Alunni sui banchi (Foto: Ginnetti) |
Una scuola su tre (28%) necessita di interventi di manutenzione urgenti, mentre il 50,4% ne ha avuti negli ultimi 5 anni, con una spesa media di circa 13.400 euro per gli interventi di manutenzione straordinaria e di circa 4.100 euro per quelli di manutenzione ordinaria. Nessun edificio scolastico è stato costruito secondo criteri di bioedilizia xxx. Sono questi, in sintesi i risultati della XIII edizione di Ecosistema scuola di Legambiente, l'indagine sulla qualità dell'edilizia scolastica, riferita nel Lazio ai soli capoluoghi di Frosinone, Latina e Viterbo, visto che Roma ha fornito dati talmente incompleti da non entrare in classifica (meno del 50%) e Rieti non ha risposto affatto. Tutti i capoluoghi perdono ancora posizioni quest'anno nella speciale classifica: Frosinone si piazza al 25° posto (dal 16°) , Latina scende di due posti attestandosi al 44°, mentre Viterbo si colloca quest'anno al 72° posto della graduatoria (dal 54°). Nei tre capoluoghi si rileva una popolazione di 256.812 studenti suddivisi in 1.313 edifici, di cui solo l'1,14% è stato realizzato tra il 1991 e il 2011, mentre la stragrande maggioranza (48%) è comunque mediamente giovane avendo visto la luce tra il 1975 e il 1990 ma un buon 39% risale addirittura al periodo tra il 1941 e il 1974. Ben il 99,54% degli edifici sono posti in strutture nate per ospitare scuola, su nessun edificio è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. Buoni i dati sulle certificazioni degli edifici scolastici : il 100% possiede quello di collaudo statico, l’80,80% quello di agibilità, il 100% l’igienico-sanitario, il 60,80% di prevenzione incendi, il 96% impianti elettrici a norma. Nei tre capoluoghi poco più della metà degli edifici scolastici (53%) ha una palestra, mentre un terzo (30%) hanno un giardino. E' poca l'attenzione e sensibilità, invece, rispetto alla sicurezza e accessibilità delle aree antistanti le scuole: solo il 40,80% degli edifici sono provvisti di attraversamenti pedonali, il 12% vede la presenza di nonni vigili, in nessun edificio sono presenti semafori pedonali, piste ciclabili, transenne parapedonali, mentre solo uno scarso 20% ha effettuato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche. «La situazione degli edifici scola stici preoccupa, negli anni è cresciuta l'attenzione ma non la spesa per la manutenzione, mentre le strutture ovviamente invecchiano. Questa è una grande opera necessaria e utile sulla quale investire piuttosto che su cose inutili, porterebbe benessere a studenti e insegnanti e anche tanto buon lavoro» afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Il Comune di Roma presenta meno della metà dei dati e neppure Rieti invia le risposte necessarie, dimostrando una gravissima assenza di controllo su un tema tanto importante quanto delicato. A Frosinone, Latina e Viterbo, un edificio su tre continua ad aver bisogno di interventi urgenti di manutenzione. Il futuro della scuola passa anche dalla qualità delle strutture: non ci si può ricordare delle scuole solo quando succedono disastri e crolli, per questo preoccupa la diminuzione degli investimenti in manutenzione ordinaria, segno di mancata attenzione delle istituzioni sugli interventi programmati nel tempo. Bisogna puntare sullo svecchiamento degli edifici, sulla messa in sicurezza, nonché su pratiche di sostenibilità, raccolta differenziata, risparmio energetico e fonti rinnovabili».
Rispetto a servizi messi a disposizione delle scuole e buone pratiche vi sono luci e ombre. Assolutamente trascurabile il dato sul servizio di scuolabus a disposizione solo del 3,88% degli edifici, così come quello di pedibus che coinvolge solo l’1,60% delle scuole. Buoni, invece, i dati sulle mense scolastiche: del 63,50% la media dei prodotti biologici nei pasti, 73,31% le mense che utilizzano piatti in ceramica o riutilizzabili. Raccolta differenziata con qualche luce e tantissime ombre: a fronte di plastica e carta rispettivamente raccolte nel 60% e 84,8% degli edifici scolastici, sono davvero scarsi i numeri per vetro (3,20%), alluminio (4%), organico (3,20%), pile (4%), toner e cartucce (7,20%). Tutti gli edifici utilizzano fonti d’illuminazione a basso consumo, mentre l’11,88% usa fonti rinnovabili. Carenti il monitoraggio dell’amianto, realizzato nel 66,67% di edifici, ma soprattutto del radon, non effettuato. Destano qualche dubbio i dati sull’esposizione degli edifici scolastici a fonti d’inquinamento ambientale che i Comuni dichiarano essere pari allo zero%, soprattutto nel momento in cui non vengono effettuati monitoraggi. Va invece un po' meglio per le scuole superiori gestite dalle Province: Latina nel complesso si piazza al 9° posto, mentre Roma arriva al 54° posto della classifica nazionale per le scuole di secondo grado. «La manutenzione degli edifici scolastici è sempre più necessaria, per la sicurezza stessa delle strutture, ma quanto emerge dai dati di Frosinone, Latina e Viterbo rimane molto preoccupante, in un contesto nel quale si parla di scuola solo per nuovi tagli del personale e delle risorse -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio - Occorre agire subito per rendere gli edifici scolastici più sicuri, oltre a continuare a favorire le pratiche eco-compatibili e la diffusione di fonti di energia rinnovabile. Sull'inquinamento, dopo il monitoraggio sui rischi derivanti da amianto, va verificata la presenza di radon e ad altri fattori di rischio ambientale quali elettrodotti, emittenti radiotelevisive ed antenne».
La XIII edizione di Ecosistema Scuola è ancora la fotografia più veritiera dello stato dell’edilizia scolastica in Italia, in attesa da decenni ormai della pubblicazione dell’anagrafe scolastica. Dal XIII Rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente il comune più virtuoso risulta essere Trento (1°), seguito da Piacenza (2°) e Verbania (3°).
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