E' stato firmato nei giorni scorsi presso la regione Lazio l’accordo sulla procedura di mobilità aperta dalla Nexans il 10 gennaio del 2013. La multinazionale francese di cavi elettrici, procederà alla risoluzione del rapporto di lavoro delle 35 unità rimaste (inizialmente la forza lavoro presente nel sito produttivo di Latina era composta da 170 unità poi ridotte a 58, ndr) impegnandosi ad aderire attivamente a tutte le iniziative che le istituzioni intenderanno promuovere per favorire il processo di reindustrializzazione, a valutare la possibilità di coinvolgere nei prossimi lavori di bonifica del sito industriale di borgo Piave parte dei lavoratori in mobilità e a partecipare al prossimo incontro dedicato alla riqualificazione professionale e in programma in Confindustria Latina entro il 15 aprile, al quale prenderanno parte esperti del settore. «La firma dell’accordo - hanno commentato i consiglieri regionali pontini Enrico Forte (Partito Democratico) e Rosa Giancola (Lista Zingaretti) - rappresenta una pagina di buona politica, un segnale importante dello spirito di servizio con il quale i rappresentanti del territorio pontino hanno scelto di inaugurare il loro mandato alla Pisana». Alla riunione hanno partecipato, oltre ai due consiglieri, anche i rappresentanti sindacali di categoria (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil), quelli dell’azienda ed un esponente di Confindustria Latina. «Il risultato raggiunto – aggiungono Enrico Forte e Rosa Giancola – è sicuramente importante perché siamo riusciti a strappare un impegno all’azienda nella fase finale della chiusura dell’attività, quando ormai erano stati utilizzati tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione». «La nostra volontà è quella di prevedere un programma che, oltre ad attenuare sul piano sociale l’impatto della mobilità, inchiodi l’azienda alle proprie responsabilità - spiega invece Dario D’Arcangelis, segretario generale Filctem Cgil nel suo intervento - La priorità non può che essere quella di facilitare la ricollocazione dei lavoratori in esubero, attraverso un processo di reindustrializzazione del sito Nexans che, con i suoi quasi 35 ettari di estensione favorisca insediamenti produttivi consorziati o, comunque, operativi in una logica di filiera corta da sempre auspicati ma mai realizzati». «Altrettanto importante è la tematica relativa alla bonifica - prosegue D’Arcangelis - Una bonifica che la proprietà si è impegnata a portare a termine entro la fine del 2017. Tale percorso va attentamente monitorato, magari con il coinvolgimento di enti specializzati come l’Arpa». Nexans ha chiuso lo stabilimento di borgo Piave nel maggio 2010 promettendo un piano di reindustrializzazione rimasto inattuato. Un piano di rilancio a cui avevano deciso di prendere parte 58 lavoratori su 170 totali. Lavoratori che, dopo aver ricevuto un incentivo all’esodo inferiore a quello concesso ai loro colleghi i quali avevano optato per la fuoriuscita volontaria, si sono ritrovati in cassa integrazione fino alla fine di marzo. A seguire partirà la mobilità.
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