Ex lavoratori Nexans durante uno sciopero (foto: Ginnetti) |
Doveva svolgersi lo scorso mese di maggio eppure, a distanza di tre mesi, il tanto atteso vertice sul caso Nexans non è stato più convocato. Come si ricorderà la scorsa primavera le organizzazioni sindacali (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil) avevano richiesto alla multinazionale francese un confronto per discutere del piano di reindustrializzazione del sito di borgo Piave rimasto inattuato. Una richiesta che aveva visto coinvolta anche l’amministrazione comunale di Latina che voleva incontrare l’azienda produttrice di cavi elettrici per capire in che modo intendesse procedere sia per la bonifica dell’area, sia per la gestione delle maestranze. Per quanto riguarda il personale Nexans aveva garantito il ricollocamento attraverso un piano di rilancio che vedeva insieme Vetreco, Consorzio Alliance, Imq e Mixer. Nel tempo, però, queste società hanno ritirato la loro offerta di interessamento e Nexans non è stata più in grado di trovare altre realtà pronte a subentrare. Per quanto concerne invece la bonifica, l’area ha necessità di essere ripulita per eliminare un inquinamento scaturito da anni ed anni di lavoro con sostanze nocive. In tal senso, al fine di facilitare la vendita e di conseguenza il riassorbimento delle maestranze, l’amministrazione comunale pontina ha garantito che la destinazione d’uso resterà «industriale». Al momento l’enorme sito industriale di circa 5 ettari di estensione resta in vendita senza che Nexans stia facendo nulla per il rilancio per rispondere a quella responsabilità di impresa che è propria di tutte le aziende. Dei circa 170 lavoratori ex Nexans la maggior parte ha accettato l’esodo volontario dietro incentivo, ma circa 50 unità sono ancora senza lavoro, in cassa integrazione fino a marzo 2013, in attesa di essere riassorbite.
(Fonte: Quotidiano La Provincia)
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