venerdì 28 febbraio 2014

Midal, i 37 ex dipendenti ammessi alla costituzione di parte civile nel processo penale

I lavoratori davanti il tribunale di Latina
Da oggi i 37 ex dipendenti Midal che avevano chiesto il risarcimento del danno morale sofferto a seguito della perdita del posto di lavoro possono aggiungere un nuovo e importante traguardo centrato nella battaglia per i propri diritti che va ormai avanti da anni. All'udienza preliminare di oggi il Gup Nicola Iansiti ha infatti ammesso la costituzione di parte civile degli ex dipendenti Midal difesi dall'avvocato Guglielmo Raso. Al contrario è stata rigettata la richiesta di costituzione avanzata dalla Banca Nazionale del Lavoro, nonché quella del coimputato Moneti e la richiesta di incidente probatorio di Rosanna Izzi. «Esprimiamo la nostra soddisfazione per la decisione del Gup Iansiti - ha commentato l'avvocato Raso - La costituzione di parte civile dei creditori ex dipendenti in un processo di bancarotta fraudolenta costituisce un precedente giurisprudenziale di primo rilievo, atteso che esso rappresenta in assoluto il primo precedente nel Tribunale Penale di Latina. Oggi è stato fatto il primo passo per affermare un importante principio di diritto: l'imprenditore che dolosamente depaupera le risorse di un'azienda, deve risarcire i danni morali sofferti dai lavoratori licenziati. Un principio sicuramente "rivoluzionario" destinato a scrivere una pagina importante nella storia giudiziaria del tribunale di Latina».


venerdì 21 febbraio 2014

Latina Ambiente, si passa dalla mobilità ai Contratti di solidarietà

I mezzi di Latina Ambiente a lavoro
Trasformazione della procedura di mobilità in Contratti solidarietà per 15 unità. E' questo quanto previsto nell'accordo sottoscritto ieri tra organizzazioni sindacali (Ugl ambientale, Cgil, Cisl, Uil, Usb) e società Latina Ambiente. «Un accordo che scongiura i licenziamenti- ha commentato il segretario del settore dell’Igiene Ambientale Ugl Anna Moretti - un anno di riduzione dell’orario di lavoro che permetterà un risparmio sul costo del lavoro, ma che dovrà mettere in sicurezza i 15 impiegati della Latina Ambiente». Mobilità e licenziamenti ritirati dunque e trasformati in contratti di solidarietà per la durata di un anno con una riduzione media del 27% dell’orario di lavoro settimanale. La società, che da tempo versa in condizioni di crisi finanziaria, sta cercando di tagliare sui costi generali e ha presentato ai sindacati un piano industriale che prevede il recupero di importanti somme economiche per riportare i bilanci devastati da gestioni precedenti sconsiderate a livelli accettabili di economicità. Si auspica che anche tutti gli altri lavoratori in forza alla Latina Ambiente, riacquistino serenità soprattutto per quanto riguarda la regolarità nel pagamento degli stipendi e la possibilità che l’azienda possa reinvestire in termini di sicurezza e mezzi aziendali adeguati.
 

Unindustria, designazione importante per Paolo Marini

Paolo Marini
Novità importanti per gli industriali di Latina. Il Consiglio Direttivo territoriale di Unindustria Latina ha indicato Paolo Marini quale Presidente dell'Associazione territoriale per il biennio 2014-2016. La designazione verrà sottoposta nell’Assemblea territoriale che si terrà martedì 4 marzo. Il Presidente sarà di diritto confermato nella squadra del Presidente di Unindustria Maurizio Stirpe come Vice Presidente di Unindustria. Paolo Marini, già Presidente di Confindustria Latina, e numero uno della Icap Group, azienda metalmeccanica operante nel settore delle automazioni industriali, è stato indicato dopo le consultazioni della base associativa di Latina svoltesi tra gennaio e febbraio e coordinate dalla Commissione di Designazione territoriale dei Saggi composta da Fabio Mazzenga, Umberto Klinger e Vincenzo Parnolfi. «Voglio ringraziare personalmente tutti gli imprenditori che mi hanno dimostrato stima e fiducia - ha commentato Paolo Marini - e la Commissione di designazione per il lavoro svolto in questo periodo. Nei prossimi due anni dovremo affrontare sfide molto complesse, ma sono certo che con l’impegno di tutti e con la mia massima attenzione che porrò al coinvolgimento e all’ascolto sapremo superarle al meglio. Sono ormai da tanto tempo convinto che la scelta di entrare in Unindustria, sia stata una decisione lungimirante e vincente, che ci consentirà di risolvere con più strumenti la difficile situazione del nostro territorio».

mercoledì 19 febbraio 2014

Dondi, lavoratori senza stipendio da mesi dichiarano lo stato di agitazione

Il segretario Femca Cisl Roberto Cecere
Lavoratori della Dondi di Sezze infuriati per il mancato pagamento delle retribuzioni dallo scorso mese di ottobre 2013 e la scarsità di personale (cinque operatori che servono il comune lepino con un carico di circa diecimila utenze). Dipendenti sottoposti a turni massacranti per i quali la reperibilità, da elemento straordinario, si è trasformata in normale attività giornaliera, contrariamente a quanto prevedono il Contratto collettivo nazionale di categoria e la legge in materia. «A tutto questo - sottolineano i dipendenti della società - va aggiunta anche la non adeguata formazione in tema di sicurezza del lavoro e la mancanza di appropriato vestiario tecnico per far fronte agli interventi sulle linee». «Abbiamo comunicato al sindaco di Sezze Andrea Campoli lo stato di agitazione del personale della Dondi - ha commentato il segretario provinciale della Femca Cisl di Latina Roberto Cecere - perché ci rendiamo conto che la cittadinanza potrebbe subire disagi da queste azioni di protesta, ma i lavoratori sono ormai all’esasperazione. Sappiamo bene che questo problema si sta trascinando da anni e che la crisi parte da lontano, ma proprio per questo non è tollerabile che a pagarne le conseguenze maggiori siano i lavoratori. Ci auguriamo che, al più presto, possano essere messe in campo risposte da parte aziendale che riportino la tranquillità tra il personale e facciano rientrare la protesta».

martedì 18 febbraio 2014

Scm, rabbia e indignazione tra i lavoratori per la nuova ipotesi di affitto del sito

I lavoratori Scm durante l'assemblea
Un secco no alla nuova ipotesi di affitto della Scm di Tor Tre Ponti è stato espresso ieri dai lavoratori che si sono detti fermamente contrari all'offerta presentata in tribunale da un imprenditore nell'ambito della gara per l'affidamento del sito. I dipendenti, presenti all'assemblea, hanno preso atto della documentazione presentata in tribunale e, all'unanimità, hanno espresso un giudizio contrario all’offerta ritenendola non solo totalmente inadeguata, ma anche umiliante nei loro confronti. «Ci sentiamo offesi e umiliati da tutto questo - hanno sottolineato - non risparmiando i commenti negativi sulla vicenda. Come è possibile infatti presentare un piano industriale che prevede poche assunzioni, fatte nell'arco di quattro anni, tutte a tempo determinato e con lo stesso tipo di produzioni fatte in questi anni, che ricadrebbero in un mercato saturo e poco remunerativo che ha fatto chiudere la Scm? Ci aspettavamo ben altro...» I lavoratori, giunti ormai al nono mese di assemblea permanente all'interno del sito, sono stati sempre molto chiari sul fatto che a rilevarlo dovesse essere un gruppo industriale o un imprenditore e non certo soggetti legati al mondo della finanza. Proprio per questo l'obiettivo portato avanti con il sindacato è sempre stato quello di far ripartire lo stabilimento affidandolo ad un imprenditore con voglia di rilanciare l’azienda presentando un piano di investimenti serio e durevole. «L'offerta pervenuta - ha commentato il segretario provinciale della Femca Cisl Roberto Cecere - accentua ancora di più la precarizzazione del lavoro, perché questo nuovo imprenditore entrerebbe nella stessa nicchia di mercato nella quale operava Scm, cosa questa che, per i suoi ricavi estremamente bassi, ha portato alla chiusura dello stabilimento. Un segmento produttivo non remunerativo, dove il rischio reale è che a imporre il prezzo sia il cliente a scapito delle buste paga dei lavoratori». 
«Esprimiamo viva preoccupazione rispetto alla Scm in quanto a breve scadrà la cassa integrazione straordinaria e probabilmente i lavoratori verranno posti in mobilità e quindi licenziati - aggiunge il segretario Dario D'Arcangelis - Per questo abbiamo richiesto un incontro urgente al Prefetto Antonio D’Acunto, in presenza delle istituzioni locali e regionali e del curatore fallimentare». «Questa vicenda dai contorni poco chiari - prosegue D'Arcangelis - rischia di fare un danno ai lavoratori poiché solamente un progetto industriale serio potrà davvero rilanciare il sito produttivo e ricreare occupazione».

PARLANO I LAVORATORI
«Stanno tentando di far apparire i lavoratori della Scm - scrive il personale in assemblea permanente dallo scorso maggio - come persone irragionevoli, stupide o - peggio - senza voglia di lavorare dimenticando che da quasi un anno sono in assemblea permanente all'interno dello stabilimento, presidiando giorno e notte il loro posto di lavoro. Il piano industriale presentato è stato attentamente letto e commentato in ogni suo aspetto dai lavoratori nel corso di una assemblea alla quale erano stati invitati tutti. Il piano è stato respinto dai lavoratori perché non dava nessuna certezza sul futuro, perché parlava genericamente di poche assunzioni, tutte a tempo determinato e nell'arco temporale di ben quattro anni e di produzioni che sarebbero ricadute in quello stesso mercato, ormai saturo, dal quale la Scm era stata costretta ad uscire». «Quindi - proseguono i lavoratori - non siamo irresponsabili e avventati, ma pienamente coscienti. Abbiamo più volte auspicato la presenza delle istituzioni al nostro fianco e non saremo certo noi a dire di no a tavoli istituzionali che dovessero aprirsi sul caso, sperando però che si affrontino temi seri e concreti per il lavoro ed il nostro futuro».

domenica 16 febbraio 2014

Scuola e blocco delle retribuzioni, i dirigenti scolastici scendono in piazza

Un momento della manifestazione
Si è svolta venerdì scorso davanti al Ministero dell'Istruzione, università e ricerca la manifestazione contro il blocco delle retribuzioni dei dirigenti scolastici indetta da Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal. Su alcune questioni i sindacati attendono soluzioni sul versante legislativo, sono infatti stati presentati importanti emendamenti al Decreto Legislativo 3 del 2014. L'azione sindacale è diretta dunque anche verso i gruppi parlamentari, sui quali le parti sociali stanno esercitando un forte pressing per tentare un intervento anche per quanto riguarda il personale docente e Ata. La manifestazione e lo sciopero vogliono essere una risposta forte dopo mesi di estenuante confronto con l'Amministrazione, che ha visto soprattutto nel Ministero dell'Economia e della Finanza un ostacolo insormontabile e irremovibile nel dare un’interpretazione sbagliata al quadro normativo rivolto al contenimento della spesa anche attraverso un blocco delle retribuzioni dei dirigenti scolastici. «Sono in gioco - spiega il segretario Cisl scuola Latina Franco Maddalena - sia la credibilità della contrattazione fra le parti, sia il diritto di veder preservato il livello delle retribuzioni in un momento in cui i carichi di lavoro e di responsabilità dei dirigenti si moltiplicano. Lo sciopero e la manifestazione puntano a rendere pubblicamente visibile il disagio della categoria, richiamando il Governo e le forze politiche ad essere coerenti con le tante parole spese per affermare la volontà di restituire alla scuola dignità, attenzione, risorse».

sabato 8 febbraio 2014

Sciopero alla Selex, i sindacati si spaccano: «Lavoratori discriminati»

Adeguamenti economici e trasferte generano scontri e perplessità all'interno della Selex, società Finmeccanica leader internazionale nella realizzazione di sistemi per la difesa, l’aerospazio e la sicurezza. Lo sciopero organizzato venerdì scorso da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil non ha infatti trovato l'adesione dei sindacati autonomi che lo hanno considerato inutile e rivolto alla salvaguardia di un solo gruppo di lavoratori a discapito degli altri. «I problemi sono ben altri - ha commentato il segretario Ugl metalmeccanici Maria Antonietta Vicaro - L'azienda ha proposto adeguamenti economici sulle trasferte tesi a superare le differenze sostanziali esistenti dopo la fusione delle tre Selex (Galileo, Elsag, Sistemi Integrati) per un totale di 10.308 di cui 640 sul sito di Cisterna. Non condividiamo questo sciopero perché il sindacato deve tutelare i diritti di tutti, e non i privilegi di pochi». Sulla stessa linea la Flmuniti-Cub. «I rappresentanti sindacali della Flmuniti-Cub e molti lavoratorisi chiedono come sia possibile che, nel disastro occupazionale nazionale, si possano ancora difendere mere posizioni di privilegio di una piccolissima parte del management aziendale, maturate negli anni all’interno di aziende statali fortemente politicizzate, a discapito delle legittime istanze degli addetti a più basso livello di inquadramento della neonata Selex Es spa». «Nel dettaglio - proseguono le organizzazioni sindacali - si è chiesto a tutti i lavoratori di fare due ore di sciopero per salvaguardare i privilegi di quella minoranza di lavoratori proveniente da Selex Sistemi Integrati e di altre realtà che percepiscono indennità di trasferta fino a dieci volte superiori rispetto a quelle percepita dagli altri lavoratori». I sindacati ritengono che ci siano problemi molto più seri del mantenimento della possibilità di autoretribuirsi aumentandosi lo stipendio a dismisura con trasferte incontrollate, spesso tra siti distanti pochi chilometri, da Pomezia a Roma, da Roma a Latina, che gravano in maniere abnorme sui bilanci aziendali.

Pagamento debiti della Pubblica amministrazione alle imprese: disponibili 500 milioni

C'è tempo fino a venerdì per la presentazione delle domande di allentamento del Patto di stabilità interno alla Ragioneria dello Stato da parte delle amministrazioni locali. Un passaggio importante che consentirebbe alle Amministrazioni di pagare i debiti pregressi nei confronti delle Imprese. Per questo motivo i Presidenti di Ance Latina e Ance Frosinone (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Davide Palazzo e Domenico Paglia, hanno inviato una nota alle Amministrazioni delle provincia di Latina e Frosinone. «Ricordiamo che il problema del ritardato pagamento dei lavori pubblici regolarmente realizzati dalle imprese - affermano i leader dei costruttori delle province di Frosinone e Latina - continua a rappresentare un elemento di criticità che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose imprese di costruzioni operanti nei nostri territori». «Il Governo ha adottato, a partire dalla scorsa primavera, alcune misure per consentire il pagamento dei debiti pregressi attraverso l'allenamento del Patto di stabilità interno e l'erogazione di anticipazioni di liquidità per gli enti con difficoltà di cassa; si tratta di 500 milioni di euro a disposizione degli enti locali, per accedere ai quali le amministrazioni devono formulare specifica richiesta appunto entro il 14 febbraio». «Tuttavia - concludono Palazzo e Paglia - lo Stato ha messo a disposizione delle Amministrazioni locali 500 milioni per il pagamento dei lavori che abbiamo consegnato da due-tre anni: è un provvedimento importante, ma per sostenere in modo consistente la ripresa economica e determinare un rilevante aumento occupazionale, è necessario ridare liquidità alle imprese e lanciare un grande Piano di investimenti per mettere in sicurezza e riqualificare i nostri territori ed edifici pubblici».

Paoil a rischio chiusura, venerdì incontro in Regione Lazio

Futuro nero per Paoil, l'azienda di Cisterna specializzata nella produzione di oli e di grassi vegetali e animali. Al fine di scongiurare la chiusura dello storico stabilimento agroindustriale, istituzioni provinciali e comunali assieme ai sindacati si incontreranno con i vertici aziendali il prossimo 14 febbraio in regione Lazio. Durante il vertice non si potrà fare a meno di parlare della procedura di mobilità aperta lo scorso 3 febbraio dalla società in seguito al sequestro di un proprio immobile e al conseguente blocco della lavorazione dell'ultima campagna della sansa. Una procedura  che complessivamente coinvolge 41 lavoratori. Le organizzazioni sindacali sostengono con forza che la cassa integrazione, non è riuscita finora a far uscire la società dalla crisi economica. Insomma il fallimento Paoil spa e la successiva cessione “in affitto” a Paoil Industrie srl non hanno salvato l'azienda cisternese. La Paoil Industrie srl ha cercato di concretizzare con le società di leasing un contratto di acquisto del sito poi però naufragato per problematiche complesse, legate a questioni di “vincoli” della società. «La vicenda Paoil mette in mostra come, in assenza di politiche di sviluppo e di risanamento vero, il lavoro non possa ripartire - commenta il segretario provinciale Ugl Maria Antonietta Vicaro - Auspichiamo che nel prossimo incontro in Regione si possa fare definitivamente chiarezza sul futuro dei lavoratori Paoil andando a discutere di concrete prospettive di lavoro e non di ammortizzatori sociali». Le speranze sono al momento tutte rivolte alla recente notizia diffusa dal sindaco di Cisterna Merolla in merito all'interessamento al sito da parte di terzi.