martedì 14 agosto 2012

Corden Pharma, ancora polemiche

La sede della Corden Pharma
La vertenza Corden Pharma è diventata il tormentone dell’estate 2012. Un’estate davvero calda, sotto tutti i punti di vista. «Rimango esterrefatto delle recenti dichiarazioni rilasciate dall’Ugl Chimici - ha spiegato il segretario generale Filctem Cgil Dario D’Arcangelis - Dichiarazioni che indicano la mancanza di conoscenza della vertenza da parte dell’Ugl o, spiegazione ancor peggiore, la malafede dell’organizzazione». «Ci tengo a precisare - ha proseguito il segretario Filctem Cgil - che l’ultimo accordo firmato a luglio da Cgil, Cisl e Uil è solo una fase di un percorso più ampio partito nel 2010 con il fitto di ramo d’azienda da Bristol a Corden Pharma. Un processo che ha già visto la firma, anche da parte dell’Ugl, di altri accordi tra cui anche quello relativo ai 267 esuberi. Se proprio vogliamo andare a considerare la situazione nel dettaglio dobbiamo inoltre considerare che, nell’immediato, non ci sono ancora stati dei licenziamenti. L’azienda ha concesso un periodo di cassa integrazione e l’obiettivo è proprio quello di riuscire ad arrivare ad una riduzione degli esuberi nel corso di questo anno di tempo. I licenziamenti, dunque, sono solo in previsione futura e Corden è impegnata a fare il possibile per tentare di ricollocare il personale». «Se l’Ugl vuole intraprendere le vie legali contro l’accordo è libera di farlo, ma non può rilasciare delle dichiarazioni che non rispondono al vero andando a destabilizzare i lavoratori - ha proseguito il sindacalista - Non riusciamo a capire cosa vuole l’Ugl: non era d’accordo con la nostra richiesta di aprire la cassa integrazione prima dei licenziamenti e lo ha dimostrando non partecipando allo sciopero, non era d’accordo con i licenziamenti ma non è stata in grado proporre alcuna soluzione». «Voglio ricordare che la Cgil ha cominciato a lanciare l’allarme dal 2001 - ha concluso D’Arcangelis - Da quando i volumi produttivi del settore chimico sono cominciati a scendere passando, nel tempo, da 18mila tonnellate precedenti al 2001 alle circa 450 registrate nel periodo dell’uscita di scena di Bristol. Un grido d’allarme spesso caduto nell’indifferenza e nella disattenzione».

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