Panapesca ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Gaeta e i 46 dipendenti hanno risposto con il blocco delle attività del reparto movimentazione e lo sciopero ad oltranza. La protesta andrà avanti almeno fino al 19 novembre, giorno in cui è in programma l'incontro in Confindustria Latina per la cassa integrazione. L'annuncio di una procedura di cassa integrazione per cessazione di attività è arrivato nei giorni scorsi dopo che, l'azienda nel gennaio 2013 aveva già dismesso l’attività del reparto produzione coinvolgendo 32 lavoratori. In seguito a diverse azioni di lotta i lavoratori erano riusciti ad ottenere lo slittamento dei licenziamenti e l’apertura di una procedura di cassa integrazione in deroga in scadenza a fine mese. Alla cassa in deroga doveva seguire una procedura di cassa integrazione per cessazione di attività. Nei giorni scorsi, invece, l’azienda ha comunicato che la procedura di cassa integrazione per cassazione di attività non riguarderà più solamente i 32 lavoratori, ma tutti i 46 lavoratori oggi dipendenti Panapesca, anticipando di fatto la chiusura dell’intera attività produttiva. «Siamo alle solite - dicono Eugenio Siracusa e Luca Lombardo, segretari provinciali di Flai Cgil e Uila Uil - l’azienda persegue nei suoi atteggiamenti indisponenti e la nostra reazione non poteva essere diversa, tanto che sabato scorso abbiamo dovuto chiedere l’ausilio al Commissariato di Polizia per scongiurare problemi di ordine pubblico. I lavoratori sono da diversi giorni in presidio permanente in sciopero e lunedì mattina terremo una assemblea davanti ai cancelli dell’azienda. Chiediamo a tutte le istituzioni, in primis al sindaco di Gaeta che ci è stato fino ad ora vicino, di continuare a sostenerci in questa ulteriore drammatica situazione che oggi vede coinvolti tutti e 46 i dipendenti».
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