sabato 29 giugno 2013

Vacanze, a maggio spopolano le città di mare. Milano Marittima al primo posto

Il tempo instabile della primavera appena trascorsa non ha sfiduciato gli Italiani che, a maggio, hanno pensato soprattutto al sole e al mare. Secondo i dati di Hotels.com, leader nella prenotazione di hotel online, Milano Marittima è stata infatti la città che ha fatto registrare il maggiore incremento nelle ricerche. Con un aumento del 316% rispetto allo stesso mese del 2012, la città romagnola si conferma una delle mete preferite dai turisti italiani per le vacanze estive. I locali notturni, le spiagge affollate e i numerosi eventi ne fanno una destinazione perfetta soprattutto per i più giovani, alla ricerca non soltanto di sole e mare, ma anche di divertimento. Al secondo posto la cittadina toscana di Scarperia: grazie probabilmente al Gran Premio d’Italia di MotoGp, che si è tenuto il primo weekend di giugno nella vicina pista del Mugello, le ricerche di hotel hanno fatto registrare un’impennata del 312% rispetto all’anno precedente.

Chiude il podio delle destinazioni con i maggiori incrementi di ricerche su Hotels.com Salvador, terza città più popolosa del Brasile dopo San Paolo e Rio de Janeiro, con un aumento del 274% a maggio rispetto al 2012. Con ben 14 località di mare in classifica, maggio si dimostra un mese durante il quale i nostri connazionali programmano le vacanze estive in spiaggia. Tra le città più cercate figurano ad esempio le calabre Parghelia (+254%) e Scalea (+189%), le campane Serrara Fontana (+247%) e Ascea (+236%) e le siciliane Lipari e Balestrate (entrambe +215%). Non ci sono state però soltanto le vacanze nei pensieri degli italiani a maggio: in seguito all’annuncio dell’ostensione permanente della salma di Padre Pio a partire dal primo di giugno, infatti, le ricerche di hotel a San Giovanni Rotondo hanno fatto registrare un aumento del 204% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
(Fonte: Hotels.com)

giovedì 27 giugno 2013

Slm, lavoratori in stato di agitazione

Lavoratori Slm in stato di agitazione. La proclamazione arriva dalle organizzazioni sindacali Fisascat Cisl e Ugl provinciale dopo l’annunciata sospensione delle retribuzioni per mancanza di liquidità. Difficoltà economiche a cui, secondo i sindacalisti, non hanno mai fatto seguito progetti tesi alla salvaguardia del sito e delle maestranze. «Richiediamo inoltre di dare risposta alle svariate domande di incontro presentate dai sindacati - hanno commentato Maria Antonietta Vicaro dell’Ugl e Davide Favero della Fisascat Cisl - Finora abbiamo ricevuto solo rassicurazioni da parte del dottor Mignano, in nome del Sindaco. Dall’ultimo incontro tenutosi lo scorso 24 giugno con il nuovo liquidatore, l’ingegner Defend, è emersa una situazione confusa e frammentata. A tal fine sollecitiamo quindi un serio confronto per una verifica sulla reale situazione della società Slm spa». I lavoratori si trovano da ormai tre anni in cassa integrazione guadagni in deroga a tempo parziale e sul sito le attività sono ferme ormai da tempo in attesa che il Comune, socio di maggioranza al 95%, trovi soluzioni. Allo stato attuale, dopo gli equilibrismi in cerca di vie alternative al fallimento, non si intravedono soluzioni che possano garantire i finanziamenti dei fondi europei (circa 15 milioni di euro) in alternativa al fallimento. Il comune sta valutando come arrivare alla stima del bene per indire le vendite delle quote azionarie con un bando di gara pubblico. «Ricordiamo - concludono le organizzazioni sindacali - che è stato il Decreto legislativo 78 ad aver bloccato i finanziamenti dell’ente pubblico sulle partecipate, situazione che ha portato la società alla difficoltà economica. A questo chiaramente si aggiungono gli anni precedenti di cattiva gestione con società affittuarie morose, mancati investimenti su possibili partenariati e contratti che avrebbero portato sviluppo e occupazione sull’ennesimo “progetto a perdere” della nostra città».

martedì 25 giugno 2013

Ammortizzatori sociali in deroga, giovedì incontro decisivo in regione Lazio

Giovedì prossimo, in regione Lazio, si deciderà sugli ammortizzatori sociali in deroga (cassa integrazione e mobilità) in vista della scadenza prevista per il 30 giugno. Una decisione davvero importante se si considera il numero di lavoratori coinvolti. Nel Lazio nel primo periodo del 2013 (gennaio-aprile) l'ammortizzatore ha riguardato circa 27.000 lavoratori e 2.000 imprese. Nella provincia di Latina i lavoratori coinvolti sono stati circa 3.500 distribuiti su 250 attività. Per la mobilità in deroga i lavoratori coinvolti nel Lazio sono stati, invece, circa 4.000 di cui circa 1.000 solo a Latina. «Nel 2012 - spiega Maria Antonietta Vicaro, segretario provinciale Ugl Latina - i finanziamenti a copertura della deroga sono stati di 235 milioni e per il 2013 la regione Lazio ha avuto una pesante riduzione. Dopo un primo finanziamento di 38 milioni si resta ancora in attesa di ulteriori 19 milioni che dovrebbero essere integrati con la ripartizione degli attuali 990 milioni annunciati nell'ambito della conferenza Stato-Regione». Nel frattempo nella provincia pontina gli ultimi dati forniti nella recente giornata dell’Economia di Unioncamere parlano di una situazione drammatica: tasso di disoccupazione al 13,9% nel 2012 a fronte del 9,8% del 2011 che vuol dire 17.000 disoccupati, 10.000 persone in più in cerca di impiego, 33.000 persone inoccupate. Nel settore industria non ci sono segnali di ripresa anzi, nel chimico farmaceutico e nel metalmeccanico, le assunzioni si limitano ad un positivo 8% di assunzioni a tempo determinato da cui però bisogna decurtare le uscite per mobilità e pensionamenti (- 5%). Nel commercio, invece, si comincia a registrare il dato negativo della recessione con un -10% di fatturato nei primi 4 mesi del 2013. Aumentano inoltre i procedimenti concorsuali delle piccole e medie imprese che falliscono. «Occorrono politiche di più ampio raggio - conclude la sindacalista - siamo già nel pieno della “terza rivoluzione industriale” preannunciata dall’economista Rifkin. La seconda rivoluzione industriale è durata 200 anni ed ora i suoi paradigmi non sono più funzionali: ci sono le impellenti questioni ambientali che ci chiamano a cambiamenti profondi e c'è anche la necessità di nuove procedure di governance, di una nuova gestione dei processi economici e produttivi a cui il Governo di un paese sano dovrebbe mettere mano. La crisi che stiamo attraversando, nel momento in cui ne usciremo, sarà in grado di aprirci a nuovi scenari che devono però vederci pronti alle nuove politiche di investimenti verso i nuovi settori: energie rinnovabili, centrali energetiche autogestite nelle unità abitative, fonti di energie alternative. In più non devono essere sottovalutati né la valorizzazione della qualità del nostro made in Italy, né il patrimonio culturale e turistico».

venerdì 21 giugno 2013

Gruppo Selex Es, riparte la trattativa e si guarda ai contratti di solidarietà

Comincia a distendersi il tavolo di trattativa Selex e, all'orizzonte, è ora possibile intravedere anche qualche piccolo spiraglio di luce. Giovedì scorso presso l'Unione industriali di Roma è ripartito il confronto tra la Direzione Aziendale Selex Es e il coordinamento nazionale Fiom Fim Uilm sulla vertenza relativa al piano di riorganizzazione Selex legato alla fusione dei tre sistemi Selex. L'incontro arriva dopo la rottura delle trattative con l'azienda in seguito alla presentazione di un piano di riorganizzazione che vedeva, oltre agli esuberi strutturali, anche l'utilizzo massiccio di cassa straordinaria per sospensione a zero ore e fermate collettive in tutti i siti nazionali. «Oggi (giovedì, ndr) con stupore ma con altrettanta cautela - spiega il segretario Fiom Cgil Tiziano Maronna - l'azienda ha manifestato un cambio di posizione rispetto all'incontro precedente in quanto si è dichiarata disponibile ad un confronto in merito all'utilizzo di strumenti alternativi alla cassa integrazione come i contratti di solidarietà. Inoltre ha dichiarato di rendersi disponibile ad un intesa affinché le “uscite” vengano gestite con la non opposizione alla messa in mobilità». «Siamo cautelativamente soddisfatti - prosegue il segretario Fiom Cgil Latina - Fin dall'inizio avevamo puntato sui contratti di solidarietà che sono meno impattanti sui redditi dei lavoratori visto che le ore di sospensione dal lavoro vengono erogate dall'ente previdenziale all'80% della retribuzione». La trattativa riprenderà nel primo pomeriggio di mercoledì 26 giugno per proseguire fino al 27.

giovedì 20 giugno 2013

Cassa integrazione, cifre record per la straordinaria. Licenziamenti al più 26%

CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI
Nello scorso mese di maggio, in Italia, sono state autorizzate complessivamente 89,3 milioni di ore di cassa integrazione guadagni. Rispetto allo stesso mese dello scorso anno (2012), nel quale furono autorizzate 105,5 milioni di ore, si registra un calo pari a -15,4%. Un dato che però va letto tenendo conto del calo degli interventi di cassa integrazione in deroga dovuti alle difficoltà nel reperire finanziamenti per sostenere l'ammortizzatore sociale. Complessivamente la diminuzione degli ammortizzatori sociali è determinata, in parte, anche da un’inversione di tendenza degli interventi ordinari (cassa integrazione guadagni ordinaria) che dopo 5 mesi di crescita mensile costante, fanno registrare, rispetto al mese precedente, una diminuzione stagionale (dai 35,7 milioni di ore di aprile 2013 si passa ai 33 milioni di maggio). Diversa è invece la situazione registrata per la cassa integrazione straordinaria. Le ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate a maggio 2013 (40 milioni), fanno registrare un aumento sia rispetto al mese di aprile 2013 (31,9 milioni), sia rispetto al mese di maggio 2012 (36,9 milioni di ore autorizzate con +8,4%). Molto accentuata si presenta invece la diminuzione degli interventi in deroga. Nel mese di maggio le ore autorizzate di cassa integrazione in deroga sono state 16,3 milioni, in calo sia rispetto al mese di aprile 2013, quando le ore autorizzate erano state 32,3 milioni, sia nel confronto con il mese di maggio 2012, quando le ore autorizzate erano state 34 milioni (-52%). «L’analisi dei dati relativi all’andamento della cassa integrazione guadagni è influenzato dell’andamento della cassa integrazione in deroga, il cui forte calo è dovuto sostanzialmente ai noti problemi di finanziamento dello strumento – commenta il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua – Dal punto di vista dei numeri, il dato relativo alla cassa integrazione in deroga finisce per influenzare in maniera sostanziale il dato complessivo della cassa integrazione: se si escludesse la cassa integrazione in deroga ci troveremmo a confrontare i 73 milioni di ore autorizzate fra cassa integrazione ordinaria e cassa integrazione straordinaria nel maggio 2013 con i 71,5 milioni di ore autorizzate nel maggio 2012. Il diminuito ricorso alla cassa integrazione ordinaria nel mese di maggio appena trascorso è fortemente e negativamente controbilanciato dalle ancora massicce richieste di cassa integrazione straordinaria».

DISOCCUPAZIONE E MOBILITA'
Prima di passare all’esame dei dati relativi a disoccupazione e mobilità, è opportuno ricordare che da gennaio è cambiata la normativa di riferimento. Dal mese di gennaio 2013 sono infatti entrate in vigore le nuove prestazioni per la disoccupazione involontaria, ASpI e mini ASpI. Ciò significa che le domande che si riferiscono a licenziamenti avvenuti entro il 31 dicembre 2012 continuano ad essere classificate come disoccupazione ordinaria, mentre per quelli avvenuti dopo il 31 dicembre 2012 le domande sono classificate come ASpI e mini ASpI. Ad aprile 2013 sono state presentate 93.631 domande di ASpI e 18.261 domande di mini ASpI. Nello stesso mese sono state inoltrate 978 domande di disoccupazione (tra ordinaria e speciale edile), 13.690 domande di mobilità e 239 di disoccupazione ordinaria ai lavoratori sospesi, per un totale – considerando anche ASpI e mini ASpI - di 126.799 domande, il 26,4% in più rispetto al mese di aprile 2012 (100.332 domande). Complessivamente, nel primo quadrimestre 2013 sono state presentate 558.340 domande, pari al 24,6% in più rispetto alle 482.494 domande presentate nel corrispondente quadrimestre del 2012.

(Fonte: Inps)

lunedì 17 giugno 2013

Cosmo: «L'occupazione dei lavoratori Scm mette a rischio la nostra sopravvivenza»

L’assemblea permanente di fabbrica intrapresa, lo scorso 31 maggio, dai lavoratori Scm (ex Gambro) sta generando non pochi problemi alla Cosmo Pharma srl, società ubicata all’interno dello stesso sito industriale di Latina Scalo. Disagi che spingono Chiara Tintisona, amministratore delegato Cosmo Pharma, ad intervenire sulla delicata vicenda. «Lo stato di cose che si è venuto a creare non fa altro che aggravare, ulteriormente, lo stato di crisi perdurante che attanaglia la nostra provincia - denuncia Chiara Tintisona in una nota - Il problema è che, nonostante l’occupazione, la rabbia e la protesta dei lavoratori della Scm sia legittima e condivisibile, l’agitazione sta seriamente danneggiando i lavoratori della Cosmo Pharma. Ai cinquanta lavoratori, tra diretti ed indiretti della Cosmo Pharma, è vietato entrare in azienda con disagi produttivi, amministrativi e di sicurezza. All’interno della Cosmo Pharma, infatti, ci sono sostanze nocive che, ormai da due settimane, nessuno può andare a controllare. All’allarme sicurezza si unisce anche quello sociale perché il perdurare dell’occupazione del sito sta facendo perdere commesse all’azienda che, soprattutto in un momento economicamente difficile come questo, non può permettersi di essere inoperosa per così lungo tempo e tantomeno di chiudere». In base a quanto sostiene l’amministratore Cosmo Pharma, dunque, oltre ai lavoratori Scm sarebbero a rischio anche i cinquanta lavoratori tra diretti e indiretti della Cosmo Pharma, nonché almeno altre venti persone che fanno parte dell’indotto. «Non possiamo permetterci di andare incontro all’ennesima chiusura - spiega l’amministratore della società - Per quanto riguarda l’occupazione nessuno chiede di interromperla, ma abbiamo assoluto bisogno di proseguire la nostra attività. La nostra famiglia ha investito tutto ciò che poteva e aveva per rilanciare le attività all’interno del sito, ma forse qualcuno oggi dimentica la tragica eredità trovata».

sabato 15 giugno 2013

Selex Es, l'azienda torna a trattare con le parti sociali

Dopo una drastica rottura si riapre il tavolo di confronto tra i vertici Selex Es e le parti sociali. Al centro della discussione i 1.938 esuberi dichiarati dal Gruppo metalmeccanico che lo scorso martedì hanno portato le maestranze dei circa 50 stabilimenti Selex Es di tutta Italia ad incrociare le braccia. Nel dettaglio la trattativa ripartirà il prossimo 20 giugno, sempre presso l'Unione degli industriali a Roma. Come si ricorderà, lo scorso 6 giugno, Selex Es ha confermato la chiusura di 22 siti su 55 che comporteranno 1.938 esuberi così suddivisi: 810 unità in mobilità volontaria, 1.037 unità in cassa integrazione straordinaria a zero ore per due anni a partire dal prossimo primo luglio e 91 esuberi legati alle società controllate. A tutto ciò vanno inoltre aggiunte le 4 ore di cassa integrazione straordinaria collettiva a settimana che Selex intende richiedere per l’intera forza lavoro, sempre per due anni. Gli esuberi sono concentrati maggiormente sugli “indiretti” (1.041) rispetto ai lavoratori “diretti” (781), su un organico totale di 10.784 unità.  Per quanto riguarda lo stabilimento di Cisterna sono stati dichiarati 105 esuberi su 557 unità di cui 21 mobilità volontarie con inserimento in cassa integrazione straordinaria a zero ore per due anni. Tutto ciò nonostante il trasferimento nello stabilimento di Cisterna di 80 lavoratori provenienti dal sito ex Selex Galileo di Pomezia che verrà chiuso. Un piano industriale che ricade sulle buste paga dei lavoratori e che non darebbe alcun aiuto nel far ripartire il sito di Cisterna, come l’azienda ha in più occasioni dichiarato di voler fare. Intanto Finmeccanica cerca disperatamente garanzie dal suo principale finanziatore (lo Stato italiano che ha una partecipazione al 30%), il quale ha per il momento smesso di finanziare i progetti avviati con il Gruppo. «Non accetteremo scelte unilaterali - commenta il segretario Ugl Maria Antonietta Vicaro - l’azienda ha sempre evidenziato la necessità di condividere il nuovo percorso legato al piano industriale conseguente alla fusione delle tre Selex (Elsag, Sitemi Integrati e Galileo) che coinvolge 12.500 lavoratori in Italia. Proprio per questo l’unico ammortizzatore che siamo disposti ad accettare sono i Contratti di solidarietà. Nessuno deve essere discriminato, nessun lavoratore deve sentirsi penalizzato. Auspichiamo a una serena discussione, ma se così non fosse, siamo pronti a dare di nuovo battaglia».

giovedì 13 giugno 2013

Edilizia in caduta libera: persi quasi 3.400 posti in 5 anni

3.394 posti di lavoro perduti e 248 imprese in meno in soli 5 anni. Sono questi gli effetti che la crisi ha generato nella provincia di Latina nel solo comparto edilizio. I lavoratori del settore edilizio stanno infatti pagando il prezzo più alto perché spesso sono monoreddito o immigrati. Per questo motivo Filca Cisl di Latina ha messo a disposizione degli operai un “corner Amico Lavoro”. La Filca Cisl di Latina propone, poi, un Protocollo di intesa con il comune di Latina. «Siamo convinti che per fronteggiare la grave crisi economica della provincia di Latina è necessario ripartire proprio dalla buona edilizia - afferma Francesco Rossi segretario generale della Filca Cisl Lazio Sud (Latina e Frosinone) - Intorno al settore delle costruzioni ruotano circa 30 altri settori dal calcestruzzo ai conglomerati bituminosi, dalla plastica al ferro, dal vetro alla ceramica. Crediamo fortemente che l’edilizia rappresenti il volano dell’economia e possa ridare slancio ed ossigeno ad una provincia in fortissimo affanno». «Oggi più che mai è importante rivedere il patto di stabilità che ingessa le opere già cantierabili - prosegue la Filca Cisl - Prima però bisogna ridisegnare le regole di aggiudicazione degli appalti sia pubblici che privati: è necessario eliminare il criterio del massimo ribasso e introdurre quello di congruità. Bisogna introdurre la patente a punti per le imprese, creare una black list e una white list per evitare che le imprese regolari subiscano una concorrenza sleale da parte di tutte quelle imprese che latitano qualsiasi versamento contributivo fiscale e previdenziale». «La Filca Cisl Lazio sud a breve presenterà al comune di Latina un protocollo d’intesa sui lavori Pubblici e sui lavori privati - conclude il segretario - Tale protocollo prevederà un nuovo sistema di relazioni sindacali, salute e sicurezza, rispetto della disciplina che regolamenta l’impiego di mano d’opera negli appalti e subappalti e renderà il terreno meno fertile alle infiltrazioni malavitose».

lunedì 10 giugno 2013

Selex Es annuncia 1.938 esuberi e la chiusura di 22 siti, lavoratori in sciopero

Il piano di dimensionamento dell’organico e razionalizzazione dei siti, presentato venerdì scorso da Selex Es presso la sede di Unindustria a Roma, non è piaciuto alle organizzazioni sindacali che hanno proclamato, per domani, 4 ore di sciopero. La manifestazione, che si svolgerà in tutti gli stabilimenti di Italia, sarà accompagnata da assemblee sindacali. Nel dettaglio Selex ha confermato la chiusura di 22 siti su 55 che comporteranno 1.938 esuberi così suddivisi: 810 unità in mobilità volontaria, 1.037 unità in cassa integrazione straordinaria a zero ore per due anni a partire dal prossimo primo luglio e 91 esuberi legati alle società controllate. A tutto ciò vanno inoltre aggiunte le 4 ore di cassa integrazione straordinaria collettiva a settimana che Selex intende richiedere per l’intera forza lavoro, sempre per due anni. Gli esuberi sono concentrati maggiormente sugli “indiretti” (1.041) rispetto ai lavoratori “diretti” (781), su un organico totale di 10.784 unità.  Per quanto riguarda lo stabilimento di Cisterna sono stati dichiarati 105 esuberi di cui 21 mobilità volontarie con inserimento in cassa integrazione straordinaria a zero ore per due anni. Tutto ciò nonostante il trasferimento nello stabilimento di Cisterna di 80 lavoratori provenienti dal sito ex Selex Galileo di Pomezia che verrà chiuso. «L’esubero che Selex ha individuato per il sito di Cisterna - ha commentato il segretario provinciale Ugl Maria Antonietta Vicaro - è inaccettabile. Lunedi 10 giugno (oggi, ndr) sono in programma le assemblee sindacali mentre martedì 11 giugno lo sciopero per manifestare contro le azioni unilaterali intraprese dall’azienda». «Così come avevamo previsto - hanno aggiunto Roberto Floris e Alessia Tamiazzo, rsu Fiom Cgil - il sito di Cisterna non è stato escluso dalla “macelleria sociale”. E' dal 2007 che questo stabilimento è sottoposto a riconversioni e riqualificazioni del personale attraverso il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali». «Siamo sinceramente sconcertati da quanto accaduto, visto che in tutti gli ultimi documenti aziendali, tra cui il Piano Industriale, distribuiti con grande enfasi dal management Selex Es alle organizzazioni sindacali “concertative”, fim-fiom-uilm e ugl - dichiarano Vinicio Sperati, segretario provinciale FLMUniti-CUB e Mario Carucci, segretario regionale CUB - sembrava che l’azienda volesse quantomeno mantenere i livelli occupazionali del sito di Latina. A quanto pare il management ha invece scelto la via più facile: far pagare ai lavoratori e alle lavoratrici il prezzo della ristrutturazione. A nostro avviso un simile piano è inaccettabile, in particolar modo per Latina, sito già passato in pochissimi anni da circa 1.000 occupati a poco più di 500. Occorre utilizzare gli strumenti alternativi già esistenti, quali ad esempio i contratti di solidarietà, per consentire a tutti i lavoratori di percepire un reddito degno». Anche FLMUniti-CUB indice uno sciopero di 2 ore (dalle 8 alle 10) per oggi con presidio davanti allo stabilimento.

Procedura di mobilità alla Findus, è rottura tra azienda e sindacati

E' rottura tra l'azienda di Cisterna Findus e le parti sociali (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil). Il tavolo avviato lo scorso 5 giugno presso la sede della Confindustria di Latina per discutere della recente procedura di mobilità aperta dallo stabilimento agroalimentare di Cisterna, si è interrotto bruscamente. «Non sono emersi passi in avanti - si legge nella nota congiunta diffusa dai sindacati - la direzione aziendale ha mantenuto la sua posizione relativa ai 99 esuberi annunciati nella procedura di licenziamento». «La posizione del management aziendale - proseguono i segretari - è rimasta arroccata ribadendo la necessità di avviare i licenziamenti. Tale atteggiamento ha prodotto la rottura del tavolo sindacale, con la sottoscrizione del mancato accordo che apre di fatto la fase di consultazione istituzionale presso la regione Lazio. La direzione aziendale non è andata oltre alcune considerazioni di carattere generale riferite ai volumi e alla crisi di mercato, senza dare risposte alle domande che le organizzazioni sindacali presenti al tavolo hanno posto». «Troviamo incredibile un simile atteggiamento - dichiarano Tiziana Priori, Eugenio Siracusa, Tonino Passaretti, segretari di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil - visto che il direttore di stabilimento non è stato in grado di spiegare come lavoreranno i dipendenti dopo l’ultima riorganizzazione terminata poche settimane fa e che ha visto altri 30 lavoratori uscire in mobilità, non ci è stato detto nulla rispetto ai risparmi derivanti dal precedente accordo sindacale, ai risparmi prodotti dagli investimenti sui costi generali di stabilimento, ai risultati di bilancio, al piano industriale. L’unico annuncio dell'azienda è stato quello di esporre la necessità di licenziare ulteriori 99 dipendenti». Ora quindi la trattativa si sposterà in regione Lazio. «Apriamo il confronto in sede istituzionale ma appare evidente - dicono i tre segretari di Fai, Flai e Uila - che non ci possono essere spazi di trattativa se l’azienda mantiene questo atteggiamento, anche perché dopo 22 milioni di euro di investimenti ci pare che la fabbrica lavori peggio di prima. Noi siamo disponibili a fare un ragionamento che porti, attraverso l’utilizzo di strumenti alternativi ai licenziamenti, a trovare le soluzioni affinché questo stabilimento resti aperto. Diversamente non faremo attendere la nostra reazione e quella dei lavoratori mettendo in campo tutte le iniziative necessarie a sostegno di questa vertenza. Siamo preoccupati perché ci sembra che l’azienda abbia altri obiettivi diversi dall’efficienza e dalla produzione, ma dettati dalle regole della finanza». «Proseguire a navigare a vista in questo mercato - concludono i sindacalisti - rischia di essere estremamente pericoloso per il futuro della Findus di Cisterna».

sabato 8 giugno 2013

Personale amministrativo del tribunale in stato di agitazione

Stato d’agitazione per il personale amministrativo in servizio presso il Tribunale di Latina. A proclamarlo il segretario generale Fp Cgil Giulio Morgia che, per conto dei lavoratori, chiede al Prefetto di Latina l’attivazione, nei termini di legge, di una procedura di conciliazione. Al centro della protesta l’orario di lavoro e le difficili condizioni contrattuali. «A fronte di una pressione lavorativa elevata - si legge nel verbale di assemblea sindacale del personale amministrativo - spesso si sacrificano anche diritti fondamentali dei lavoratori quali il diritto alla salute e al recupero delle energie psico-fisiche protraendo le udienze penali oltre la durata massima della giornata lavorativa». «Durante le ultime consultazioni elettorali - prosegue la nota - alcuni lavoratori hanno lavorato oltre le 15 ore consecutive. E’ in tal senso clamoroso il caso di un autista che dopo il turno notturno, dall’una di notte alle 8 del mattino dopo, ha proseguito la prestazione lavorativa conducendo l’automezzo sino a Frosinone compreso il viaggio di ritorno a Latina». Tra le denunce della forza lavoro anche l’assenza di acqua corrente nei servizi igienici posti al secondo piano del Palazzo di Giustizia di Latina, al punto che la salute pubblica dei lavoratori è messa a serio rischio. Diversi lavoratori hanno inoltre segnalato che le guardie all’ingresso del Palazzo di Giustizia annotano le entrate e le uscite dei lavoratori, in violazione dello Statuto dei lavoratori. Un lavoratore dirigente sindacale Cgil è infine stato sottoposto ad un procedimento disciplinare dalla Dirigente del tribunale di Latina con una sanzione disciplinare che appare esagerata rispetto la condotta (servizio esterno di ritiro della posta senza autorizzazione). Al momento, dunque, i lavoratori hanno interrotto l’opera di lavoro straordinario e, in assenza di risposte in tempi brevi, si raduneranno sotto il palazzo comunale per un sit in.

venerdì 7 giugno 2013

La Fillea Cgil presenta il Bilancio sociale 2012

Un passo in avanti verso la trasparenza, che permette anche di fare il punto sulla situazione di crisi nel settore delle costruzioni della provincia di Latina. E’ questo quanto è stato fatto con il Bilancio sociale 2012 della Fillea Cgil di Latina, presentato ieri mattina presso la sede della Cgil, in via Cervetri. Il documento rientra all’interno di un progetto pilota che vede coinvolta Latina assieme ad altre 48 province con l’obiettivo di estendere, in futuro, l’iniziativa a tutte le strutture Fillea d’Italia. Il documento si articola in tre aree: identità che consiste in una fotografia di quello che è il territorio e il contesto; organizzazione e risorse; obiettivi, attività e risultati.  Dallo studio emerge un settore edile che nell’ultimo semestre è stato caratterizzato da un vero e proprio tracollo in fatto di operai (-17% rispetto lo scorso anno), imprese (-15%), ore lavorate (-18%) e totale retribuzioni (-16%). «Parliamo - ha spiegato il segretario Fillea Cgil Ezio Giorgi - di quasi 3.000 lavoratori in meno e oltre 10 milioni di euro di retribuzione in meno». Una discesa vertiginosa confermata anche dal numero delle imprese scese dalle 1905 del 2009 alle 1689 del 2012 e dal numero di iscritti passati dai 10.723 del 2008 ai 7.334 del 2012. «Si tratta del primo esperimento che viene effettuato in provincia di Latina - ha spiegato il segretario generale Cgil Latina Anselmo Briganti - Un modo per la Cgil di dare un segnale di trasparenza non solo ai propri iscritti, ma anche ai cittadini del territorio». Attraverso il Bilancio sociale, infatti, la cittadinanza ha la possibilità di conoscere l’entità delle entrate, delle uscite e come vengono impiegate e utilizzate le risorse». «Il Bilancio sociale dà una fotografia dettagliata di quello che è lo stato di salute del settore - ha concluso il segretario Fillea Cgil Roma e Lazio Mario Guerci - Il comparto edile sta scomparendo ed è necessario ed urgente fare qualcosa. Nel Lazio, negli ultimi 4 anni, si contano 4.126 aziende e 30.000 lavoratori in meno». Oltre al comparto edile, anche quello nautica subisce un tracollo davvero pesante. Le difficoltà del Gruppo Rizzardi e Italcraft hanno fatto passare gli oltre 1.000 lavoratori impiegati fino al 2008 a qualche centinaia di unità.

mercoledì 5 giugno 2013

Le Botteghe, la Guardia di Finanza sequestra tre supermercati

Il supermercato di via Epitaffio durante la chiusura
La Guardia di Finanza, lo scorso martedì, ha disposto un sequestro dei supermercati gestiti, attraverso un fitto di ramo d'azienda, dalla società Brio srl (legata alla società Le Botteghe). Nel dettaglio si tratta dei punti vendita ex Midal di Fiano Romano, Largo Cirri (Q4) e via Paganini (Q5). Una decisione che deriva dal fallimento della società Le Botteghe e dalla mancata riconsegna dei locali così come richiesto dalla curatela fallimentare. I circa 100 lavoratori, impiegati all'interno delle attività commerciali, sono stati interessati da una cassa integrazione in deroga per quattro mesi, in attesa di sapere come verranno inseriti nella procedura fallimentare. Tre quindi le chiusure che si aggiungono a quelle degli altri supermercati di via Piave, via Epitaffio e Iperbon di Sabaudia, i quali hanno già chiuso i battenti nei giorni scorsi. Il personale coinvolto verrà inserito nella procedura fallimentare Ex Midal con la garanzia del riassorbimento con il nuovo gestore che si aggiudicherà il bando di gara predisposto dalla curatela. Intanto le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl Terziario, hanno chiesto un incontro urgente con le curatele dei fallimenti di Le Botteghe srl e Midal spa per avere chiarimenti in merito al destino dei circa 200 lavoratori complessivi. «Ci aspettiamo che l’incontro richiesto alle curatele dia, a breve, chiarimenti su come si intenda procedere in ambito di risposte occupazionali e di riapertura dei supermercati - commentano i segretari Ugl Maria Antonietta Vicaro e Michele Virgilio - soprattutto perché gli ammortizzatori sociali non possono essere la soluzione ai problemi di famiglie che da ormai due anni non hanno più certezze sul posto di lavoro. Una vicenda che con i recenti sviluppi legati alle indagini della Procura ha evidenziato situazioni di gravi responsabilità da parte di un gruppo imprenditoriale, quello che fa capo alla famiglia Izzi, che purtroppo ha fatto cadere un castello di sabbia e che rischia di lasciare sul lastrico decine di famiglie».

martedì 4 giugno 2013

Securitas Metronotte, la società deve pagare la “vacanza contrattuale”

La sala operativa Securitas (foto: Ginnetti)
Il giudice Simona Marotta, della Sezione Lavoro del Tribunale di Latina, dopo aver appurato che la documentazione risulta «certa, liquida ed esigibile», ha ingiunto Securitas Metronotte srl a pagare al lavoratore ricorrente la somma circa 3.000 euro più le spese. L’azienda può opporsi a questa decisione entro 40 giorni dalla notifica. Se non lo farà, il decreto diventerà esecutivo e definitivo. La somma in questione riguarda la “vacanza contrattuale” ossia una indennità economica riconosciuta ai lavoratori nel caso in cui il contratto nazionale sia scaduto e non venga rinnovato per i tre mesi successivi. In questa situazione specifica i lavoratori hanno diritto alla “vacanza contrattuale” nel periodo che va dal primo novembre 2009 al gennaio 2013, per una cifra complessiva pari a circa tremila euro. La decisione del giudice interessa tutte le guardie giurate particolari che, tramite l’avvocato Luigi Cerchione, hanno presentato ricorso per emissione di decreto ingiuntivo al Tribunale di Latina in riferimento alla “vacanza contrattuale”. Una prima vittoria era già stata registrata lo scorso 30 aprile quando il giudice Corradino Diana della Sezione Lavoro del tribunale pontino aveva ingiunto, sempre Securitas Metronotte, a pagare al lavoratore ricorrente la somma di 2.934 euro, oltre le spese. Una vittoria alle quale se ne sono aggiunte delle altre, per un totale di 6. Complessivamente sono circa 180 i ricorsi presentati dai lavoratori di Securitas Metronotte, Italpol, Cosmopol e Soes (società che fa riferimento allo stesso Contratto collettivo nazionale del lavoro delle guardie giurate), tutti iscritti alla Uiltucs Uil. «Il nuovo Contratto nazionale - spiega il segretario Uiltucs Uil Latina Gianfranco Cartisano che, a differenza delle altre organizzazioni sindacali, non ha apposto la propria firma - prevede una “vacanza contrattuale” di soli 450 euro lordi da erogare una tantum nell’arco dei 3 anni. Una cifra che i lavoratori hanno rifiutato di accettare presentando così ricorso al Tribunale per recuperare le indennità loro dovute».