Vittoria per i lavoratori dell'Ibi, inseriti nell'azienda chimico farmaceutica di Aprilia attraverso l'Adecco. Dopo un accordo tra Femca Cisl Latina, Felsa Cisl (la Federazione che si occupa dei lavoratori somministrati, autonomi ed atipici) e la Diredione Adecco questi lavoratori potranno ora contare su stipendi più alti del 10/25% al mese. Nelle retribuzioni di questo gruppo di lavoratori erano state, infatti, rilevate una serie di anomalie causate da una erronea applicazione di alcune voci riportate dal Ccnl dei chimici e non conformi a quanto previsto dal contratto stesso. Una anomalia riscontrata dalla Femca Cisl anche in altre aziende che utilizzano lavoro interinale e che ha spinto il sindacato ad approfondire la questione. L'azione congiunta di Femca e Felsa Cisl ha portato ad un incontro con l'Adecco che ha riconosciuto il proprio errore impegnandosi a ripristinare la corretta modalità di calcolo delle retribuzioni a partire dal mese di novembre 2013. Le somme non erogate fino ad oggi saranno inserite nella busta paga di dicembre, pagata il 15 gennaio 2014. Il sindacato ha poi chiesto ed ottenuto che tale trattamento sia riservato anche a tutti quei dipendenti, non più in forza all'Adecco, ma che abbiano maturato queste differenze retributive. «Sarà cura del sindacato - ha commentato Roberto Cecere, segretario generale della Femca Cisl di Latina - verificare attentamente che l'Adecco rispetti gli impegni assunti. Siamo pronti ad appoggiare, come sempre, i lavoratori nella tutela dei loro interessi. Gestire le problematiche facendo accordi è, infatti, il compito di un sindacato attento e responsabile che deve cercare di evitare di percorrere inutilmente strade conflittuali per demagogia o populismo, come altri hanno tentato di fare in questa vicenda».
giovedì 28 novembre 2013
Lavoratori Adecco, l'agenzia si impegna a restituire le somme dovute in busta paga
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lunedì 25 novembre 2013
Caso Midal, si punta alla proroga della cassa in deroga. Ecco la situazione
Il supermercato di via Epitaffio (foto: Ginnetti) |
Proroga della cassa integrazione in deroga per i punti vendita ex Midal di via Epitaffio, via Piave e Sabaudia. La decisione è stata presa nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali in accordo con la curatela fallimentare Midal rappresentata dai professori Cordopatri e Caldiero. Per quanto riguarda il punto vendita di via Piave, la curatela siglerà i contratti di vendita delle licenza con la società Iperbon che si è appena aggiudicata l'asta ed ha intenzione di aprire il prossimo Natale. Le persone coinvolte sono 13; attualmente i lavoratori sono in cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre e l'intenzione è quella di riassumerli a tempo indeterminato alle condizioni precedenti al fallimento del Gruppo Midal. Il punto vendita di via Epitaffio è invece stato aggiudicato all'asta da Cdk (Cassandra). L'accordo deve ancora essere siglato e il lavoratori (circa 23 persone) sono in cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre. Si prevede la riapertura a fine anno. Per quanto concerne il supermercato di Sabaudia la prima asta è andata deserta e si spera si possa trovare un nuovo imprenditore pronto a rilevarlo nelle prossime aste che prevedono un ribasso importante. Anche in questo caso il personale (circa 15 unità) è in cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre. I negozi della ex Q4, ex Q5 e Fiano Romano sono ancora a carico della società Brio. Dopo il sequestro del punto vendita le licenze e le attrezzature sono andate in mano alla curatela fallimentare mentre i lavoratori (complessivamente 70) sono in cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre, in attesa di capire il proprio destino lavorativo visto che non è ancora possibile attivare l'asta per l'affidamento del negozio. Il prossimo passaggio sarà presso il Ministero competente per capire se l’azienda ha i requisiti per poter accedere ad un anno di cassa integrazione straordinaria per chiusura. «Si auspica che una parte dei lavoratori ritrovi la sicurezza nelle future gestioni - commenta il segretario provinciale Ugl Maria Antonietta Vicaro - che a quanto pare fanno riferimento a imprenditori conosciuti. Per i punti ancora in capo alla vecchia gestione mostriamo preoccupazione, visto che saranno i giudici a stabilire tempi e modalità con le quali collocare i lavoratori, ora, in cassa integrazione».
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sabato 16 novembre 2013
Poste Italiane, disagi per i portalettere di Latina e uffici finanziari al collasso
(Foto: Ginnetti) |
Problemi a non finire per i dipendenti di Poste italiane della provincia di Latina. I portalettere sono spesso impossibilitati a recapitare la posta in quanto la corrispondenza si blocca in seguito a problemi di smaltimento e per questo motivo non riesce ad arrivare negli uffici pontini. «La mancata consegna della corrispondenza non dipende dai portalettere - spiega infatti Bruno Carlo, segretario Slc Cgil Latina - Giovedì scorso sulle loro scrivanie non c’era quasi nulla e per questo non hanno potuto consegnare la posta. Ad aggravare la situazione ci si è poi messa anche la mancanza di autoveicoli e motoveicoli spesso fermi per moltissimo tempo prima di essere riparati». In tal senso l’area più colpita è quella di Formia dove sono davvero tanti i portalettere rimasti senza un mezzo di trasporto». Al disagio dei portalettere si aggiunge quello degli uffici presenti sul territorio provinciale. Gli uffici postali finanziari risentono di una difficile gestione e organizzazione del lavoro e per di più lasciano molto a desiderare anche in termini di pulizie. «La Direzione provinciale nega ai Rappresentanti della sicurezza la documentazione tecnica di prevenzione durante le visite programmate - spiega ancora Bruno Carlo - E a nulla valgono i continui solleciti di intervento e verifica». Nell’ufficio di Terracina è stata attuata una riorganizzazione che ha ridotto ulteriormente lo spazio per i dipendenti. Nell’ufficio postale di borgo Montenero sono presenti delle enormi crepe che devono ancora essere sistemate. Problemi, dunque, a non finire e di ogni genere. Slc Cgil ha chiesto più volte alla Direzione provinciale un confronto ma è ancora in attesa di una risposta. «L’atteggiamento della Direzione provinciale - conclude il segretario Slc Cgil Bruno Carlo - è disfunzionale e riteniamo che la soluzione sia quella di aprire un tavolo di confronto».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)
I lavoratori della Panapesca bloccano lo stabilimento di Gaeta: sciopero ad oltranza
Panapesca ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Gaeta e i 46 dipendenti hanno risposto con il blocco delle attività del reparto movimentazione e lo sciopero ad oltranza. La protesta andrà avanti almeno fino al 19 novembre, giorno in cui è in programma l'incontro in Confindustria Latina per la cassa integrazione. L'annuncio di una procedura di cassa integrazione per cessazione di attività è arrivato nei giorni scorsi dopo che, l'azienda nel gennaio 2013 aveva già dismesso l’attività del reparto produzione coinvolgendo 32 lavoratori. In seguito a diverse azioni di lotta i lavoratori erano riusciti ad ottenere lo slittamento dei licenziamenti e l’apertura di una procedura di cassa integrazione in deroga in scadenza a fine mese. Alla cassa in deroga doveva seguire una procedura di cassa integrazione per cessazione di attività. Nei giorni scorsi, invece, l’azienda ha comunicato che la procedura di cassa integrazione per cassazione di attività non riguarderà più solamente i 32 lavoratori, ma tutti i 46 lavoratori oggi dipendenti Panapesca, anticipando di fatto la chiusura dell’intera attività produttiva. «Siamo alle solite - dicono Eugenio Siracusa e Luca Lombardo, segretari provinciali di Flai Cgil e Uila Uil - l’azienda persegue nei suoi atteggiamenti indisponenti e la nostra reazione non poteva essere diversa, tanto che sabato scorso abbiamo dovuto chiedere l’ausilio al Commissariato di Polizia per scongiurare problemi di ordine pubblico. I lavoratori sono da diversi giorni in presidio permanente in sciopero e lunedì mattina terremo una assemblea davanti ai cancelli dell’azienda. Chiediamo a tutte le istituzioni, in primis al sindaco di Gaeta che ci è stato fino ad ora vicino, di continuare a sostenerci in questa ulteriore drammatica situazione che oggi vede coinvolti tutti e 46 i dipendenti».
Cassa integrazione, triste record per Latina: superato il milione di ore autorizzate
Maglia nera a Latina, nel mese di ottobre, per numero di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate. I dati elaborati nel rapporto Uil sull’utilizzo della cassa integrazione evidenziano infatti un forte aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali. Nel dettaglio nel mese di ottobre 2013 sono state autorizzate 1.245.139 ore con un aumento del 68% rispetto ai mesi precedenti. «E’ un monitoraggio amaro quello del mese di ottobre sull’utilizzo di cassa integrazione nel nostro territorio - commenta Luigi Garullo, segretario generale Uil Latina - mentre in tutto il Lazio torna a salire lievemente la richiesta di cassa integrazione, Latina fa segnare il dato peggiore della regione, che vede per la prima volta lo sfondamento deciso di quota un milione di ore nella nostra provincia. L'aumento colpisce in maniera pesante la provincia pontina in quanto se guardiamo alle altre province con maggior consistenza industriale (Roma e Frosinone) gli aumenti si fermano rispettivamente a +6,7% e +39,7%. Il dato peggiore riguarda la cassa integrazione straordinaria che a Latina vede 777.145 ore autorizzate, contro le 335.952 del mese precedente. «Anche il raffronto con la cassa integrazione utilizzata nel mese di ottobre 2012 vede un aumento del 46,6% rispetto al mese di ottobre 2013 – aggiunge il segretario Garullo – Guardando all’intero periodo gennaio-ottobre 2012 , rispetto all’intero periodo gennaio-ottobre 2013, si registra però una sostanziale equivalenza del totale di ore complessivamente autorizzate, pari a poco meno di 6 milioni di ore». La stima dei lavoratori potenzialmente posti in cassa integrazione per il mese di ottobre 2013 è invece pari ad oltre 7.300 unità. Parliamo di livelli mensili mai raggiunti negli ultimi anni.
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venerdì 15 novembre 2013
Casa di cura 'Sorriso sul Mare', 77 lavoratori senza stipendio da tre mesi
I 77 lavoratori della ex casa di cura di Formia ‘Sorriso sul Mare’ non percepiscono le spettanze da tre mesi e la preoccupazione che si arrivi a Natale senza che la società provveda al pagamento del dovuto, compresa la tredicesima, li spinge a richiamare l'attenzione sulla loro vertenza. A lanciare l’allarme sono i segretari Cgil Fp Ovidio Bianchi e Cristina Compagno. «Tutto ciò - scrivono i segretari Cgil Fp nella nota - sta mettendo a dura prova la stabilità economica e psicofisica di ben 77 famiglie (questo è il numero degli operatori oggi in servizio, ndr). Infatti, da notizie acquisite da parte di alcuni lavoratori, ci sono famiglie che non sono state in grado - visto il perdurare del mancato pagamento degli stipendi - di ottemperare agli impegni economici verso terzi quali mutui bancari, fitti e bollette nonché alcuni di loro hanno anche subito intimazioni di sfratto abitativo. Questa organizzazione sindacale nel denunciare il protrarsi di tale inadempienza ha provveduto anche a intimare e diffidare l’azienda a corrispondere ai lavoratori le spettanze dovute, coinvolgendo il Prefetto di Latina nella risoluzione della vertenza. Sarà cura di questa Segreteria intraprendere tutte le iniziative e forme di lotta a tutela dei lavoratori».
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giovedì 14 novembre 2013
Gruppo ex Midal, Iperbon si aggiudica l'asta per il punto venita di via Piave
Il negozio di via Epitaffio (foto: Ginnetti) |
Venerdì scorso la società Iperbon srl si è aggiudicata, con l’offerta migliore, l’asta per la riapertura del supermercato ex Midal di via Piave. Ora quindi i 14 dipendenti che fino a questo momento erano in regime di cassa integrazione in deroga saranno riassorbiti. «Dobbiamo attendere l’omologazione da parte del giudice delegato - ha commentato il segretario della Cisal Armando Valiani - ma già in settimana, avremo i primi incontri sindacali volti ad agevolare il passaggio dei lavoratori nella nuova società. Durante l’incontro sindacale affronteremo le modalità del riassorbimento. Inoltre sarà nostro compito monitorare le sorti degli altri supermercati per garantire lo stesso futuro». Il punto vendita di via Piave era stato posto all’asta dopo che la società Brio era stata coinvolta nel fallimento Le Botteghe. «Restano ancora appese le situazioni dei punti vendita di via Epitaffio, di Sabaudia e dei punti vendita da poco dissequestrati della Q4, della Q5 e di Fiano Romano, dove i lavoratori sono in cassa integrazione in deroga ma ancora con situazioni da definire sotto l’aspetto della riassegnazione dei locali ad altri gestori - hanno aggiunto il segretario Ugl Maria Antonietta Vicaro e Michele Virgilio - Una partita che dovrebbe vedere a breve chiudersi anche l’asta per i negozi di via Epitaffio e Sabaudia. Si attendono gli esiti delle vicende fallimentari e delle future riaperture con altri soggetti economici, con l’auspicio che si possa parlare di un futuro certo anche per i lavoratori ancora in attesa di risposte». Come si ricorderà, dopo il fallimento Midal i supermercati di via Piave, via Epitaffio, Q4, Q5, Fiano Romano e Sabaudia furono acquisiti attraverso un fitto di ramo d’azienda dalla società Brio srl con il marchio Sigma Prime. A seguire anche la Brio srl è stata interessata dal fallimento e quindi i punti vendita sono stati sottoposti a sequestro. Ora i supermercati dovranno essere assegnati a nuovi gestori attraverso un’asta.
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martedì 5 novembre 2013
'Da Urban ai contratti di quartiere, progetti integrati per la rinascita delle periferie'
Questo pomeriggio alle 16 presso la sede dell’Ordine in piazza Celli 3 si svolgerà il seminario 'da Urban ai contratti di quartiere, progetti integrati per la rigenerazione delle periferie' organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Latina e dall’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu). L’incontro vedrà la partecipazione dell’ingegner Fabrizio Ferracci – Presidente Ordine degli Ingegneri di Latina, dell’architetto Daniel Modigliani – Urbanista e Presidente Inu Lazio e dell’ ingegner Gianfranco Buttarelli – Vice Presidente Inu Lazio. L’appuntamento, curato dall’architetto Mario Spada, coordinatore della Biennale dello Spazio pubblico, tratterà tematiche attuali affrontati con approcci innovativi, efficaci , ma da consolidare. La deindustrializzazione e la crisi economica hanno favorito il declino urbano, creato 'quartieri difficili' caratterizzati da disoccupazione giovanile, degrado, scarsa integrazione dei nuclei immigrati, radicamento di reti illegali. Per questi quartieri i progetti URBAN promossi dalla UE e i Contratti di quartiere promossi dallo Stato Italiano hanno cercato di indicare la via della progettazione integrata. «Il degrado sociale è una patologia purtroppo presente in molti parti delle nostre città – spiega Fabrizio Ferracci, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Latina - dai centri storici in abbandono, alle sconfinate periferie. I programmi integrati di intervento, offrono reali possibilità di incidenza, ma non sempre riescono ad incidere su tale versante. La polifunzionalità delle zone agricole, il cui riconoscimento formale è previsto da una recente proposta di legge regionale, modificativa della inapplicata legge regionale sul governo del territorio, costituisce un potenziale di sviluppo, di assoluto valore, specialmente se rapportato alla attuale negativa contingenza economica. Al tempo stesso costituisce una nuova opportunità per la tutela attiva del territorio e dei suoi equilibri ambientali, la possibilità di integrare virtuosamente i sistemi agricoli ed urbani». «L’Ordine degli Ingegneri sta lavorando con l’Inu alla definizione del programma del prossimo anno – sottolinea l’ingegner Buttarelli - Vorremmo conferire allo stesso una specifica valenza formativa e per questo pensiamo ad un ‘Percorso’ strutturato che esplori tutte le tematiche attuali dell’urbanistica, dalla definizione del quadro delle conoscenze, alle diverse forme di pianificazione, alle più opportune forme di gestione. Vorremmo coinvolgere esperti in grado di offrire contributi altamente qualificati, ma anche testimonianze di concrete esperienze compiute, il tutto a beneficio delle politiche urbanistiche da attuare nel nostro territorio». «Vorremmo infine analizzare in modo sistematico e compiuto la condizione della città di Latina – conclude Ferracci - al fine di trattare in uno specifico convegno la individuazione dello strumento da adottare , il più opportuno per il rilancio della economia del territorio di riferimento».
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