I lavoratori della ex Gambro di Tor Tre Ponti non ci stanno ad essere estromessi dal loro posto di lavoro e, dopo aver proclamato lo stato di agitazione, danno il via ad una assemblea permanente. Una decisione forte, scaturita dalla recente decisione della Cosmo Pharma srl (società affittuaria dello stabilimento, ndr) di aprire una cassa integrazione straordinaria per i 62 lavoratori ex Gambro. Nello specifico gli ex dipendenti Gambro non hanno accettato il fatto che i 12 lavoratori Cosmo Pharma, a loro differenza, sono rimasti a lavorare nello stabilimento chimico-farmaceutico. Una scelta che è stata interpretata come una provocazione. E’ stato dunque deciso il blocco delle attività lavorative e delle produzioni ed è stato chiesto al Prefetto di Latina di farsi carico di questa vertenza che si trascina ormai da troppi anni. Fin da quando la multinazionale Gambro decise di abbandonare Latina scalo, infatti, lo stabilimento ha navigato in acque agitate passando di proprietà in proprietà fino al fallimento decretato il mese scorso dal Tribunale di Latina. Un brutto esempio di deindustrializzazione non riuscita di un sito abbandonato a se stesso dopo tante promesse e vari piani industriali rimasti sulla carta, in cui a pagare alla fine sono stati solo i lavoratori e le loro famiglie. Anche l’imprenditore che si era fatto avanti per rilanciare lo stabilimento non ha trovato meglio da fare, come primo atto, che collocare tutti i lavoratori in cassa integrazione. «E’ una brutta vicenda - ha commentato Roberto Cecere, segretario provinciale della Femca Cisl di Latina - l’appello lanciato al Prefetto e alle istituzioni vuole essere una richiesta a farsi carico di quanto sta accadendo prima che sia troppo tardi. Alla curatela fallimentare chiediamo di attivarsi affinché l’anno di cassa integrazione firmato in Regione non scorra invano, soprattutto alla luce delle manifestazioni di interesse per il sito della Scm avanzate da alcuni imprenditori locali».
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