E’ davvero difficile la situazione in cui si trovano gli ex lavoratori del gruppo Midal che, dopo essersi rifiutati di firmare il verbale di conciliazione con il nuovo imprenditore subentrato nella gestione degli ex supermercati a marchio Sidis, hanno impugnato il licenziamento chiedendo il reintegro. «L’assegno di disoccupazione è terminato lo scorso giugno e, dopo un lungo iter burocratico, siamo riusciti ad ottenere la mobilità ma solo fino al 31 dicembre 2012 - ha spiegato uno dei 30 lavoratori - Per il 2013 è necessaria una nuova richiesta e l’esito è, attualmente, sconosciuto. Al di là del sostegno, ci troviamo però alle prese con seri problemi economici. Già per l’assegno di disoccupazione, alcuni di noi hanno registrato dei ritardi. Per quanto riguarda poi le spettanze relative la mobilità siamo costretti ad aspettare dei mesi prima di ricevere il compenso». «La situazione è davvero critica - proseguono gli ex dipendenti Midal - siamo 30 famiglie che, senza un sostegno economico, non sanno come pagare il mutuo, fare la spesa, comprare le cose essenziali per i propri figli». Se dal punto di vista socio assistenziale la situazione non è delle migliori, sotto il profilo legale le cose non vanno meglio. Il graduale fallimento a catena delle diverse società legale al Gruppo Midal ha infatti portato all’annullamento di tutte le cause dei lavoratori in essere. Il tutto dovrà infatti essere discusso davanti al curatore fallimentare. Affinché ogni cosa si rimetta in moto sarà però necessario attendere i primi di settembre. «Siamo già a lavoro - ha concluso il gruppo di lavoratori - per organizzare nuove iniziative per le prossime settimane. Dopo il Disgusto tour continuiamo con la nostra battaglia».
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