Il piano di dimensionamento dell’organico e razionalizzazione dei siti, presentato venerdì scorso da Selex Es presso la sede di Unindustria a Roma, non è piaciuto alle organizzazioni sindacali che hanno proclamato, per domani, 4 ore di sciopero. La manifestazione, che si svolgerà in tutti gli stabilimenti di Italia, sarà accompagnata da assemblee sindacali. Nel dettaglio Selex ha confermato la chiusura di 22 siti su 55 che comporteranno 1.938 esuberi così suddivisi: 810 unità in mobilità volontaria, 1.037 unità in cassa integrazione straordinaria a zero ore per due anni a partire dal prossimo primo luglio e 91 esuberi legati alle società controllate. A tutto ciò vanno inoltre aggiunte le 4 ore di cassa integrazione straordinaria collettiva a settimana che Selex intende richiedere per l’intera forza lavoro, sempre per due anni. Gli esuberi sono concentrati maggiormente sugli “indiretti” (1.041) rispetto ai lavoratori “diretti” (781), su un organico totale di 10.784 unità. Per quanto riguarda lo stabilimento di Cisterna sono stati dichiarati 105 esuberi di cui 21 mobilità volontarie con inserimento in cassa integrazione straordinaria a zero ore per due anni. Tutto ciò nonostante il trasferimento nello stabilimento di Cisterna di 80 lavoratori provenienti dal sito ex Selex Galileo di Pomezia che verrà chiuso. «L’esubero che Selex ha individuato per il sito di Cisterna - ha commentato il segretario provinciale Ugl Maria Antonietta Vicaro - è inaccettabile. Lunedi 10 giugno (oggi, ndr) sono in programma le assemblee sindacali mentre martedì 11 giugno lo sciopero per manifestare contro le azioni unilaterali intraprese dall’azienda». «Così come avevamo previsto - hanno aggiunto Roberto Floris e Alessia Tamiazzo, rsu Fiom Cgil - il sito di Cisterna non è stato escluso dalla “macelleria sociale”. E' dal 2007 che questo stabilimento è sottoposto a riconversioni e riqualificazioni del personale attraverso il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali». «Siamo sinceramente sconcertati da quanto accaduto, visto che in tutti gli ultimi documenti aziendali, tra cui il Piano Industriale, distribuiti con grande enfasi dal management Selex Es alle organizzazioni sindacali “concertative”, fim-fiom-uilm e ugl - dichiarano Vinicio Sperati, segretario provinciale FLMUniti-CUB e Mario Carucci, segretario regionale CUB - sembrava che l’azienda volesse quantomeno mantenere i livelli occupazionali del sito di Latina. A quanto pare il management ha invece scelto la via più facile: far pagare ai lavoratori e alle lavoratrici il prezzo della ristrutturazione. A nostro avviso un simile piano è inaccettabile, in particolar modo per Latina, sito già passato in pochissimi anni da circa 1.000 occupati a poco più di 500. Occorre utilizzare gli strumenti alternativi già esistenti, quali ad esempio i contratti di solidarietà, per consentire a tutti i lavoratori di percepire un reddito degno». Anche FLMUniti-CUB indice uno sciopero di 2 ore (dalle 8 alle 10) per oggi con presidio davanti allo stabilimento.
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