sabato 30 marzo 2013

Nexans, accordo in Regione sulla mobilità

E' stato firmato nei giorni scorsi presso la regione Lazio l’accordo sulla procedura di mobilità aperta dalla Nexans il 10 gennaio del 2013. La multinazionale francese di cavi elettrici, procederà alla risoluzione del rapporto di lavoro delle 35 unità rimaste (inizialmente la forza lavoro presente nel sito produttivo di Latina era composta da 170 unità poi ridotte a 58, ndr) impegnandosi ad aderire attivamente a tutte le iniziative che le istituzioni intenderanno promuovere per favorire il processo di reindustrializzazione, a valutare la possibilità di coinvolgere nei prossimi lavori di bonifica del sito industriale di borgo Piave parte dei lavoratori in mobilità e a partecipare al prossimo incontro dedicato alla riqualificazione professionale e in programma in Confindustria Latina entro il 15 aprile, al quale prenderanno parte esperti del settore. «La firma dell’accordo - hanno commentato i consiglieri regionali pontini Enrico Forte (Partito Democratico) e Rosa Giancola (Lista Zingaretti) - rappresenta una pagina di buona politica, un segnale importante dello spirito di servizio con il quale i rappresentanti del territorio pontino hanno scelto di inaugurare il loro mandato alla Pisana». Alla riunione hanno partecipato, oltre ai due consiglieri, anche i rappresentanti sindacali di categoria (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil), quelli dell’azienda ed un esponente di Confindustria Latina. «Il risultato raggiunto – aggiungono Enrico Forte e Rosa Giancola – è sicuramente importante perché siamo riusciti a strappare un impegno all’azienda nella fase finale della chiusura dell’attività, quando ormai erano stati utilizzati tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione».  «La nostra volontà è quella di prevedere un programma che, oltre ad attenuare sul piano sociale l’impatto della mobilità, inchiodi l’azienda alle proprie responsabilità - spiega invece Dario D’Arcangelis, segretario generale Filctem Cgil nel suo intervento - La priorità non può che essere quella di facilitare la ricollocazione dei lavoratori in esubero, attraverso un processo di reindustrializzazione del sito Nexans che, con i suoi quasi 35 ettari di estensione favorisca insediamenti produttivi consorziati o, comunque, operativi in una logica di filiera corta da sempre auspicati ma mai realizzati». «Altrettanto importante è la tematica relativa alla bonifica - prosegue D’Arcangelis - Una bonifica che la proprietà si è impegnata a portare a termine entro la fine del 2017. Tale percorso va attentamente monitorato, magari con il coinvolgimento di enti specializzati come l’Arpa».  Nexans ha chiuso lo stabilimento di borgo Piave nel maggio 2010 promettendo un piano di reindustrializzazione rimasto inattuato. Un piano di rilancio a cui avevano deciso di prendere parte 58 lavoratori su 170 totali. Lavoratori che, dopo aver ricevuto un incentivo all’esodo inferiore a quello concesso ai loro colleghi i quali avevano optato per la fuoriuscita volontaria, si sono ritrovati in cassa integrazione fino alla fine di marzo. A seguire partirà la mobilità.

giovedì 28 marzo 2013

Bullonificio LatinAprilia verso lo smantellamento, operai in presidio permanente

Brutta sorpresa per i circa 40 lavoratori del bullonificio LatinAprilia, in via delle Valli ad Aprilia (Latina). La scorsa settimana nella storica azienda specializzata nella produzione di viti e bulloni sono improvvisamente arrivati dei tir che hanno cominciato a smontare i macchinari per portare via la merce. L'operazione è stata però intercettata da un operaio che, con l'aiuto dei colleghi, ha bloccato l'intervento occupando di fatto il sito industriale. In realtà la fabbrica aveva già manifestato qualche segnale di criticità spingendo, nei giorni scorsi, gli operai a fermarsi dal lavoro con le ferie forzate. La prospettiva che l'amministratore delegato del Gruppo aveva lasciato intravedere non era stata però eccessivamente negativa in quanto alle maestranze era stata assicurata una ripresa produttiva immediatamente dopo le ferie pasquali. Da quanto emerso da una prima riunione tra l'Azienda e le parti sociali sembra che gli azionisti avrebbero deciso di chiudere il sito, senza dare la possibilità ai lavoratori di accedere agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge. Al momento la trattativa è ferma e i lavoratori restano in fabbrica riuniti in assemblea permanente. Il bullonificio è noto per le sue continue trasformazioni societarie. Nel 1965 c'è stata l’acquisizione da parte di Valois Group. Nel 1997 Textron ha acquisito OMP e Avdel Milano DC dando vita a Textron Sistemi di Fissaggio srl. Nel 2006 Platinum Equity ha acquisito la società che è stata rinominata Avdel Italia srl. Quest'ultima nel 2010 è diventata Acument Italia Srl, un anno fa rinominata LatinAprilia Fasteners srl, dopo l’acquisizione da parte della Vulcalux, con sede legale in Lussemburgo ma facente parte di una holding brasiliana.

martedì 26 marzo 2013

Test di ingresso per entrare nei licei, Unione degli Studenti sul piede di guerra

Studenti durante un esame (foto: Ginnetti)
Un test di ingresso per entrare al liceo. E’ questa la novità che, da quest’anno, stanno mettendo in pratica diversi istituti superiori di secondo grado per far fronte al numero eccedente di iscrizioni a cui il Ministero dell’istruzione non è in grado di rispondere con una adeguata offerte di risorse. Una scelta che è stata duramente contestata dall’Unione degli Studenti. «I test di iscrizione nelle scuole, tanto quanto il contributo volontario - scrive Roberto Campanelli per l’Unione degli Studenti - sono l’ennesima barriera che si sta pericolosamente diffondendo con l’obiettivo di recintare l’istruzione per tutti. Non si può permettere che l’assenza strutturale di fondi, trasformi le scuole in luoghi di selezione piuttosto che in fucine dell’emancipazione per tutti». «Sono preoccupanti - prosegue Roberto Campanelli dell’UdS - le affermazioni di numerosi dirigenti scolastici che presentano i test di ingresso come interessanti formule per valorizzare il merito. Trasformare le scuole in luoghi non accessibili a tutti significa tradire i principi della Costituzione in cui si ribadiscono i valori di una scuola libera per tutti. Ci opporremo duramente». Nel dettaglio i test vengono introdotti nelle scuole medie e si concentrano principalmente su materie come la matematica, l’italiano, l’inglese, il tedesco, la logica e la musica. Gli esiti delle prove dovrebbero essere utilizzati dai dirigenti delle scuole superiori per organizzare una selezione basata sulla meritocrazia che permetta la formazione di classi con un numero accettabile di studenti. In realtà, però, la scuola dell’obbligo deve essere accessibile a tutti. La stessa Costituzione, nell’articolo 34, afferma che «la scuola è aperta a tutti». Pertanto qualsiasi tentativo di scrematura nell’accesso può rappresentare un grosso rischio sotto il profilo costituzionale. In base a quanto spiegato dal Ministero dell’Istruzione i test sono ancora sporadici e, ad ogni modo, non devono rispondere al parametro della meritrocrazia in quanto è importante che le classi rispondano ai principi di eterogeneità.

lunedì 25 marzo 2013

Paoil, cassa integrazione straordinaria per 35 lavoratori

Ventiquattro mesi di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione alla Paoil di Cisterna. L'accordo è stato firmato nei giorni scorsi presso la regione Lazio. Ad essere coinvolti sono 35 lavoratori su 42 che effettueranno una rotazione. Le spettanze economiche delle maestranze saranno anticipate dall’azienda che si è anche impegnata a integrare 300 euro mensili per i lavoratori «a zero ore». «Un percorso che dovrebbe garantire la ripresa totale delle attività produttive nel sito di Cisterna - dice il segretario provinciale Ugl Agroalimentare Marco Nazianzeno - e che con anticipo e rotazione non peserà in maniera eccessiva sulle economie dei lavoratori, anche se i sacrifici affrontati ormai negli ultimi anni, dovrebbero lasciare posto a lavoro e sicurezze future». Un settore in crisi, quello agroalimentare, che sul territorio pontino ha visto il graduale abbandono di importanti Gruppi lasciando solo le piccole realtà a fare i conti con un mercato in continua contrazione. Servono sforzi comuni e maggiore attenzione da parte delle istituzioni.

Nexans, attesa per l'incontro in regione Lazio

Una protesta dei lavoratori Nexans (Foto: Ginnetti)
«Un impegno forte della politica nei confronti dei lavoratori della ex Nexans di Borgo Piave per riportare a Latina il lavoro vero». E' questo quanto chiedono le organizzazioni sindacali (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil alle istituzioni e, in particolar modo, alla regione Lazio.  L'impegno della politica dovrà emergere nel prossimo incontro in programma per il 27 marzo in Regione durante il quale i sindacati cercheranno di focalizzare il confronto attorno ad alcuni temi predominanti. «Necessità di riapertura dei piani industriali che portino nel sito lavoro vero e non progetti sulla carta come è stato fino ad oggi - scrivono infatti in una nota le parti sociali - una cassa integrazione in deroga che allontani momentaneamente lo spettro della mobilità e quindi il licenziamento, una rimodulazione degli incentivi per questi lavoratori che, avendo creduto nelle promesse portate avanti dall'Azienda che parlava di corsi di formazione e di un piano industriale capace di creare occupazione, hanno perso denaro e occasioni di potersi ricollocare sul mercato». «Abbiamo chiesto alla politica un impegno forte - ha commentato Roberto Cecere, segretario provinciale della Femca Cisl Latina - un impegno verso il nostro territorio ed il suo sistema produttivo colpito da una crisi senza precedenti. Sulla Nexans è stato perso troppo tempo e forse anche occasioni importanti a causa anche di un chiaro piano che ha visto Latina tagliata fuori dai giochi aziendali, perché le produzioni del sito non sono state delocalizzate fuori dall'Italia, ma spostate nello stabilimento di Battipaglia. Ci auguriamo che dall'incontro del 27 marzo possano scaturire indicazioni e soluzioni chiare che diano speranze a questi 58 lavoratori e alle loro famiglie».

domenica 24 marzo 2013

Cassa integrazione, una piccola tregua. La «deroga» però cresce di oltre il 100%

Un piccolo sospiro di sollievo, seppur inserito all’interno di un quadro ancora drammatico e senza troppe speranze per il futuro. E’ questo quanto trapela dai dati contenuti nel secondo Rapporto 2013 Uil sulla cassa integrazione. «I dati elaborati dalla Uil relativamente alla Provincia di Latina per il mese di febbraio 2013 - spiega Luigi Garullo, segretario generale Uil Latina - fanno segnare una sostanziale tregua, in quanto registriamo un dato invariato delle ore di cassa utilizzate in una situazione che però permane difficile, come si evince dai dati di dettaglio». «Per il mese di febbraio - continua Garullo - registriamo un totale di 518.275 ore di cassa integrazione guadagni complessivamente utilizzate, con un aumento dello 0,7% contro le 514.914 ore di cassa integrazione utilizzate nel precedente mese di gennaio». «Certamente si tratta di una situazione delicata per l’economia e l’occupazione Provinciale – continua Garullo – dai dati rileviamo infatti che, mentre a livello regionale tutte le province del Lazio fanno segnare recuperi vistosi sulle ore di cassa utilizzate (Rieti -60,2%, Frosinone -43,8%, Roma -18,5%, Viterbo -14,7%), Latina conferma il dato del mese precedente. Mentre diminuisce l’utilizzo di ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, la cassa in deroga fa segnare un +103%, il che significa che molte situazioni che hanno concluso il periodo di ammortizzatori ordinari sono ora giunte, con gli strumenti in deroga, alla definitiva fuoriuscita dal mondo del lavoro attivo. Contestualmente significa anche che si rende molto visibile la precaria situazione in cui versano le piccole, micro e medie imprese. E’ comunque doveroso considerare che i dati potrebbero essere influenzati dal rallentamento tecnico-amministrativo delle pratiche di cassa, dovuto all’assenza di governo nazionale e regionale, oltre all’incertezza normativa sulla copertura finanziaria dello strumento in deroga che comunque nel Lazio avrà copertura fino al 30 aprile 2013. In una situazione di questo genere dunque le aziende hanno rallentato la domanda nel dubbio della copertura economica». «Il numero di lavoratori potenzialmente posti in cassa integrazione a febbraio 2013 – continua Garullo – si attesta poco sopra le 3.000 unità, in linea con il dato del mese precedente. Quello che ci preoccupa di più è proprio il dato sull’occupazione che va deteriorandosi velocemente: abbiamo fatto una rilevazione campione presso la nostra sede provinciale e il quadro che viene fuori è davvero critico. Registriamo che al 15 marzo 2013 abbiamo inoltrato un numero di domande di richiesta di indennità di disoccupazione pari al 50% dell’intero numero di procedure di disoccupazione ricevute in tutto il 2012. Questo significa che in soli 2 mesi e mezzo abbiamo raccolto il 50% delle procedure di disoccupazione fatte nell’intero 2012». «La condizione della nostra provincia – conclude Luigi Garullo - non è quindi migliore di quella del resto del Paese. Anzi il nostro sistema produttivo sconta nodi e problematiche strutturali mai risolti a cui si aggiunge un contesto di crescita ormai nulla, una molteplicità di imprese in difficoltà, un forte impatto sull’occupazione e sulla qualità dei rapporti di lavoro. In sintesi l’analisi dei dati ci dice che questa apparente tregua sulla cassa integrazione non durerà a lungo ed è evidente che, chiusa la parentesi elettorale, occorre concertare al più presto interventi decisi sul fronte del lavoro. Interventi che non possono non trovare nella regione Lazio la sede decisionale naturale».

venerdì 22 marzo 2013

«Basta con gli sprechi», l'appello del presidente del Comitato provinciale Inps Latina

«Basta a esternalizzazioni, consulenze, riduzione degli appalti. Sostegno invece per un migliore utilizzo del patrimonio immobiliare esistente». L'appello arriva dal presidente del Comitato Provinciale dell’Inps di Latina Bernardo Velletri che, assieme alle organizzazioni sindacali territoriali e alla rappresentanza sindacale esprime la necessità di rivisitare il modello organizzativo dell’Inps locale. Al centro delle intenzioni di Bernardo Velletri c’è la necessità di attuare una nuova organizzazione che punti all’eliminazione dei veri sprechi senza colpire i diritti dei lavoratori, al fine di riaffermare il ruolo dell’Inps come pilastro dello stato sociale del nostro Paese. Sempre il presidente del Comitato Provinciale ripropone, in ambito regionale, la convenzione con la Regione per il passaggio delle funzioni medico-legali relative alle visite per l’invalidità civile, superando il sistema duale con le Asl al fine di ridurre i tempi. Lo stesso presidente Velletri è infatti convinto che una svolta in tal senso determinerebbe un risparmio notevole dei costi, liberando il settore medico Asl per altri ambiti della sanità pubblica. Lo scorso mese di novembre il presidente Bernardo Velletri aveva messo in atto una protesta sotto il municipio di Latina proprio con l’intento di sensibilizzare il Sindaco e l’opinione pubblica sul delicato problema delle invalidità civili. Attualmente, infatti, per poter ottenere l’invalidità civile è necessario passare prima attraverso la Asl e dopo per l’Inps. In base ai dati diffusi dall’Inps di Latina ogni anno sono circa 20mila le domande di invalidità inoltrate alla Asl che svolge le visite in tempi estremamente lunghi anche perché costretta a lavorare con il vecchio metodo cartaceo in quanto priva di strumenti informatici. In media sono necessari 93 giorni per la sola fase Asl e un tempo medio di liquidazione di 284 giorni per l’invalidità, 324 per la cecità e 378 per la sordità. Mentre la legge impone 120 giorni per la chiusura della pratica. L’obiettivo è dunque fare in modo che l’intera procedura passi all’Inps.

giovedì 21 marzo 2013

Pozzi Ginori, accordo sulla cassa integrazione: coinvolte fino a 130 unità

Martedì scorso si è svolta una riunione tra la Direzione aziendale della Pozzi Ginori, la rappresentanza sindacale unitaria e le segreterie territoriali di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. La riunione ha visto una positiva svolta nelle trattative relative alla riorganizzazione dello stabilimento di Gaeta e alla conseguente procedura di cassa integrazione. «L'Azienda - hanno spiegato in una nota Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil - ha risposto positivamente alle nostre richieste di attuare un processo di rotazione tra le maestranze durante i dodici mesi di cassa integrazione straordinaria. Altra risposta positiva è arrivata in merito alla richiesta di un sostegno al reddito nei confronti dei lavoratori impattati dall'ammortizzatore sociale. L'Azienda, infatti, erogherà a tutti un importo lordo di 350 euro per ogni mese di cassa integrazione. Ci è invece stata data una risposta negativa rispetto al numero di persone interessate. Il picco massimo è stato fissato a 130 unità». «Restiamo perplessi - proseguono i sindacati - rispetto alla funzionalità della fabbrica con tante persone in meno al lavoro». Il verbale di accordo, firmato nella giornata di martedì dalle parti sociali, sarà ratificato nei prossimi giorni in Regione Lazio. Il 22 marzo, inoltre, la Pozzi Ginori si è impegnata ad illustrare alle maestranze la nuova organizzazione lavorativa.

mercoledì 20 marzo 2013

Securitas, blocco della mobilità in attesa dei confronti territoriali

La sede del Gruppo Securitas (foto: Ginnetti)
Mobilità congelata per il gruppo Securitas Metronotte in attesa che l’esubero venga contestualizzato e discusso a livello provinciale in base alle peculiarità di ogni territorio. E’ questo quanto deciso lunedì scorso nell’ambito dell’incontro svoltosi in regione Lazio alla presenza dell’azienda e delle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl. «La situazione di Latina è diversa da quella di Roma - ha infatti spiegato il segretario Uiltucs Gianfranco Cartisano riportando anche il pensiero dei segretari della Filcams Cgil e Fisascat Cisl - Come ribadito in più occasioni nel nostro territorio non si può parlare di esubero. I lavoratori continuano a fare gli straordinari e ad attaccare più turni e la quantità di lavoro non permette loro di smaltire il monte ferie che è ancora elevato». Insomma le organizzazioni sindacali della provincia di Latina contestano l’assoluta inopportunità della procedura di mobilità, in modo particolare nella provincia di Latina. Al centro delle rivendicazioni anche l’organizzazione del lavoro che sembra dividere il personale in due gruppi: uno di serie A ed uno di serie B. La procedura di mobilità era stata aperta dal gruppo Securitas nelle scorse settimane. L’ammortizzatore sociale coinvolge 61 unità di cui 29 presenti a Latina. Le guardie giurate sono distribuite in tutta la regione Lazio con 229 unità solo a Latina e 238 a Roma, a cui si aggiungono anche i lavoratori delle altre province del Lazio.

martedì 19 marzo 2013

Il Corriere della Sera, sciopero contro il taglio di un terzo dei posti di lavoro

Non solo aziende, stabilimenti ed attività commerciali, la crisi economica colpisce anche l'informazione.
Di seguito la nota diffusa dall'Associazione Stampa Romana a sostegno dei colleghi de Il Corriere della Sera. Solo una delle innumerevoli vertenze che, in questi ultimi mesi, stanno mettendo in ginocchio il settore della carta stampata.

L’Associazione Stampa Romana esprime solidarietà e si schiera a fianco della Redazione de Il Corriere della Sera, in sciopero oggi e domani per protestare contro il piano di ristrutturazione presentato dalla Rcs Media Group. Si tratta di un progetto che prevede il taglio di un terzo dei posti di lavoro e l’azzeramento pressoché totale degli accordi aziendali sottoscritti negli anni precedenti.

«Siamo al fianco dei colleghi – afferma il segretario Asr, Paolo Butturini – che giustamente contrastano un piano che offre come unica soluzione alla crisi dell’azienda, l’ennesima cancellazione di posti di lavoro. Una ricetta miope e tanto più grave perché rischia di minare la credibilità e la qualità dell’informazione di una delle testate storiche e tutto oggi più diffuse del Paese.

Il ragionamento va radicalmente rovesciato – prosegue Butturini -: prima l’azienda presenti un piano di rilancio che delinei il percorso di uscita dall’impasse attuale, frutto anche di scellerate scelte manageriali del recente passato, e soprattutto proietti il Corriere della Sera nello scenario digitale e multimediale ormai delineato.

Redazione e sindacato sono pronti al confronto senza pregiudiziali, ma non è inaccettabile che si chiedano sacrifici intollerabili senza che il management di Rcs Media Group si assuma l’onere di fare il proprio lavoro, vale a dire un piano industriale e di marketing che punti ad ampliare le entrate con nuovi modelli di business e la diversificazione dei prodotti editoriali.

Avendo chiaro che non c’è qualità dell’informazione senza giornalisti e che il ruolo dei professionisti è l’unica garanzia di autonomia cioè, in ultima istanza, il presupposto di un sistema democratico.

Sulla vicenda Rizzoli Corriere della Sera si gioca una partita di valore nazionale - conclude Butturini – sulla quale il sindacato deve riparametrare il suo ruolo e il modello di relazioni industriali nella fase di transizione al digitale».

Scuola e lavoro, accordo tra l'istituto Tecnico Commerciale e l'Ordine dei Commercialisti

Nei giorni scorsi è stata stipulata una importante convenzione di collaborazione tra l'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Latina e l'Istituto Tecnico Commerciale Veneto-Salvemini di Latina. Una convenzione che vuole avvicinare il più possibile scuola e professione partendo dall'assunto che il lavoro del commercialista costituisca una delle più prevedibili evoluzioni lavorative di un giovane che segua questo corso di studi. Quello che oggi soprattutto manca è una esperienza sul campo che permetta a questi ragazzi di avere un percorso formativo immediatamente spendibile nel mondo del lavoro una volta usciti dalla scuola. La convenzione stipulata permetterà a selezionati studenti del quarto e quinto anno di essere accolti presso gli studi dei commercialisti dell'Ordine per effettuare stage gratuiti volti a conseguire crediti scolastici e di partecipare, nel corso dell'anno scolastico, ad eventi formativi di orientamento professionale. Nell'ambito della convenzione viene prevista anche l'opportunità, per il corpo docente della scuola, di prendere parte ai vari appuntamenti di formazione ed aggiornamento che l'Ordine organizzerà all'interno dell'istituto per i propri associati. Il Dirigente Scolastico Luigi Orefice ed il presidente del Consiglio d'Istituto Roberto Cecere, unitamente ai componenti del Consiglio,  hanno deliberato questa convenzione per rilanciare l'offerta formativa della scuola ed offrire ai loro studenti delle opportunità importanti e al passo con i tempi per affrontare l'ingresso nel sempre più difficile mondo delle professioni. Un percorso scuola-lavoro rilevante ed ambizioso, quello che l'Istituto Tecnico Commerciale di Latina sta portando avanti e che potrà prevedere anche ulteriori possibilità formative, durante il periodo estivo, attraverso stage in aziende del territorio pontino.

lunedì 18 marzo 2013

Scm vuole ridurre gli stipendi del 15%, i sindacati sul piede di guerra

L'interno dello stabilimento
Ancora problemi alla Scm (ex Gambro) di Tor Tre Ponti (Latina), l'azienda specializzata nella produzione di prodotti biomedicali. Dopo che l’azienda ha annunciato di voler tagliare, a partire dal mese di marzo, l’importo netto dello stipendio dei propri dipendenti del 15% è infatti scattata la protesta dei sindacati. «Un’altra tegola si abbatte sui lavoratori - ha spiegato infatti il segretario della Femca Cisl Roberto Cecere - già provati dalle difficoltà di un’azienda che è subentrata alla Gambro dopo che la multinazionale svedese aveva chiuso la fabbrica e spostato altrove le proprie produzioni. Uno stabilimento che non è mai decollato, con piani industriali cambiati in corso d’opera e con le maestranze che stanno usufruendo di ammortizzatori sociali». «Proprio nei giorni scorsi - prosegue il sindacalista - è stato firmato in Regione un ulteriore accordo di cassa integrazione della durata di un anno, che riguarderà tutti i 61 dipendenti». La dichiarazione dell’azienda di tagliare le buste paga ha fatto scattare la reazione delle segreterie provinciali di Femca Cisl, Filctem Cgil, Uilcem Uil, Ugl Chimici che, in una nota comune, hanno chiesto un incontro urgente alla Scm diffidandola dall’effettuare il taglio degli stipendi, considerata una procedura anomala ed illegale. «E' l’ennesima forzatura che l’azienda compie verso i propri dipendenti - conclude Cecere - poiché, ad oggi, sono cinque le mensilità arretrate ancora da pagare oltre alla annunciata sospensione della 13esima e della 14esima mensilità». Una situazione ormai non più gestibile che ha indotto il sindacato provinciale ad intervenire duramente con la richiesta di chiarimenti ed un incontro ai quali seguirà una assemblea con tutti i lavoratori per decidere quali azioni intraprendere per ripristinare una corretta gestione dei rapporti, il rispetto della legge e, soprattutto, una normale e puntuale erogazione degli stipendi dei lavoratori.

domenica 17 marzo 2013

Mobilità alla Securitas Metronotte, attesa per l'incontro

I vigilantes a lavoro (foto: Ginnetti)
Si preannuncia infuocato il prossimo incontro relativo la procedura di mobilità aperta recentemente nei confronti dei lavoratori del gruppo Securitas Metronotte in programma per domani mattina in regione Lazio. «La posizione della Uiltucs - spiega il segretario Latina Gianfranco Cartisano - resta sempre la stessa. Ribadiamo che a Latina non esiste alcun esubero. A dare conferma alla nostra tesi sono i fatti: i lavoratori sono infatti frequentemente costretti a doppi turni e ore di straordinario e il loro monte ferie non riesce ad essere smaltito proprio per l’elevata quantità di lavoro. Una situazione che non lascia dunque spazio ad un esubero». «A questo problema - aggiunge il sindacalista - si aggiunge anche quello di natura organizzativa. Il comandate della sede di Latina attua una gestione poco equilibrata creando lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Al fine di eliminare definitivamente questa disparità di trattamento lamentata dal personale ormai da tempo, riteniamo necessario che l’organizzazione debba partire da Roma». «Questa situazione - aggiunge ancora il segretario Uiltucs Uil Gianfranco Cartisano - sta creando grossi problemi anche con i clienti del Gruppo. Sono diversi infatti i casi in cui i clienti decidono di interrompere i rapporti per la cattiva organizzazione lavorativa dei dipendenti». 
Come si ricorderà la procedura di mobilità aperta dal gruppo Securitas Metronotte, complessivamente, riguarda 61 unità di cui 29 presenti a Latina. Le guardie sono distribuite in tutta la regione Lazio con 229 unità solo a Latina e 238 a Roma, a cui si aggiungono anche i lavoratori delle altre province del Lazio. 
(Fonte: quotidiano La Provincia)

venerdì 15 marzo 2013

Inps, per richiedere il Cud è possibile utilizzare la posta elettronica

Per assicurare nuovi canali e strumenti per richiedere il CUD l'Inps rende possibile utilizzare anche la posta elettronica ordinaria. Gli utenti dell’Inps in possesso di un indirizzo di posta elettronica ordinaria, infatti, possono trasmettere la richiesta del proprio CUD indirizzandola a richiestaCUD@postacert.inps.gov.it. Alla richiesta va allegata copia dell’istanza digitalizzata e debitamente firmata e copia digitalizzata fronte/retro di un documento di riconoscimento valido. Il CUD sarà quindi trasmesso all’indirizzo di posta elettronica indicato dal richiedente. Si amplia anche la platea degli intermediari che possono ottenere la certificazione fiscale. Infatti, ci si potrà rivolgere – previo conferimento di specifico mandato – anche ai professionisti abilitati all’assistenza fiscale che abbiano stipulato con l’Istituto la convenzione per la trasmissione dei modelli RED, in corso di validità. Il mandato dovrà essere conservato dal professionista abilitato, unitamente ad un documento di identità del cittadino, ed esibito a richiesta dell’Inps. Si ricorda che è a disposizione di coloro che vogliono richiedere il CUD in formato cartaceo a domicilio il numero verde 800.434320, cui si può rivolgere direttamente l’interessato, o chiunque da lui delegato. Al numero verde, che funziona in modalità automatica senza intervento dell’operatore, devono essere comunicati il nome e cognome e la data di nascita del richiedente, al cui indirizzo noto all’Istituto sarà poi inviato il modello CUD.

giovedì 14 marzo 2013

Il consigliere regionale Giancola fa visita ai lavoratori della Montebovi

Il consigliere regionale Rosa Giancola è pronta a incontrare i sindacati in merito alla questione Nexans. Intanto nella giornata di oggi sarà vicino ai lavoratori della Montebovi di Aprilia. «Ribadisco oggi come in passato il mio impegno di lavoratrice e ora di amministratore pubblico in difesa e solidarietà per i lavoratori e le lavoratrici in difficoltà - spiega Rosa Giancola - e quindi la mia disponibilità a partecipare ad un confronto in tutte le sedi possibili per trovare soluzioni. Infatti domani mattina (oggi, ndr) sarò davanti ai cancelli della Montebovi di Aprilia, dove la situazione è veramente drammatica, con i lavoratori che da mesi sono senza stipendio e con la difficile prospettiva del licenziamento. Credo fermamente che l'impegno del politico non si misuri dal numero delle apparizioni sulla carta stampata, perciò ribadisco la mia disponibilità verso ogni sigla sindacale per un colloquio serio e trasparente oltre che costruttivo per trovare soluzioni adeguate, vivendo la situazione direttamente accanto ai lavoratori».

martedì 12 marzo 2013

Bridgestone, a rischio 70 dipendenti di Aprilia

Nella giornata di ieri si è tenuto un incontro tra le Organizzazioni Sindacali, la Rappresentanza sindacale unitaria e la Direzione Aziendale della Bridgestone rappresentata dal dottor Vincenzo De Paola, Hr manager Bridgestone Italia spa. Il vertice era stato sollecitato dal sindacato dopo che la multinazionale giapponese aveva improvvisamente comunicato la propria decisione di voler chiudere lo stabilimento di Bari dove attualmente lavorano 950 persone. Una scelta che, come si comprende, ha creato allarme e preoccupazione tra le unità produttive del Lazio. La discussione si è focalizzata sul futuro del Centro Europeo Collaudi di Aprilia che occupa 70 dipendenti ed il Centro di Ricerche di Castel Romano dove lavorano circa cinquecento persone. Da parte aziendale sono arrivate parole rassicuranti sul futuro dei due siti che dovrebbero essere comunque interessati da una verticalizzazione organizzativa per meglio rispondere alle evoluzioni dei mercati. Sempre secondo l'azienda eventuali esuberi che dovessero scaturire da questa operazione, sarebbero ricollocati all'interno del Gruppo. Il Centro Europeo Collaudi di Aprilia, inaugurato solo pochi anni fa e costato circa 40 milioni di euro, costituisce la più moderna ed attrezzata struttura europea per i test di pneumatici ed occupa personale estremamente qualificato. Un centro di eccellenza in terra pontina. «L'esperienza ci insegna - sottolinea Roberto Cecere, segretario provinciale della Femca Cisl di Latina - che spesso i processi riorganizzativi operati dalle multinazionali non sempre prendono le strade inizialmente annunciate e, proprio per questo, la Femca Cisl di Latina non ha nessuna intenzione di abbassare la guardia e l'attenzione su quanto sta accadendo vigilando attentamente sulle decisioni che la Bridgestone vorrà assumere nella nostra zona. D'altro canto questi sono i momenti in cui i lavoratori devono affidarsi al sindacato, l'unico in grado di poter garantire la tenuta ed il confronto con l'azienda». Il prossimo 14 marzo, presso il Ministero dello Sviluppo Economico di Roma si terrà l'annunciato incontro sulla vicenda Bridgestone al quale prenderà parte anche la Rsu delle due unità produttive laziali e dal quale si spera possano scaturire positivi aggiornamenti. «Siamo infatti convinti - conclude Cecere - che solo un protocollo nazionale potrà dare garanzie all'intero gruppo italiano della multinazionale e mettere in campo tutte quelle iniziative tese alla salvaguardia dei posti di lavoro, a cominciare da quelli dei lavoratori dello stabilimento di Bari ai quali va tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà per i difficili momenti che stanno vivendo».

sabato 9 marzo 2013

Midal, udienza per l'ammissione al passivo per quattro controllate

La macchina giudiziaria è di nuovo in movimento per tentare di districare la complessa vicenda Midal. Giovedì scorso, presso il tribunale di Latina, si è infatti svolta l’udienza per la richiesta di ammissione al passivo di diversi lavoratori e fornitori di alcune delle società controllate del Gruppo Midal, fallite nei mesi scorsi in seguito al fallimento Midal. L’udienza si è concentrata sui creditori legati alla società Dial Latina srl (ex Gusto), Esseci srl, Panta Market Latina srl e Div.Ac srl ed ha visto l'ammissione al passivo della maggior parte dei lavoratori che attendono da tempo tredicesima e quattordicesima mensilità, Tfr e ferie arretrate. A seguire, nei prossimi mesi, si procederà con le udienze che riguardano l'ammissione al passivo delle altre società fallite legate a Midal. Fallimenti che, come per effetto domino, si sono succeduti a catena nei mesi passati. Il 19 aprile scorso il Tribunale ha dichiarato infatti fallite Movimento Merci srl di Latina e Immobiliare Pantamidal srl. Il 17 maggio è stata la volta di Noal srl, Midalmarketing srl, Ipermercato vip srl e Si.Co srl. Il 5 giugno è stato invece il turno di Di.Al. Latina srl, Esseci srl, Panta Market Latina srl, Div.Ac. srl  e di Di.Al. Tivo srl, Riz One srl, Cvs srl e Dar srl di cui si discuterà il 28 marzo. Il 21 giugno 2012, infine, sono state dichiarate fallite Gustobar srl, Coal Conservazione Alimentari spa, Gulliver srl, Sci Cecin srl e Mamma Francesca srl, fissando le udienze per i creditori al 4 aprile. Per quanto riguarda invece la richiesta di ammissione al passivo della società madre Midal spa si contano 362 creditori per un totale di circa 42 milioni di euro.

giovedì 7 marzo 2013

Pozzi Ginori, la caduta a picco del settore accresce il rischio occupazionale

Mercoledì scorso presso la sede di Confindustria di Latina si sono riunite le segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil e Ugl Chimici assistite dai rispettivi componenti della Rsu e la Direzione Aziendale Pozzi Ginori rappresentata da Ivano Bizzaro, Giuseppe Rinaldi, Eric Jauffret e Daniel Corouge. La riunione era stata programmata in vista della scadenza della cassa integrazione prevista per il 25 marzo. La Direzione Aziendale ha ribadito la drammaticità della situazione, visto lo stato del settore delle produzioni di ceramiche sanitarie, condizionato negativamente dall'andamento disastroso della edilizia residenziale, principale volano per i produttori di ceramica. Tutti i principali produttori del settore, si dividono fette di un mercato che richiede pezzi sempre più bassi e che prevede una ulteriore flessione per il 2013. In questo quadro non fa eccezione il gruppo Sanitec, con un meno 10% previsto quest'anno rispetto al precedente. Situazione ancora più complicata per lo stabilimento Pozzi di Gaeta dove si producono articoli di alta gamma nel settore, quelli che stanno risentendo in misura ancora maggiore la crisi. La Direzione Aziendale ha quindi confermato le previsioni negative già preannunciate nel precedente incontro del 10 febbraio, fissando il budget produttivo 2013 a soli 330.000 pezzi. Il riflesso negativo sull'occupazione si attesta quindi, secondo le stime aziendali, con un surplus di lavoratori per il 2013 che avrà un picco massimo di 130 unità. Un quadro sconfortante, che ha spinto le Organizzazioni sindacali a chiedere garanzie sulla 'tenuta' del sito produttivo di Gaeta che è tarato su un potenziale produttivo di quasi un milione di pezzi annui. A tale proposito è venuta l'unica nota timidamente positiva della giornata, in quanto l'Azienda ha confermato la volontà di Sanitec di non pensare ad un disimpegno, ma di voler considerare lo stabilimento del sud pontino come punto fermo della propria struttura produttiva. Pertanto ne ricapitalizzerà le perdite operative del 2012 (circa tre milioni di euro) ed investirà un ulteriore milione e mezzo di euro quest'anno, per riorganizzare la struttura della fabbrica adeguandola ai volumi di produzione previsti. La Rsu e le Segreterie Provinciali, unanimemente, hanno posto alla Direzione Aziendale alcune condizioni imprescindibili per poter pensare ad un possibile accordo. In particolare, pur riconoscendo la fase di totale emergenza in cui ci trova ad operare, hanno ribadito l'assoluta necessità di garantire una gestione trasparente ed equa della cassa integrazione per tutti i lavoratori coinvolti. Inoltre la delegazione sindacale ha chiarito in maniera definitiva la propria incrollabile volontà di prevedere un sostegno al reddito per i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione, con modalità e quantità da definire in un prossimo incontro fissato per il giorno19 marzo. Sindacato e Rsu incontreranno le maestranze in una assemblea il prossimo 14 marzo.

Nexans, i sindacati coinvolgono il presidente della regione Zingaretti

Con un nota inviata al neo presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e ai consiglieri regionali della provincia di Latina appena eletti - Enrico Forte, Rosa Giancola, Gaia Pernarella, Giuseppe Simeone - i segretari provinciali di Femca Cisl, Filctem Cgil, ed Uilcem Uil, riaccendono i riflettori sul caso Nexans. Nella loro lettera infatti Roberto Cecere, Dario D'Arcangelis, e Luigi Cavallo invitano i parlamentari regionali a partecipare all'incontro che si terrà domani 8 marzo presso la Regione dove si discuterà della procedura di mobilità per i 58 lavoratori dello stabilimento di Latina aperta nei giorni scorsi dalla multinazionale Nexans. Persone per le quali, quando a fine marzo scadrà la cassa integrazione, si aprirà il baratro del licenziamento. «La nostra provincia - spiegano i sindacati in una lettera - vede avviarsi così alla definitiva chiusura un sito che ha rappresentato un punto di forza della industrializzazione pontina: una delle peggiori pagine della sua storia, scritta tra la quasi totale indifferenza delle forze politiche, a cominciare da quelle locali». I tre segretari ripercorrono la storia della Nexans, parlano dei poteri e delle logiche lontane da Latina che hanno indotto a chiudere lo stabilimento, dei lavoratori che si sono fidati di un accordo sottoscritto dalla Regione e dall'Azienda che parlava di ricollocazione, di corsi di formazione, di un piano industriale capace di creare occupazione, e di come tutte queste persone sono state tradite nelle loro aspettative, perché nulla di quanto promesso è stato fatto. Anzi la multinazionale francese, nell'ultimo incontro, ha tentato di giustificare lo slittamento del piano industriale con i ritardi che stanno registrando i lavori di bonifica del sito. «Dichiarazioni veramente sconcertanti - commenta Roberto Cecere segretario provinciale della Femca Cisl di Latina - sembra quasi che la Nexans, dopo aver fatto promesse che non ha mantenuto, voglia scaricare le sue responsabilità nascondendosi dietro questi rinvii ed improvvisi problemi tecnici legati alla bonifica. Da non sottovalutare il fatto poi che il continuo allungare dei tempi scoraggia qualunque imprenditore avesse l'idea di investire sul sito di Borgo Piave». «E' forse questo un tentativo - prosegue il sindacalista - per nascondere quella che fin da principio è stata la strategia della multinazionale francese: chiudere lo stabilimento di Latina senza farsi carico di ricollocare quelle persone che avrebbero perso il posto di lavoro? «E' innegabile - continua Cecere - che sul caso Nexans si sia giocata una partita che è passata sopra le teste dei nostri lavoratori, perché le produzioni del sito non sono state delocalizzate fuori dall'Italia, ma spostate nello stabilimento di Battipaglia. Un chiaro e scellerato patto istituzionale che ha visto Latina tagliata fuori dai giochi che altri hanno deciso e portato a compimento».

mercoledì 6 marzo 2013

Chiude lo sportello agricolo di borgo Hermada, il sit in dei Cra

Una precedente manifestazione dei Cra (foto: Ginnetti)
Dura denuncia da parte dei Cra (Comitati riuniti agricoli) in seguito alla chiusura dello sportello agricolo di zona di Terracina, a borgo Hermada, in via Cesare Battisti 77. Parliamo di un servizio che serve oltre 9.000 aziende agricole e 50 cooperative dell'area centrale della provincia di Latina. Un servizio che, una volta chiuso, farebbe concentrare l'intera mole di lavoro nell'ufficio di Fondi. «Tutto ciò - spiega il presidente dei Cra Danilo Calvani - è in contrasto con la determina dirigenziale del 24 dicembre 2012 che prevedeva la possibilità, per ogni Provincia, di poter disporre di due sportelli agricoli di zona purché in comodato gratuito o in proprietà. Questa decisione è estremamente lesiva per la categoria degli agricoltori e delle cooperative agricole del territorio di Terracina, Sabaudia, San Felice Circeo, Pontinia, Priverno e dei Monti Lepini, soprattutto per le modalità e la tempistica nella quale si realizza». Per tutti questi motivi, nella giornata di oggi, gli agricoltori dei Cra hanno manifestato in un sit in davanti lo sportello agricolo interessato dalla chiusura. 

martedì 5 marzo 2013

Securitas metronotte, mobilità e problemi. La denuncia della Uiltucs

La sede Securitas (foto: Ginnetti)
Alla procedura di mobilità aperta nei giorni scorsi per 61 dei 300 lavoratori del gruppo Securitas Metronotte, si aggiungono ora anche i problemi relativi alle ferie forzate, agli spostamenti del personale e alla organizzazione del lavoro decisi unilateralmente dall'azienda. «Da tempo - spiega infatti il segretario Uiltucs Uil Gianfranco Cartisano - lamentiamo che sul nostro territorio, dove insistono 29 unità, esiste una gestione approssimativa e disorganizzata del lavoro. Abbiamo più volte cercato di far capire che l’organizzazione del personale di Latina così non può andare avanti ma deve, al contrario, essere cambiata per l’interesse aziendale». «Il periodo è delicato più che mai - ha aggiunto il sindacalista - e condanniamo il modo con cui viene organizzato il lavoro a Latina. A nostro avviso, infatti, esiste un gruppo di lavoratori ‘privilegiato’ più vicino al comandante a cui si affianca un altro gruppo che non viene adeguatamente considerato per il lavoro espletato. Non possiamo accettare una simile organizzazione del lavoro e chiediamo un confronto immediato per affrontare al più presto tale problematica».

lunedì 4 marzo 2013

Licenziamento illegittimo, attesa per la prossima udienza dei lavoratori ex Midal

Uno dei supermercati ex Midal dopo la chiusura (foto: Ginnetti)
Si svolgerà giovedì 7 marzo la seconda udienza che vede coinvolti 4 dei 34 ex lavoratori Midal che chiedono il reintegro immediato sul posto di lavoro sulla base della illegittimità del loro licenziamento (riferimento articolo 18). La prima udienza, svoltasi lo scorso 8 gennaio, si è conclusa con una vittoria in quanto il giudice ha chiesto il reintegro immediato. Ora è la volta di altri 4 lavoratori. L'auspicio degli ex dipendenti è che il giudice continui a muoversi nella stessa direzione. Come si ricorderà il Gruppo Midal era composto da più società, al momento tutte fallite. Pertanto le udienze dei lavoratori che hanno fatto causa si svolgeranno a scaglioni, nel corso dei prossimi mesi.