I lavoratori Scm durante l'assemblea |
Un secco no alla nuova ipotesi di affitto della Scm di Tor Tre Ponti è stato espresso ieri dai lavoratori che si sono detti fermamente contrari all'offerta presentata in tribunale da un imprenditore nell'ambito della gara per l'affidamento del sito. I dipendenti, presenti all'assemblea, hanno preso atto della documentazione presentata in tribunale e, all'unanimità, hanno espresso un giudizio contrario all’offerta ritenendola non solo totalmente inadeguata, ma anche umiliante nei loro confronti. «Ci sentiamo offesi e umiliati da tutto questo - hanno sottolineato - non risparmiando i commenti negativi sulla vicenda. Come è possibile infatti presentare un piano industriale che prevede poche assunzioni, fatte nell'arco di quattro anni, tutte a tempo determinato e con lo stesso tipo di produzioni fatte in questi anni, che ricadrebbero in un mercato saturo e poco remunerativo che ha fatto chiudere la Scm? Ci aspettavamo ben altro...» I lavoratori, giunti ormai al nono mese di assemblea permanente all'interno del sito, sono stati sempre molto chiari sul fatto che a rilevarlo dovesse essere un gruppo industriale o un imprenditore e non certo soggetti legati al mondo della finanza. Proprio per questo l'obiettivo portato avanti con il sindacato è sempre stato quello di far ripartire lo stabilimento affidandolo ad un imprenditore con voglia di rilanciare l’azienda presentando un piano di investimenti serio e durevole. «L'offerta pervenuta - ha commentato il segretario provinciale della Femca Cisl Roberto Cecere - accentua ancora di più la precarizzazione del lavoro, perché questo nuovo imprenditore entrerebbe nella stessa nicchia di mercato nella quale operava Scm, cosa questa che, per i suoi ricavi estremamente bassi, ha portato alla chiusura dello stabilimento. Un segmento produttivo non remunerativo, dove il rischio reale è che a imporre il prezzo sia il cliente a scapito delle buste paga dei lavoratori».
«Esprimiamo viva preoccupazione rispetto alla Scm in quanto a breve scadrà la cassa integrazione straordinaria e probabilmente i lavoratori verranno posti in mobilità e quindi licenziati - aggiunge il segretario Dario D'Arcangelis - Per questo abbiamo richiesto un incontro urgente al Prefetto Antonio D’Acunto, in presenza delle istituzioni locali e regionali e del curatore fallimentare». «Questa vicenda dai contorni poco chiari - prosegue D'Arcangelis - rischia di fare un danno ai lavoratori poiché solamente un progetto industriale serio potrà davvero rilanciare il sito produttivo e ricreare occupazione».
PARLANO I LAVORATORI
«Stanno tentando di far apparire i lavoratori della Scm - scrive il personale in assemblea permanente dallo scorso maggio - come persone irragionevoli, stupide o - peggio - senza voglia di lavorare dimenticando che da quasi un anno sono in assemblea permanente all'interno dello stabilimento, presidiando giorno e notte il loro posto di lavoro. Il piano industriale presentato è stato attentamente letto e commentato in ogni suo aspetto dai lavoratori nel corso di una assemblea alla quale erano stati invitati tutti. Il piano è stato respinto dai lavoratori perché non dava nessuna certezza sul futuro, perché parlava genericamente di poche assunzioni, tutte a tempo determinato e nell'arco temporale di ben quattro anni e di produzioni che sarebbero ricadute in quello stesso mercato, ormai saturo, dal quale la Scm era stata costretta ad uscire». «Quindi - proseguono i lavoratori - non siamo irresponsabili e avventati, ma pienamente coscienti. Abbiamo più volte auspicato la presenza delle istituzioni al nostro fianco e non saremo certo noi a dire di no a tavoli istituzionali che dovessero aprirsi sul caso, sperando però che si affrontino temi seri e concreti per il lavoro ed il nostro futuro».
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