra sindacati e aziende a partire da gennaio 2013. «La questione appare sempre più difficile da risolvere - ha spiegato il segretario Ugl Maria Antonietta Vicaro - Prima ci siamo dovuti scontrare con un ritardo nella pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto. Dopo la pubblicazione, avvenuta il 20 marzo, ora siamo costretti ad attendere la nomina del nuovo funzionario del Settore Lavoro che dovrebbe vistare le determine in attesa delle firme». A tutto ciò si aggiungono le problematiche che riguardano l’Inps non più nelle condizioni di anticipare ai lavoratori per i primi 4 mesi. Un disagio che vede molti dipendenti senza un sostegno economico ormai da gennaio. «Se consideriamo che molti di loro sono a zero ore - continua la sindacalista - è evidente che stiamo andando incontro all’emergenza sociale». La sindacalista dell’Ugl fa inoltre notare come i dipendenti di alcune realtà, tra cui è possibile ricordare Gial, Imp (ex Icom), Cm Latina e Allufer, siano ancora in attesa delle spettanze del 2012. «Chiediamo alla nuova Regione di accelerare i tempi di definizione delle nomine dei nuovi funzionari - prosegue Maria Antonietta Vicaro - Siamo ormai in emergenza continua e, se non riusciamo neanche più a garantire il parziale sostegno economico, si rischia di mettere a rischio migliaia di persone. Oltre ai prossimi stanziamenti in discussione al Governo chiediamo che su quanto già stabilito, si velocizzino i tempi».