domenica 23 marzo 2014

Danno fisico, Securitas Metronotte condannata a risarcire il lavoratore

L'avvocato Fabio Leggiero
Era stato assunto nel 2001 con una invalidità al 46% per ridotte capacità motorie permanenti. Nonostante questo la Securitas Metronotte, azienda leader nella Provincia di Latina per i servizi di vigilanza privata, ha ripetutamente collocato il lavoratore nella mansione di Guardia Giurata. Il lavoratore, seppur invalido, ha quindi dovuto prestare servizi di vigilanza notturna e piantonamento fisso. Queste mansioni sono state sin dall’inizio nocive e quindi incompatibili con lo stato patologico-invalidante del lavoratore, il quale conseguentemente ha avuto un graduale e progressivo aggravamento delle patologie iniziali. A seguito di ciò, tramite del suo legale di fiducia l'avvocato Fabio Leggiero giuslavorista del foro di Latina, il lavoratore si è rivolto al Tribunale di Latina in funzione di Giudice del Lavoro al fine di accertare il comportamento illegittimo dell’azienda e la conseguente violazione da parte della società dei principi costituzionali posti a base della tutela della salute del lavoratore. Il Giudice del Lavoro, la dottoressa Foderaro del Tribunale di Latina, con sentenza sentenza emessa il 4 marzo scorso, ha accertato l’illegittima collocazione del lavoratore in mansioni non confacenti il suo stato di salute con conseguente risarcimento del danno fisico. «Sentenza giusta e giuridicamente corretta - ha commentato soddisfatto l’avvocato Fabio Leggiero -  poiché il Tribunale adito, accogliendo in toto le nostre richieste, ha accertato la violazione degli articoli 32 e 38 della Costituzione con il combinato disposto dell’articolo 2087 codice civile e della Legge 68/99 poiché l’azienda sin dal 2001 in palese violazione del dettato normativo e agendo in violazione dei principi di correttezza e buona fede alla base del rapporto di lavoro, ha ingenerato un grave danno alla salute del mio assistito nonostante le reiterate richieste del medesimo di essere adibito a mansioni compatibili con le sue invalidità, accertate sin dall’origine del rapporto di lavoro dalle strutture sanitarie». «Una sentenza importante - ha aggiunto l’avvocato Leggiero - poiché nei posti di lavoro è necessario riaffermare, nonché tutelare quale elemento indispensabile e costituzionalmente garantito il diritto alla salute, sempre più spesso messo in secondo piano rispetto alle esigenze tecnico produttive aziendali».

lunedì 17 marzo 2014

Associazione Rete dei Comuni Solidali, lo scambio come aiuto per i Paesi poveri

Una delle iniziative organizzate dall'Associazione Rete dei Comuni Solidali
A volte la distanza geografica non significa nulla. Si tratta di un confine artificiale che viene annientato facilmente dall'amore per gli altri, dalla collaborazione, dalla voglia di condivisione di pensieri e esperienze. Spesso si può essere talmente vicini a chi è lontano che idee, cultura, religione, differenze di genere... si mescolano formando un tutt'uno con noi e l'altro.  L'Associazione Rete dei Comuni Solidali - Comuni della Terra per il Mondo (Re.co.sol) lo sa bene ed è proprio per questo che ogni giorno lotta per aiutare le persone dei Paesi più poveri ad avere una vita dignitosa. La sfida di questa Associazione è migliorare le condizioni sociali ed economiche delle popolazioni più povere attraverso l'aiuto e lo scambio fra cittadini di Paesi diversi. Un dialogo che passa attraverso il Comune, struttura e punto di arrivo per ogni cittadino. Luogo di sintesi che dovrebbe permettere l'eliminazione delle differenze tra popolazioni diverse dovute a lingua, religione, sesso, condizione sociale e religione. La Rete dei Comuni solidali è attiva sul territorio italiano e collabora con altre “Reti” di enti locali impegnate sui temi della pace, della solidarietà, dell'ambiente, dei diritti civili e dell'immigrazione. In base a quanto la stessa Recosol esplicita nel proprio Statuto «E' necessario promuovere un cambiamento di ruolo delle amministrazioni comunali…». Secondo Recosol le amministrazioni dovrebbero assumere le problematiche di comunità spesso geograficamente lontane, ma in continua interazione con noi. «Attraverso il Comune - spiega Recasol - ad ogni cittadino deve essere offerta la possibilità di far convergere la propria esperienza, le energie, l’intelligenza, la capacità di progettare, di fare e di amministrare rendendole disponibili alle comunità dei paesi poveri». Attualmente aderiscono all'Associazione 278 comunità per un totale di 4.493.818 abitanti. I Comuni che hanno aderito alla Rete sono politicamente trasversali e puntano su obiettivi concreti e sulla massima trasparenza. Da un punto di vista pratico l'Associazione cerca di realizzare i propri propositi attraverso una serie di progetti e iniziative. Tra gli ultimi progetti messi in atto è possibile ricordare il "Caith" (realizzato in Perù) volto all'ampliamento della casa famiglia per lavoratrici domestiche e al sostegno alle bambine "invisibili" spesso destinate al lavoro e quindi ad un futuro di privazioni e violenze. Con il Progetto Gerusalemme, grazie al comune di Monterotondo (Roma), è stato invece realizzato un spazio/centro sociale chiamato Burj Luq Luq (Torre del Fenicottero) in una delle zone più degradate tra quelle abitate da palestinesi a Gerusalemme Est dove i giovani hanno pochissime alternative e la droga è molto diffusa. Un altro importante progetto realizzato dall'Associazione è il Saharawi. L'iniziativa, messa in atto in collaborazione con il Fondo di Solidarietà di Racconigi, ha permesso di acquistare di 100 pecore per assicurare il latte ai bambini grazie alla pubblicazione del libro "Saharawi i Figli delle Nuvole" curato da Giovanni Cappello che ha fatto raccogliere 5.000 euro. Per contribuire alle iniziative di Rete dei Comuni Solidali è possibile consultare il sito: www.comunisolidali.org