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Il supermercato di via Epitaffio durante la chiusura |
La Guardia di Finanza, lo scorso martedì, ha disposto un sequestro dei supermercati gestiti, attraverso un fitto di ramo d'azienda, dalla società Brio srl (legata alla società Le Botteghe). Nel dettaglio si tratta dei punti vendita ex Midal di Fiano Romano, Largo Cirri (Q4) e via Paganini (Q5). Una decisione che deriva dal fallimento della società Le Botteghe e dalla mancata riconsegna dei locali così come richiesto dalla curatela fallimentare. I circa 100 lavoratori, impiegati all'interno delle attività commerciali, sono stati interessati da una cassa integrazione in deroga per quattro mesi, in attesa di sapere come verranno inseriti nella procedura fallimentare. Tre quindi le chiusure che si aggiungono a quelle degli altri supermercati di via Piave, via Epitaffio e Iperbon di Sabaudia, i quali hanno già chiuso i battenti nei giorni scorsi. Il personale coinvolto verrà inserito nella procedura fallimentare Ex Midal con la garanzia del riassorbimento con il nuovo gestore che si aggiudicherà il bando di gara predisposto dalla curatela. Intanto le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl Terziario, hanno chiesto un incontro urgente con le curatele dei fallimenti di Le Botteghe srl e Midal spa per avere chiarimenti in merito al destino dei circa 200 lavoratori complessivi. «Ci aspettiamo che l’incontro richiesto alle curatele dia, a breve, chiarimenti su come si intenda procedere in ambito di risposte occupazionali e di riapertura dei supermercati - commentano i segretari Ugl Maria Antonietta Vicaro e Michele Virgilio - soprattutto perché gli ammortizzatori sociali non possono essere la soluzione ai problemi di famiglie che da ormai due anni non hanno più certezze sul posto di lavoro. Una vicenda che con i recenti sviluppi legati alle indagini della Procura ha evidenziato situazioni di gravi responsabilità da parte di un gruppo imprenditoriale, quello che fa capo alla famiglia Izzi, che purtroppo ha fatto cadere un castello di sabbia e che rischia di lasciare sul lastrico decine di famiglie».
A quando un sequestro dei beni privati dei personaggi coinvolti nel crac Midal!?
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