venerdì 31 maggio 2013

Ex Gambro, lavoratori in assemblea permanente

I lavoratori della ex Gambro di Tor Tre Ponti non ci stanno ad essere estromessi dal loro posto di lavoro e, dopo aver proclamato lo stato di agitazione, danno il via ad una assemblea permanente. Una decisione forte, scaturita dalla recente decisione della Cosmo Pharma srl (società affittuaria dello stabilimento, ndr) di aprire una cassa integrazione straordinaria per i 62 lavoratori ex Gambro. Nello specifico gli ex dipendenti Gambro non hanno accettato il fatto che i 12 lavoratori Cosmo Pharma, a loro differenza, sono rimasti a lavorare nello stabilimento chimico-farmaceutico. Una scelta che è stata interpretata come una provocazione. E’ stato dunque deciso il blocco delle attività lavorative e delle produzioni ed è stato chiesto al Prefetto di Latina di farsi carico di questa vertenza che si trascina ormai da troppi anni. Fin da quando la multinazionale Gambro decise di abbandonare Latina scalo, infatti, lo stabilimento ha navigato in acque agitate passando di proprietà in proprietà fino al fallimento decretato il mese scorso dal Tribunale di Latina. Un brutto esempio di deindustrializzazione non riuscita di un sito abbandonato a se stesso dopo tante promesse e vari piani industriali rimasti sulla carta, in cui a pagare alla fine sono stati solo i lavoratori e le loro famiglie. Anche l’imprenditore che si era fatto avanti per rilanciare lo stabilimento non ha trovato meglio da fare, come primo atto, che collocare tutti i lavoratori in cassa integrazione. «E’ una brutta vicenda - ha commentato Roberto Cecere, segretario provinciale della Femca Cisl di Latina - l’appello lanciato al Prefetto e alle istituzioni vuole essere una richiesta a farsi carico di quanto sta accadendo prima che sia troppo tardi. Alla curatela fallimentare chiediamo di attivarsi affinché l’anno di cassa integrazione firmato in Regione non scorra invano, soprattutto alla luce delle manifestazioni di interesse per il sito della Scm avanzate da alcuni imprenditori locali».

giovedì 30 maggio 2013

Dipendenti del comune di San Felice in stato di agitazione, appello al Prefetto

Le segreterie della provincia di Latina di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno confermato, nei giorni scorsi, lo stato di agitazione dei dipendenti del comune di San Felice Circeo e richiesto al Prefetto di Latina una concertazione al fine di scongiurare azioni sindacali incisive come presidi e scioperi. Nell'incontro del 21 maggio, infatti, l’assessore al Personale ha chiesto la messa in disponibilità di cinque dipendenti e l’abbattimento di circa il 25% del salario di tutti i dipendenti. Le organizzazioni sindacali hanno sollecitato il Prefetto di Latina a convocare un tavolo in quanto considerano irricevibili le proposte fino ad oggi avanzate dall’ente anche perché, finora, non sono mai state accompagnate da effettivi processi di riorganizzazione.

martedì 28 maggio 2013

Ex supermercato Pacifico di Tor Tre Ponti, nuova apertura in autunno

L'ex punto vendita di via Pio VI
E’ prevista tra settembre e ottobre 2013 l’apertura del nuovo supermercato che prenderà il posto di Pacifico Frigomarket di Tor Tre Ponti. «I lavori di ristrutturazione dell’immobile - spiega Daniele Pili, l’imprenditore che si è lanciato in questa nuova avventura - entreranno nel vivo tra una trentina di giorni e contiamo di essere pronti per l’inaugurazione il prossimo autunno». Come si ricorderà l’ex punto vendita Pacifico è stato acquisito attraverso un fitto di ramo d’azienda dalla società Dlf (legata a Verde Europa e a Connect) che dovrebbe riaprire i battenti con il nuovo marchio “Ognidì”. «Il nostro impegno è quello di partire con il riassorbimento di 25 lavoratori - spiega ancora l’imprenditore Daniele Pili - Un numero destinato a salire se le cose andranno come speriamo». Oltre al market di Tor Tre Ponti al Gruppo Pacifico sono collegati altri punti vendita. Tra questi il negozio di via del Lido per il quale è stato attuato sempre un fitto di ramo d’azienda, in questo caso a nome della società Cdk (Centro distribuzione Kappa) dell’ingegner Pietro Cassandra che dovrebbe utilizzare il marchio “Carrefour” e riassumere dall’ex bacino Pacifico 6 lavoratori. Resta invece chiuso e, al momento ancora senza alcun acquirente all’orizzonte, il market di via Pio VI in centro. Attualmente i circa 70 ex lavoratori Pacifico sono in cassa integrazione straordinaria e l’ammortizzatore resterà attivo fino a quando non ci sarà il loro graduale riassorbimento. Il Gruppo Pacifico ha chiuso il suo ultimo negozio un anno fa dopo la precedente chiusura degli altri negozi di via Pio VI e di via del Lido. Inizialmente Pacifico aveva aperto una procedura di mobilità per il personale al completo poi trasformata, dietro richiesta delle organizzazioni sindacali, in cassa integrazione straordinaria. Nel frattempo il tribunale di Latina ha invece deciso di accettare la richiesta di concordato preventivo presentata dalla proprietà ex Pacifico.
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

venerdì 24 maggio 2013

Il documentario della Tacconi Sud arriva a New York e conquista il podio


E’ una storia tutta italiana quella che approda a New York e che conquista pubblico e giuria ottenendo il Premio Miglior Documentario al Workers Unite Film Festival. Una storia che parla della crisi del lavoro ma anche di coraggio, resistenza e speranza, perché c’è chi immagina un futuro diverso. E riesce a costruirlo davvero. Il documentario è Women Workers’ War, la versione internazionale di Atlantis, firmato dal regista Massimo Ferrari che ha raccontato la più lunga occupazione femminile nella storia italiana: quella della Tacconi Sud di Latina. Un presidio durato 550 giorni e altrettante notti, trascorse dalle operaie nel silenzio irreale di uno stabilimento vuoto che i proprietari hanno deciso di chiudere. Dopo 20 anni di lavoro in fabbrica, alle 29 operaie dello stabilimento tessile, senza nessun preavviso, viene recapitata una lettera di licenziamento. E’ la vigilia di Natale del 2010. Poche righe per cancellare tutto. Ma da quel momento inizia un'altra storia, quella di una lunga resistenza civile. Da una parte c’è Rosa Giancola, operaia della Tacconi Sud, che guida le sue colleghe in questa battaglia, cercando di condurre una nave ormai alla deriva in un porto sicuro. E’ lei che consegna alle pagine di Facebook un diario di bordo che diventerà inconsapevolmente un diario pubblico sulla crisi, un’analisi lucida su quanto accadeva in Italia mentre qualcuno, dai Tg nazionali, continuava a ripetere che i ristoranti erano pieni e che la crisi non la avvertiva nessuno.

Rosa Giancola incontra Margherita Dogliani

Mi chiamo Rosa Giancola, sono un operaia della Tacconi Sud. Questa è la seconda notte di presidio all’interno della fabbrica. La prima è passata in bianco con lo sguardo sempre verso il cancello per paura di uno sgombero con la forza. Insieme a me le colleghe, qualcuna parla con il figlio più piccolo, e solo come una mamma sa fare spiega a quest’ultimo, perché “la mamma non dorme a casa stanotte”. Si salutano dandosi il bacio della buonanotte per telefono. Non avevamo mai ascoltato la nostra fabbrica di notte; un silenzio irreale avvolge il luogo dove ogni giorno per vent’anni abbiamo lavorato e condiviso le nostre vite. Siamo qui nella speranza che questo gesto pieghi l’incuranza e la strafottenza del nostro datore di lavoro ai suoi doveri di persona per bene. Siamo qui nella speranza di non essere dimenticate. Riflessioni notturne le mie, mentre penso se riusciremo a resistere, se e per quanto tempo non sarà stato inutile tutto questo.
Rosa Emilia Giancola, operaia della Tacconi Sud (20 Gennaio 2011)

Dall’altra c’è Margherita Dogliani, titolare della Dogliani di Carrara, “la fabbrica che sforna dolci e produce pensiero”. Margherita ha deciso di dare alla sua azienda un’impronta diversa. Ha pensato di andare oltre la logica del profitto, ha aperto le porte alla cultura e ha dialogato con le sue operaie. Margherita legge per caso i diari di Rosa su Facebook. Le due donne si incontrano e ognuna visiterà l’azienda dell’altra, confrontando due esperienze di lavoro tanto diverse e scambiandosi riflessioni e sensazioni. «Senza saperlo abbiamo scritto una pagina di storia italiana – commenta Rosa Giancola, ex operaia della Tacconi Sud, ora consigliera della Regione Lazio – raccontando il lavoro da un punto di vista differente, che andava oltre gli stereotipi della lotta. Non sarà sfuggito al pubblico di New York che mentre le tv erano intente a raccontare il “Ruby gate”, in Italia gli operai salivano sui tetti, occupavano le fabbriche, protestavano. Nel documentario di Massimo Ferrari c’è un passaggio storico che inconsapevolmente registravamo con una sonda dall’interno della nostra fabbrica: la chiusura dell’ultima azienda manifatturiera del Lazio che occupava donne. Solo a posteriori abbiamo assegnato un significato a tutto questo, accorgendoci che registravamo i segnali di un fenomeno che oggi è sotto gli occhi di tutti». «La gestazione di questo documentario è stata molto lunga e intensa – spiega il regista Massimo Ferrari - Abbiamo cominciato a girare dalla fine del 2011 e poi nel corso del 2012 a Latina, all’interno della fabbrica “Tacconi Sud” occupata. Poi abbiamo scoperto la storia di Margherita e della sua "Fabbrica che pensa" a Carrara. Rosa, l’operaia a capo dell’occupazione, ha molte cose in comune con Margherita, soprattutto l’idea di ribellarsi allo “status quo”, di non accettare il mondo e i suoi processi per quello che sono, ma di provare a trasformarli e a determinarli. Forse il successo del documentario, il riscontro che ha avuto anche a New York con il premio, nasce proprio da questo. Da questa forza ideale contro qualcosa che sembra invece ineluttabile. E penso che, pur parlando di storie che nascono in due piccole province italiane, abbia una portata universale». Il documentario Atlantis, titolo scelto per la versione italiana, è in lizza per partecipare ad altri festival internazionali e nazionali e prossimamente sarà distribuito in Italia. Alla sua realizzazione ha contribuito il Centro Studi Angelo Tomassini di Latina.
Link Workers Unite Festival: http://www.workersunitefilmfestival.org/

giovedì 23 maggio 2013

Licenziamento illegittimo, Catalent condannata a reintegrare una lavoratrice

E' stato dichiarato illegittimo il licenziamento effettuato dalla società chimico-farmaceutica Catalent di Aprilia nei confronti di una lavoratrice. «Abbiamo contestato il provvedimento fin da subito - ha commentato Filctem Cgil Latina - denunciandone, attraverso l'avvocato Bellomo, l’infondatezza e ritenendolo pretestuoso e strumentale. Abbiamo dato pieno sostegno alla lavoratrice vittima di tale ingiustizia aggravata dalla condizione personale in quanto ragazza madre». «Alla base della sentenza - prosegue la segreteria Filctem - la sproporzione della sanzione aziendale rispetto alle motivazioni addotte nella contestazione disciplinare formalizzata alla stessa lavoratrice precedentemente al licenziamento stesso». Catalent è stata contestualmente condannata, oltre che alla reintegra nel posto di lavoro precedentemente occupato, a riconoscere alla lavoratrice una indennità pari alle mensilità dal giorno del licenziamento a quello del riassorbimento, al versamento dei relativi contributi assistenziali e previdenziali e alle spese nei confronti della parte ricorrente. «Nell’augurare un ben tornata e buon lavoro alla lavoratrice nostra iscritta - conclude Dario D’Arcangelis, segretario generale Filctem Cgil di Latina - vogliamo ricordare ai lavoratori che saremo sempre con loro contro ogni forma di ingiustizia».

Cassa integrazione, si registra una diminuzione del 39% ma la crisi permane

Nel mese di Aprile la cassa integrazione in provincia di Latina cala di circa il 40%. Tale dato, seppur a primo impatto potrebbe sembrare positivo, non è affatto sintomo di una ripresa economica ma piuttosto deriva da una diminuzione delle domande di cassa integrazione in deroga dovuta all'incertezza dei finanziamenti dell'ammortizzatore sociale.  «I dati elaborati nel quarto rapporto Uil 2013 sulla cassa integrazione relativamente alla provincia di Latina per il mese di aprile - commenta Luigi Garullo, segretario generale Uil Latina - fa emergere una chiara anomalia e cioè un drastico calo delle ore autorizzate per la cassa in deroga che per Latina si attesta a -45,1%. Questo crollo ha motivazioni tecnico-finanziarie e non fotografa la realtà del nostro sistema produttivo, in particolare delle piccole e medie imprese. Come avvenuto per molte regioni, infatti, anche nel Lazio si è di fatto fermato l’iter amministrativo delle richieste di cassa in deroga per mancanza di certezze sulle risorse disponibili. Persino la proroga di due mesi (maggio e giugno) concessa dalla regione Lazio dà la copertura ad una piccolissima parte di lavoratori con speciali requisiti, lasciando fuori la stragrande maggioranza di imprese e lavoratori in difficoltà». «Questa analisi sull’anomalia della cassa in deroga - continua Garullo - è confermata dal fatto, ad esempio, che seppur diminuisce la cassa ordinaria, la cassa integrazione straordinaria schizza del 97,6%. Nello specifico per il mese di aprile 2013 registriamo un totale di 367.402 ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate, appunto con una diminuizione del 39,5%, contro le 607.172 ore di cassa integrazione autorizzate nel precedente mese di marzo 2013. Il numero minimo di lavoratori potenzialmente posti in cassa integrazione supera invece le 2160 unità». «La nostra attenzione e preoccupazione - ribadisce ancora Garullo - si riferisce con particolare riguardo ai settori artigianali, edilizia e manifatturiero, tutti segmenti che alla luce dei dati sulla difficoltà di accesso alla cassa in deroga stanno subendo duri colpi. Anche per queste ragioni stiamo aspettando che il Presidente Zingaretti ci convochi al più presto».

mercoledì 22 maggio 2013

Acqualatina, Contratti di solidarietà per 156 lavoratori

“Contratto di solidarietà” per 156 lavoratori su circa 350 totali che ruoteranno su turni di 67 persone. E' questo quanto previsto dall'intesa firmata lunedì scorso da Acqualatina Spa, Femca Cisl, Uiltec Uil e Rsu aziendale (Filctem Cgil non ha siglato l'accordo, ndr). Contestualmente verrà aperta una procedura di mobilità per altre 25 unità che si agganceranno alla  pensione e riceveranno un incentivo economico all’esodo. Il contratto di solidarietà partirà dal primo luglio di quest’anno, avrà una durata di 24 mesi salvo eventuale proroga, interesserà soltanto lavoratori con la qualifica di impiegato e comporterà una riduzione di lavoro settimanale del 21,04% o del 28,05% a seconda dei vari ambiti lavorativi. La società si impegna ad anticipare ai lavoratori interessati dall’accordo il trattamento previsto dalla legge e pari all’80% nonché il corrispondente valore nominale del buono pasto qualora, non venisse erogato a causa della riduzione di orario per la mancata rotazione. All’incontro ha preso parte anche l’amministratore delegato della società Raimondo Besson che ha illustrato le motivazione che hanno spinto l’azienda ad annunciare gli iniziali 73 esuberi. Secondo Acqualatina l’esubero deriva da una profonda crisi di carattere economico e finanziario connessa ad un calo dei ricavi e al perdurare di problematiche legate agli incassi delle fatture emesse. Sempre in base a quanto spiegato dalla società, i crediti commerciali scaduti al dicembre dello scorso anno ammontano a 65 milioni di euro, pari al 10% dell’intero fatturato emesso da Acqualatina dall’inizio del 2002. A questo stato di cose l’azienda aggiunge anche un consistente calo dei volumi di acqua erogata a causa del contrarsi dei consumi delle famiglie colpite dalla crisi economica e il nuovo Metodo tariffario disciplinato dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas che ha determinato un forte calo dei ricavi già nel corso del 2012 e che dovrebbe accentuarsi ancor di più nel 2013. «Besson - ha spiegato la Femca Cisl Latina - ha parlato della necessità di una nuova organizzazione non più rigida ma modulabile secondo le esigenze contingenti, tracciando anche qualche scenario futuro legato ad una società in grado di incrementare la produttività e l’efficienza recuperando valore e competitività. Alla richiesta sindacale di adottare, così come è avvenuto in altre realtà, un modello che preveda la partecipazione dei lavoratori alla gestione societaria tramite un azionariato diffuso, l’amministratore delegato non ha chiuso la porta alla proposta sulla quale si potrà lavorare in futuro. Besson ha poi ricordato come il territorio gestito dall’Ato 4 Lazio Meridionale, possa vantare lungo le sue coste ben 5 Bandiere blu, un esempio dovuto al lavoro capillare e professionale degli uomini di Acqualatina nella depurazione delle acque». La mancata firma dell'intesa da parte di Filctem Cgil ha generato uno scontro tra le organizzazioni sindacali. 

L'INTERVENTO DELLA FILCTEM CGIL
«Abbiamo ritenuto opportuno non siglare l'accordo in quanto - spiegano i segretari Filctem Cgil Walter Cassoni e Silvestro Fiorin - Il criterio dominante delle esigenze tecnico-organizzative aziendali potrebbe non garantire una gestione equa nell’applicazione della riduzione d’orario individuale; la nostra richiesta di integrazione economica a copertura del 20% non coperto dalla prestazione Inps non è stata presa in considerazione; al momento risulta non quantificabile l’effettiva perdita economica individuale mensile in quanto la parziale non retribuzione di alcuni istituti contrattuali (ferie, malattia, legge 104, Previdenza complementare Fondoenergia e ticket) potrebbe anche raddoppiare la stessa; la garanzia circa il riconoscimento del ticket che il singolo lavoratore avrebbe perso per effetto della riduzione d’orario potrebbe venir meno data la tempistica e le modalità dello stesso; la controparte e il resto della rappresentanza sindacale hanno rigettato l’ipotesi di una validazione dell’accordo per mezzo di una votazione democratica dei lavoratori in una specifica assemblea».

LA RISPOSTA DELLA FEMCA CISL
«La mancata firma dell'accordo da parte della Cgil è un segnale delle riserve mentali di questo sindacato  - ha spiegato il segretario Femca Cisl Latina Roberto Cecere - Non è vero che i lavoratori subirebbero le perdite economiche descritte dalla Cgil in quanto l'accordo è stato calcolato proprio per recare il minor danno possibile anche grazie al recupero del buono pasto». 

martedì 21 maggio 2013

Pozzi Ginori, mobilità per 130 lavoratori dello stabilimento di Gaeta

«L’Ugl Chimici insieme a Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil ha siglato lunedì scorso, presso Confindustria Latina, l’accordo sulla procedura di mobilità per 130 lavoratori dello stabilimento Pozzi Ginori di Gaeta». Lo rende noto il responsabile provinciale dell’Ugl Chimici Latina Eliseo Fiorin al termine dell’incontro. «Si tratta di un’intesa soddisfacente - spiega - con la quale abbiamo cercato di attenuare i sacrifici imposti ai dipendenti dell’azienda a causa del trend negativo del settore dei sanitari, strettamente connesso alla più generale crisi dell’edilizia. Con questo accordo infatti si privilegia il criterio della volontarietà e si garantiscono incentivi economici per chi sceglierà di lasciare l’azienda. Nei prossimi mesi le parti firmatarie torneranno ad incontrarsi per monitorare l’attuazione dell’intesa e del piano industriale, in linea con l’andamento del mercato».

Scm (Cosmo Pharma), il consigliere regionale Forte solleva dei dubbi

«Assume contorni sempre più preoccupanti la vicenda della Scm-Cosmo Pharma tanto da richiedere ulteriori e attenti approfondimenti su alcuni aspetti». Il consigliere regionale del Pd Enrico Forte interviene così sullo status dell’azienda pontina della quale ci si è occupati proprio in un tavolo regionale a conclusione del quale, il 9 maggio scorso, è stato siglato il nuovo accordo che modifica l’oggetto della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Scm e solleva una serie di dubbi sui passaggi tra le due società. «A differenza di quanto avviene normalmente in circostanze di questo genere – attacca Forte - il Curatore subentrando, ha fino ad oggi mantenuto in essere il contratto di affitto tra Scm e Cosmo Pharma, un contratto siglato di recente che consente a Cosmo Pharma di utilizzare i locali aziendali ed il personale di Scm per lo svolgimento della sua attività pagando, tramite fattura, sia l’affitto che il costo dei circa quindici dipendenti in servizio». «Tuttavia questa storia – prosegue Forte - presenta delle anomalie visto, ad esempio, che tra l’amministratore unico di Cosmo Pharma e l’amministratore unico di Scm intercorre un rapporto di parentela mentre entrambi hanno poi rapporti di parentela con il direttore Commerciale ed Operations di Cosmo Pharma, che appare il vero regista dell’intera operazione». Il consigliere regionale ricorda come nell’aprile 2011, con un’operazione lampo e senza che sia stato effettuato alcun tipo di controllo preventivo, la Scm sia stata rilevata con un piano industriale ambizioso avente come obiettivo quello di reintegrare tutto il personale Scm che all’epoca ammontava a circa 70 unità. «Di questo ambizioso progetto - ricorda Forte - in questi due anni si sono viste solo le briciole perché le unità lavorative reintegrate sono state soltanto una quindicina e non sono subentrati nuovi clienti se non quelli presenti o trasferiti da altri siti. Nei mesi successivi i dipendenti sono stati pagati in modo saltuario e non continuativo, fino ad arrivare alla situazione odierna nella quale vantano nei confronti dell’azienda un credito pari a cinque stipendi. Nonostante nel luglio 2012 ci fosse stata una manifestazione di interesse a subentrare in azienda da parte di un gruppo costituito da personalità solide, capaci esperte nel settore, dopo un lungo periodo di contatti, incontri e presenze in azienda, la trattativa è fallita a causa degli ostacoli frapposti, spesso in maniera pretestuosa». «Svanito l’accordo con il gruppo - racconta ancora Forte - gli eventi sono precipitati nel corso del 2013 e i debiti aumentati fino ad arrivare al fallimento dell’azienda.

venerdì 17 maggio 2013

Maserpack, i licenziamenti sono illegittimi e i lavoratori devono essere reintegrati


I licenziamenti Maserpack sono illegittimi. A stabilirlo il giudice del Lavoro del tribunale di Latina con una sentenza che il segretario generale Slc Cgil Latina Carlo Bruno ha definito «inequivocabile». Lo scorso 14 maggio, a 377 giorni dal licenziamento (avvenuto il 2 maggio del 2012, ndr) il giudice si è infatti pronunciato sulla vertenza che ha visto coinvolti nove dipendenti dell’azienda cartotecnica di Cisterna. «Un anno fa - spiega il segretario Carlo Bruno - l’azienda decideva di lasciare a casa 9 lavoratori su 36 e dare corso a una procedura di mobilità che Slc Cgil aveva contestato da subito e con forza perché illegittima e comunque non risolutiva delle problematiche industriali dell’azienda. Erano infatti altri i percorsi che l’organizzazione sindacale aveva chiesto in vista della ristrutturazione annunciata dall’azienda. Ristrutturazione effettivamente avviata successivamente ai licenziamenti con l’istallazione di una nuova macchina da stampa. Invano e nonostante l’attivazione della segreteria nazionale, Slc Cgil aveva richiesto un ripensamento a Maserpack e affermato in tutte le sedi piena disponibilità ad avviare un percorso alternativo che affrontasse le problematiche presenti escludendo però ogni ricorso ai licenziamenti, i quali avrebbero avuto solo il risultato di privare dell’occupazione incolpevoli lavoratori e depauperare di professionalità altamente qualificate l’azienda. Sorda a ogni richiesta e negando inspiegabilmente qualsiasi possibile ricorso agli ammortizzatori sociali, la proprietà aveva allora lasciato a casa, ingiustamente, donne e uomini che negli anni avevano contribuito a renderla un fiore all’occhiello a livello nazionale». «Tra i licenziati - spiega ancora Slc Cgil Latina - in cinque hanno richiesto la nostra assistenza per vedere riconosciuto il diritto leso e oggi, con evidente soddisfazione, accogliamo il giudizio di licenziamento illegittimo, come da noi sempre sostenuto e la conseguente sentenza di reintegro». «Vince il diritto dei lavoratori - commenta il segretario Carlo Bruno - e si ribadisce un principio: l’incapacità imprenditoriale non può essere scaricata sulle spalle dei lavoratori. Da sempre rincorriamo tutte le possibili strade per la tutela dell’occupazione, ricercando possibili alternative al mantenimento del lavoro e la salvaguardia dell’impresa, il lavoro prima di tutto e siamo coscienti che il lavoro esiste con le imprese. Noi in un percorso lungo 377 giorni dal licenziamento, in silenzio, abbiamo lavorato per costruire il percorso giudiziario della reintegra dei lavoratori grazie anche all’avvocato della Cgil di Latina Bellomo». «La nostra organizzazione sindacale - conclude il sindacalista - sarà sempre al fianco dei lavoratori i quali già scontano le conseguenze delle strategie aziendali sbagliate a livello macro economico, come dimostrano i dati drammatici e in continua crescita del ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari, straordinari e in deroga in tutti i settori. Dati innegabili e ormai di dominio pubblico che non hanno bisogno di essere resi ancor più drammatici da storie come questa».

Unione Studenti contro i test Invalsi nelle scuole

Studenti in classe (Foto: Ginnetti)
L’Unione studenti di Latina interviene con forza contro i test dell’agenzia Invalsi che nella giornata di ieri hanno coinvolto studenti e studentesse frequentanti il secondo anno di ogni ordine e grado. «L’Unione degli Studenti di Latina - spiega in una nota il responsabile di Latina - così come sindacati e associazioni studentesche, si schiera contro il modello valutativo e didattico delle prove in questioni, poiché oltre a non fornire un dato reale delle capacità degli studenti, si presenta infatti come uno strumento di schedatura e di valutazione repressiva: l’anonimato dei test è del tutto fittizio in quanto la prova è contrassegnata da uno specifico codice collegato al singolo studente. Il successo di una scuola nella compilazione delle prove indirizzerà inoltre il ministero nell’assegnazione dei fondi scolastici, alimentando la retorica del “merito” e dell’eccellenza, in una classifica tra scuole di serie A e scuole di serie B senza incoraggiare le scuole più in difficoltà». «Boicottiamo i test Invalsi - prosegue il documento dell’Unione degli Studenti - poiché costringono docenti e studenti ad un appiattimento critico e creativo, a fronte del nozionismo e della massificazione del pensiero. Boicottiamo i test Invalsi perché il loro costo elevato, pari a 14 milioni di euro, non è tollerabile con una sistema di diritto allo studio assente, i numerosi tagli alla scuola pubblica e al corpo insegnanti. Ci opponiamo ai test Invalsi - prosegue Luca Santangelo - perché non hanno alcuna validità oggettiva; perché mirano a creare una classifica di studenti e scuole in tutta Italia senza considerare che ogni individuo ed ogni istituto parte da situazioni e contesti diversi tra loro; perché non portano ad un effettivo miglioramento delle singole scuole. Pretendiamo che il Ministero partecipi al dibattito sulla didattica e sul sistema valutativo della nostra scuola pubblica. Chiediamo che si investa su serie indagini statistiche, non repressive, che fotografino la realtà in tutte le sue sfaccettature, compreso il piano d’offerta formativa e le altre attività didattiche». 

mercoledì 15 maggio 2013

Sybilla Confezioni, l'ordinanza di sgombero mette a rischio dieci famiglie

E’ una situazione paradossale quella della Sybilla Confezioni srl, la storica impresa tessile di Latina che da un momento all’altro si è vista interessata da una ordinanza di sgombero. Una impresa che opera in un settore già devastato dalla crisi e che ogni giorno deve fare i conti con le continue  difficoltà economiche per andare avanti. L’imprenditore esercita la sua attività nei locali affittati da oltre vent’anni senza mai aver commesso alcun illecito. Il suo vincolo contrattuale di affitto era ben sancito e registrato presso l’Agenzia delle Entrate di Latina. Dopo diversi anni, però, il Comune di Latina si è accorto che i locali non hanno la destinazione d’uso per l’esercizio dell’attività artigianale. Ora in modo repentino e veloce un’ordinanza del Comune, che non rispecchia la stessa velocità burocratica messa in atto per l’accertamento della destinazione d’uso dei locali, intima lo sgombero mettendo a repentaglio il posto di lavoro di dieci famiglie. «In questo momento di crisi - dichiara il segretario generale della Femca Cisl di Latina Roberto Cecere - è assolutamente necessario trovare tutte le soluzioni affinché non venga meno nessun posto di lavoro ed è per questo che abbiamo chiesto un incontro urgente al Prefetto e al Sindaco di Latina, in modo tale che si trovi un accordo per lo spostamento dell’impresa nei tempi giusti».


lunedì 13 maggio 2013

Collaboratori scolastici contro cassintegrati, è guerra

Studenti durante una lezione (foto: Ginnetti)
Collaboratori scolastici contro cassintegrati. E' questa la prossima battaglia che verrà consumata all'interno degli istituti scolastici della provincia di Latina. Una “guerra tra poveri” che potrebbe concludersi senza alcun vincitore destabilizzando, per di più, il sistema già di per sé precario. Al centro della disputa l’attivazione dei progetti finanziati dalla Regione e da Enti Locali che prevedono l’impiego di persone presso Istituti della provincia, come tirocinanti in funzione di supporto ai servizi ausiliari della scuola. «L’esperienza ricalca quella dello scorso anno scolastico - spiega il segretario generale Cisl scuola Franco Maddalena - e vede coinvolti cassintegrati, persone che hanno perso il lavoro per la chiusura dell’azienda dove lavoravano e che hanno necessità di un sostegno economico, in modo particolare in una realtà produttiva come quella pontina dove le occasioni di lavoro scarseggiano». Questa ipotesi sta generando enorme preoccupazione e allarmismo tra i precari della scuola che, dopo anni di attesa, temono possano essere "scalvacati" dai lavoratori cassintegrati. «Al nostro sindacato giungono voci allarmati di collaboratori scolastici precari che temono di perdere quelle ormai poche opportunità di supplenza che la scuola offre - prosegue Maddalena - Riteniamo che un sindacato serio non debba cavalcare cinicamente le proteste di chi vorrebbe estromettere i cassintegrati della scuola, perché in questo modo non si risolverebbe il problema. E’ però nostra ferma intenzione perseguire l’abuso che potrebbe essere fatto dell’impiego di questi lavoratori. I cassintegrati impegnati nei progetti possono esclusivamente affiancare i collaboratori scolastici in servizio nella scuola: non li possono in alcun modo sostituire! La presenza dei cassintegrati, quindi, non può assolutamente costituire un alibi per qualche Dirigente scolastico per modificare l’orario di lavoro dei collaboratori scolastici, fissato e comunicato al personale ausiliario e alle organizzazioni sindacali ad inizio anno scolastico, o per evitare di nominare i supplenti in caso di assenza del collaboratore scolastico previsto in organico. Ribadiamo: il cassintegrato non sostituisce il collaboratore scolastico, può e deve solo esplicare la sua attività in presenza del collaboratore scolastico, integrandone la prestazione».

Scm, «Chiediamo che le manifestazioni di interesse diventino ufficiali»

«Abbiamo appreso con favore la presenza di manifestazioni di interesse, seppur non ancora formali, per il sito della Scm di Latina. Auspichiamo che si possa realizzare presto un percorso affinché diventino atti ufficiali e in grado di rilanciare il sito ex Gambro, aiutandolo così a superare questo lungo e duro periodo di crisi». A parlare è il responsabile provinciale dell’Ugl Chimici Latina Eliseo Fiorin a margine dell'ultimo incontro che si è svolto nei giorni scorsi presso l’assessorato al Lavoro della Regione Lazio a cui ha preso parte il curatore fallimentare dell’azienda di Tor Tre Ponti e i rappresentanti sindacali. Al momento per i  62 dipendenti dello stabilimento è stata aperta una cassa integrazione.


venerdì 10 maggio 2013

«Vacanza contrattuale“, prima vittoria per le guardie giurate particolari

Sfiora i 3.000 euro la somma che gli istituti di Vigilanza pontini dovranno pagare alle guardie giurate particolari che, tramite l’avvocato Luigi Cerchione, hanno presentato ricorso per emissione di decreto ingiuntivo al Tribunale di Latina. Proprio lo scorso 30 aprile, infatti, il giudice Corradino Diana della Sezione Lavoro del tribunale pontino, «dopo aver rilevato che dai documenti prodotti il credito risulta certo ed esigibile, ha ingiunto Securitas Metronotte a pagare al lavoratore ricorrente la somma di 2.934 euro, oltre le spese». L’azienda può opporsi a questa decisione entro 40 giorni dalla notifica. Se non lo farà, il decreto diventerà esecutivo e definitivo. Si tratta di una vittoria importante per i lavoratori assistiti dalla Uiltucs Uil di Latina che potrebbe tracciare la strada agli altri circa 180 ricorsi presentati dai lavoratori di Securitas Metronotte, Italpol, Cosmopol e Soes (società che fa riferimento allo stesso Contratto collettivo nazionale del lavoro delle guardie giurate). «L’elemento più rilevante - ha spiegato l’avvocato Cerchione - non è fornito dalla somma ma piuttosto dal principio che ricorda ai datori di lavoro la necessità di rispettare gli accordi, anche in tempo di crisi». Nello specifico la somma in questione riguarda la “vacanza contrattuale” ossia una indennità economica riconosciuta ai lavoratori nel caso in cui il contratto nazionale sia scaduto e non venga rinnovato per i tre mesi successivi. In questa situazione particolare, dunque, ogni lavoratore ha diritto alla “vacanza contrattuale” nel periodo che va dal primo novembre 2009 al gennaio 2013 per una cifra complessiva pari a 2934,08 euro. «Al contrario il nuovo Contratto nazionale - spiega il segretario Uiltucs Uil Latina Gianfranco Cartisano che, a differenza delle altre organizzazioni sindacali non ha apposto la propria firma - prevede una “vacanza contrattuale” di soli 450 euro lordi da erogare una tantum nell’arco dei 3 anni. Una cifra che i lavoratori hanno rifiutato di accettare presentando così ricorso al Tribunale per recuperare le indennità loro dovute». 

IL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO
«Il nuovo Contratto collettivo nazionale del lavoro firmato, dopo un’attesa di oltre quattro anni, dalle altre organizzazioni sindacali - spiega Gianfranco Cartisano della Uiltucs Uil Latina - può essere definito un “accordo bidone” in quanto prevede aumenti salariali bassissimi con una svalutazione che raggiunge il 30%, cancella la storia professionale delle guardie particolari giurate e favorisce la precarizzazione del settore». «Dei circa 48mila istituti di tutta Italia abilitati alla vigilanza armata, molti sono presenti nella provincia di Latina con una mole importante di lavoratori che ci hanno chiesto di non firmare - aggiunge il sindacalista - Non firmeremo mai questo accordo in quanto prevede un aumento salariale di soli 60 euro in sette anni e una “vacanza contrattuale” di soli 450 euro». «Tale contratto - prosegue Gianfranco Cartisano - a nostro avviso crea enormi problemi ai lavoratori del comparto. L’allineamento delle qualifiche porterà non solo ad un demansionamento, ma anche a disincentivare gli istituti di Vigilanza alle assunzioni a tempo indeterminato e quindi incrementerà la precarizzazione. Questo per effetto della nuova disposizione in base alla quale il livello di entrata di un lavoratore passerebbe al successivo dopo 48 mesi». Al fine di rendere più chiara la situazione a tutti i lavoratori del comparto, in questi giorni la Uiltucs Uil di Latina è impegnata nelle numerose assemblee indette sui luoghi di lavoro volte a spiegare il motivo e le ragioni del rifiuto all’approvazione del Contratto collettivo nazionale del lavoro dei vigilantes. «La Uiltucs Uil nazionale - conclude Gianfranco Cartisano - ha comunque richiesto alle associazioni datoriali di proseguire la trattativa per raggiungere un accordo per il rinnovo del Contratto rispettoso dei diritti acquisiti e dignitoso dell’adeguamento salariale».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

giovedì 9 maggio 2013

Edilizia, gli infortuni sul lavoro restano una emergenza

Sono 163 le vittime registrate all'interno dei cantieri edili del Lazio dal 2003 ad oggi: 94 a Roma e provincia, 28 a Frosinone, 26 a Latina, 11 a Viterbo e 3 a Rieti. Il 67% degli incidenti avvengono nella capitale ed in provincia. A dirlo sono i dati forniti nel corso del convegno “infortuni in edilizia”. Nello stesso convegno è stata espressa anche preoccupazione per l’aumento delle malattie professionali denunciate in edilizia. La causa più frequente degli infortuni nel Lazio sono le cadute dell’alto, mentre sono in aumento i casi di operai che hanno perso la vita travolti da gru, carrello elevatore o ruspa. L’età media degli operai che hanno perso la vita a Roma è di 40 anni. Per il direttore del PFL (Prevenzione Formazione Lazio), Paolo Cuccello, l'apparente calo dei morti sul lavoro va confrontato con i dati dell’occupazione. «Non si può parlare di calo degli infortuni, anzi per la crisi del settore sta facendo aumentare il lavoro nero. Per questo occorre una formazione mirata e una vigilanza continua da parte degli organi ispettivi. In tal senso riveste un ruolo importante il ruolo dell’organismo paritetico dell’Edilcassa PFL che fornisce a tutti i lavoratori e le imprese iscritte la formazione nel campo della sicurezza sul lavoro prevista dal Decreto Legislativo 81 del 2008».

mercoledì 8 maggio 2013

Ammortizzatori in deroga, firmato l'accordo sulla proroga

La sede della regione Lazio
E' stato siglato il 30 aprile scorso presso la regione Lazio l'accordo di proroga per gli ammortizzatori sociali in deroga (cassa integrazione e mobilità) che permette alle aziende di contare oltre che sui 4 mesi già coperti da accordo sindacale anche su altri 2 mesi (maggio e giugno), in attesa che il governo trovi le coperture necessarie. Per le aziende e i sindacati è possibile siglare in sede sindacale gli accordi che verranno inviati con le istanze on line alla regione Lazio, mentre per i lavoratori in mobilità in deroga sarà il sindacato a doversi preoccupare di inviare la richiesta per i mesi di maggio e giugno. Un problema, quello degli ammortizzatori sociali in deroga, che rischia di creare anche sul territorio pontino una vera e propria emergenza sociale, visto che molti sono i lavoratori che hanno avuto accesso a questo tipo di sostegno economico. Entro il 10 maggio le parti sociali interessate (regione Lazio, sindacati e Associazioni datoriali), si rincontreranno per definire, sempre sulla base delle coperture finanziarie, la continuità dell'ammortizzatore. «I due mesi sono un respiro di sollievo - commenta il segretario Ugl Maria Antoniettta Vicaro - in attesa che il Governo dia priorità e sostanza alle promesse sui fondi. Il rischio è di aumentare il numero dei disoccupati, perché le aziende senza possibilità di ammortizzatori, licenzierebbero i lavoratori ritenuti in esubero ai quali non resterebbe che il trattamento di disoccupazione. Ci auguriamo di riuscire entro il mese di maggio, a garantire almeno tutto il 2013. Resta comunque il problema dei lavoratori che sono ancora in attesa degli assegni di deroga da parte dell'Inps di fine 2012 e dei primi 4 mesi del 2013. La Regione Lazio non ha ancora inviato all'Inps le nuove determine, e questo chiaramente sta creando un grande problema di tipo economico alle tante famiglie che si trovano a carico dell'Inps e in regime di deroga. Un momento difficile, che non può essere aggravato da lentezze burocratiche e giri di firme interminabili».

martedì 7 maggio 2013

Confartigianato lancia l'allarme: «Scomparse quattro imprese al giorno»

Una folta delegazione di giovani imprenditori pontini, guidata da Ivan Sciarretta Presidente regionale Giovani Imprenditori, ha partecipato lo scorso week end all’Assemblea dei giovani imprenditori di Confartigianato che si è tenuta a Roma. Secondo i dati dell’Ufficio studi di Confartigianato, la crisi ha messo in ginocchio l’imprenditoria giovanile: dal 2008 al 2012 sono mancati all’appello 331.000 imprenditori under 40. Ancor peggiore è il bilancio riferito alla fine dello scorso anno: l’Italia ha perso il 16% dei giovani capitani d’azienda rispetto a 5 anni prima. Nel nostro Paese il calo dei giovani capitani d’azienda è più accentuato rispetto alla diminuzione media dell’8,9% verificatasi nell'Ue a 27. Infatti, nel confronto con gli altri maggiori Paesi europei i lavoratori indipendenti italiani under 40 mostrano un calo più intenso rispetto a quello rilevato in Germania (-9,3%) ed inferiore solo a quello osservato in Spagna, dove tra il 2008 e il 2012 si sono ridotti di oltre un quarto (-27,0%). Mentre in Francia e nel Regno Unito il numero dei giovani imprenditori è addirittura aumentato (rispettivamente del 7,2% e del 3,2%). Secondo l’Osservatorio di Confartigianato, nonostante tutto, l’Italia rimane sul gradino più alto del podio europeo per numero di imprenditori e di lavoratori autonomi tra i 15 e i 39 anni: sono 1.736.400 e staccano nettamente il Regno Unito che ne conta 1.319.700, la Polonia con 1.046.100 e la Germania che si ferma a 959.100. Nel nostro Paese, quindi, il 19,2% dei giovani occupati under 40 lavora in proprio, una percentuale quasi doppia rispetto al 10,3% della media europea. Nel dettaglio la propensione a 'fare impresa' dei giovani italiani è superiore all’11,5% della Spagna, al 9,7% del Regno Unito, al 7,5% della Francia, e al 5,9% della Germania. Circa il 30% dei giovani imprenditori italiani sono artigiani. I ‘capitani’ under 40 delle piccole imprese sono infatti 576.177. E anche per loro la crisi si è fatta sentire con una diminuzione, tra il 2008 e il 2012, del 5,6%, pari a 34.425 imprenditori in meno. In pratica, negli ultimi 5 anni, la crisi ha fatto scomparire 4 giovani imprenditori artigiani al giorno.

lunedì 6 maggio 2013

Mancoop (ex Evotape), al via le prime assunzioni

Qualcosa comincia a muoversi alla  Mancoop (ex Evotape Packaging) di Santi Cosma e Damiano Proprio in questi giorni stanno infatti partendo le prime assunzioni. La nuova cooperativa, creata per sfuggire alla disoccupazione, sta infatti provvedendo a contrattualizzare la prima tranche di operai per far fronte alle commesse giunte negli ultimi giorni. Si partirà con una decina di unità da impiegare con contratto a tempo determinato per proseguire nei prossimi mesi a scaglioni, fino ad impiegare tutti i 53 soci della cooperativa. Ovviamente il riassorbimento è strettamente legato alla quantità di commesse. Maggiori saranno, maggiore sarà la possibilità di far rientrare a lavoro gli operai. Nel frattempo i lavoratori sono in mobilità. Resta poi in piedi la bozza di piano industriale che, per rendere competitiva la fabbrica, punta alla verticalizzazione del processo produttivo. I nastri adesivi resteranno comunque il core business dell'azienda.

sabato 4 maggio 2013

Acqualatina annuncia un esubero di 73 unità. I sindacati puntano alla “solidarietà"

Si è svolto nella giornata di venerdì scorso l'incontro tra le segreterie provinciali di Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil, la Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) e la Direzione Risorse Umane di AcquaLatina spa volto a discutere sulla difficile situazione economica della società. Proprio nei giorni scorsi l'azienda aveva infatti annunciato un esubero di 73 dipendenti appartenenti a varie qualifiche e profili professionali. Le organizzazioni sindacali hanno respinto al mittente tale richiesta invitando la società ad aprire, come ammortizzatore sociale, i contratti di solidarietà per dividere equamente tra tutti i lavoratori gli effetti negativi della crisi. Nel corso dell'incontro la società ha espresso la necessità di ridurre del 25% il totale delle ore lavorate dal personale. Le indennità previste per gli ammortizzatori sociali copriranno l'80% della cifra mensile e questo permetterà ai lavoratori impattati di subire perdite economiche limitate al 5-8% dello stipendio. Il confronto fra le parti proseguirà il 20 maggio e nel frattempo le organizzazioni sindacali incontreranno i lavoratori in apposite assemblee per informarli sullo stato delle trattative. Le motivazioni che hanno portato Acqualatina a questa drastica decisione sono riconducibili, secondo l'azienda, ad una profonda crisi di carattere economico e finanziario dovuta sia ad un calo di ricavi che al perdurare di problematiche legate agli incassi delle fatture emesse. La società parla di crediti commerciali scaduti al dicembre dello scorso anno di 65 milioni di euro, pari al 10% dell'intero fatturato globale emesso da AcquaLatina dall'inizio del 2002. Cifre importanti alle quali devono essere sommati aggravi di costi legati al recupero delle somme dovute dai debitori. A questo stato di cose deve aggiungersi, sempre in base a quanto spiegato dall'azienda, anche un consistente calo dei volumi di acqua erogata a causa del contrarsi dei consumi delle famiglie colpite dalla crisi economica ed il nuovo Metodo Tariffario disciplinato dall'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas che ha determinato un forte calo dei ricavi già nel corso del 2012, che sia accentuerà ancor di più nel 2013». «Questa vicenda merita tutta la nostra attenzione - commenta Roberto Cecere, segretario provinciale della Femca Cisl di Latina - Parliamo infatti di una società rilevante per la nostra provincia che occupa circa 400 persone ed offre un servizio estremamente importante e delicato a tutto il territorio. Siamo pronti, insieme ai lavoratori, a sostenere i sacrifici necessari al rilancio di Acqualatina a fronte di un percorso aziendale serio e concreto che la faccia uscire dalle secche di una crisi finanziaria decisamente pericolosa».

Agevolazioni ed esenzioni, accordo tra sindacati e comune di Sonnino

Organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e federazioni provinciali dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno siglato nei giorni scorsi con l'amministrazione comunale di Sonnino un accordo a sostegno delle famiglie in difficoltà. Una intesa che riveste particolare importanza in un momento come questo di gravi difficoltà economiche per le famiglie gravate dall’aumento delle tasse, i tagli alle pensioni, i servizi sociali ridotti dalla mancanza di risorse, l’aumento dei ticket per tutte le prestazioni sanitarie, l’abbassamento del potere d’acquisto per lavoratori dipendenti e pensionati. L’accordo prevede interventi di agevolazioni ed esenzioni, in rapporto al reddito, sui servizi utilizzati ed erogati dal comune di Sonnino: Tarsu, rette asili, refezione scolastica, trasporto scolastico, centro sollievo. Le risorse saranno reperite attraverso il recupero dell’evasione fiscale grazie all’impegno dei firmatari che stipuleranno un successivo accordo con l’Agenzia delle Entrate locale, intanto si prevede un capitolo di spesa per affrontare da subito gli interventi individuati. Una occasione quindi, per dare forza alla contrattazione territoriale sui temi del welfare locale, della riorganizzazione della spesa pubblica, dell’evasione fiscale.

giovedì 2 maggio 2013

Progetto fusione Cpt-Esel, accordo tra Ance e sindacati

Dando attuazione alle previsioni del Contratto Integrativo Provinciale del 21 giugno 2012, nei giorni scorsi, Ance Latina e le Organizzazioni sindacali di categoria (Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil),  hanno firmato il Progetto di fusione per incorporazione del Cpt (Comitato Paritetico Territoriale di Latina) nell’Esel (Ente Scuola per le Industrie Edilizia ed Affini di Latina). Con la firma del Progetto di fusione va a concludersi un lungo percorso che vedeva l’attività formativa, portata avanti sin dal 1962 dall’Esel, separata dall’azione sulla sicurezza in capo al Cpt, costituito nel 1994 sempre per impulso dell’Organizzazione degli Imprenditori edili e delle Organizzazioni sindacali del settore. In sostanza è iniziata la procedura che porterà entro il mese di giugno alla conclusione di una fase storica attraverso l’unificazione delle iniziative formative con quelle della sicurezza in un unico Ente, il nascente Esel-Cpt, e ciò in considerazione delle ampie collaborazioni, sinergie e sovrapposizioni tra le attività dei due Enti originali. Infatti, con la firma del Progetto e il deposito dello stesso nelle sedi dell’incorporante e dell’incorporata inizia la procedura di fusione che, passando attraverso l’adozione dello stesso da parte degli Organi decisionali dei due Enti, porterà all’atto notarile in programma per giugno con efficacia dal prossimo primo luglio. Sul progetto di fusione sia il presidente di Ance Latina, Davide Palazzo che i segretari generali Feneal-Filca-Fillea, rispettivamente Salvatore Pastore, Francesco Rossi, Ezio Giorgi, nel sottolineare lo sforzo compiuto per dar corso alle previsioni contrattuali, hanno ribadito che «con la firma del progetto di fusione dei due Enti si sono raggiunti due obiettivi: da un lato un consistente riduzione dei costi e un recupero di efficienza attraverso la razionalizzazione del sistema bilaterale, dall’altro il miglioramento delle prestazioni per le imprese e per i lavoratori. Con il nuovo Ente abbiamo l’ambizione di voler essere un modello di eccellenza per la formazione e la sicurezza in edilizia, oltre che offrire un forte segnale alle istituzioni nella direzione del contenimento delle spese». Inoltre è stato firmato l’Accordo per l’Evr (l’Elemento Variabile della Retribuzione) per l’anno 2013 con cui in sostanza si sono confermate le stesse misure riconosciute per il 2012. «Nonostante il periodo sfavorevole, siamo riusciti - dicono i firmatari - a trovare una sintesi che siamo certi sarà di soddisfazione sia per i lavoratori che per le imprese. Abbiamo infatti potuto confermare, in base a precisi parametri, gli aumenti di stipendio ai dipendenti senza pesare sulle imprese, che continueranno ad usufruire, dal canto loro, di una serie di agevolazioni e riduzioni contributive in Cassa Edile».