Alunni in classe (Foto Ginnetti) |
L'anno scolastico 2013/2014 si è aperto all'insegna di una novità: il registro elettronico. Il nuovo strumento è stato ideato con lo scopo di attuare il Piano di dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione contribuendo così alla riduzione della spesa delle amministrazioni statali e degli enti territoriali. Come però spesso accade nel settore scuola, questa innovazione non è supportata dai giusti strumenti. Per l’uso definitivo del registro elettronico, voluto oltre un anno fa dal Governo Monti con il Decreto legislativo 95/2012, manca ancora il piano di dematerializzazione del Miur e l’approvazione del Garante della privacy e, pertanto, non può essere ancora obbligatorio. «Non esistono riforme a costo zero - interviene il segretario generale Cisl scuola Latina Franco Maddalena - E’ necessario, infatti, dotare le scuole di reti internet, programmi software gestionali e strumentazioni informatiche; poi dovrà essere formato il personale e data la giusta informazione a famiglie ed alunni. Allo stato attuale, oltre la metà delle scuole in provincia di Latina non è ancora attrezzata per gestire questa novità e la gran parte delle famiglie pontine è ancora disinformata. Non ci vogliamo unire al coro di quanti osteggiano a priori il registro elettronico e che pensano, giustamente, che altre siano le priorità, dall’edilizia scolastica alle risorse economiche, a volte insufficienti anche per dotare i bagni di carta igienica». Le criticità sono relative a due questioni fondamentali: il timore che la rete, realizzata con la più economica modalità wireless (come sembra far capire il recente Decreto legislativo 104/2013) possa generare situazioni pericolose per gli alunni, ed il rischio della diffusione indebita di dati sensibili di studenti e loro famiglie, sempre possibile con un trattamento telematico delle informazioni, non adeguatamente protetto. C'è inoltre il rischio che la dimensione virtuale si possa insinuare, in modo subdolo, nella vita scolastica quotidiana fino a sostituirsi alle azioni, ai gesti concreti, alle parole e perfino ai pensieri. L’introduzione del registro elettronico, pur se proposta, o meglio imposta, in un mondo dominato dal mito della tecnologia, presenta il rischio inaccettabile della incomunicabilità tra scuola e famiglia e, quel che è peggio, tra genitori e figli. «Ben vengano le innovazioni tecnologiche - prosegue il segretario Cisl scuola - ma la tanto vantata introduzione del registro elettronico non è la panacea di tutti i mali e rischia di confondere lo strumento con il fine: la pratica della Buona Scuola. La scuola non è un ufficio dove espletare una pratica, per la quale è nettamente preferibile la gestione telematica. E’ e deve continuare ad essere una comunità educante dove l’obiettivo da raggiungere non è soltanto la crescita culturale, ma anche quella personale e sociale delle ragazze e dei ragazzi, quella che veniva definita la formazione dell’uomo e del cittadino. Una volta eliminate le relazioni umane, seppur conflittuali, ma feconde di dubbi e riflessioni esistenziali, nelle scuole resterà solo il vuoto e la solitudine dei ragazzi e delle ragazze che annegano nel mare infinito di Internet».
Nessun commento:
Posta un commento