lunedì 10 giugno 2013

Procedura di mobilità alla Findus, è rottura tra azienda e sindacati

E' rottura tra l'azienda di Cisterna Findus e le parti sociali (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil). Il tavolo avviato lo scorso 5 giugno presso la sede della Confindustria di Latina per discutere della recente procedura di mobilità aperta dallo stabilimento agroalimentare di Cisterna, si è interrotto bruscamente. «Non sono emersi passi in avanti - si legge nella nota congiunta diffusa dai sindacati - la direzione aziendale ha mantenuto la sua posizione relativa ai 99 esuberi annunciati nella procedura di licenziamento». «La posizione del management aziendale - proseguono i segretari - è rimasta arroccata ribadendo la necessità di avviare i licenziamenti. Tale atteggiamento ha prodotto la rottura del tavolo sindacale, con la sottoscrizione del mancato accordo che apre di fatto la fase di consultazione istituzionale presso la regione Lazio. La direzione aziendale non è andata oltre alcune considerazioni di carattere generale riferite ai volumi e alla crisi di mercato, senza dare risposte alle domande che le organizzazioni sindacali presenti al tavolo hanno posto». «Troviamo incredibile un simile atteggiamento - dichiarano Tiziana Priori, Eugenio Siracusa, Tonino Passaretti, segretari di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil - visto che il direttore di stabilimento non è stato in grado di spiegare come lavoreranno i dipendenti dopo l’ultima riorganizzazione terminata poche settimane fa e che ha visto altri 30 lavoratori uscire in mobilità, non ci è stato detto nulla rispetto ai risparmi derivanti dal precedente accordo sindacale, ai risparmi prodotti dagli investimenti sui costi generali di stabilimento, ai risultati di bilancio, al piano industriale. L’unico annuncio dell'azienda è stato quello di esporre la necessità di licenziare ulteriori 99 dipendenti». Ora quindi la trattativa si sposterà in regione Lazio. «Apriamo il confronto in sede istituzionale ma appare evidente - dicono i tre segretari di Fai, Flai e Uila - che non ci possono essere spazi di trattativa se l’azienda mantiene questo atteggiamento, anche perché dopo 22 milioni di euro di investimenti ci pare che la fabbrica lavori peggio di prima. Noi siamo disponibili a fare un ragionamento che porti, attraverso l’utilizzo di strumenti alternativi ai licenziamenti, a trovare le soluzioni affinché questo stabilimento resti aperto. Diversamente non faremo attendere la nostra reazione e quella dei lavoratori mettendo in campo tutte le iniziative necessarie a sostegno di questa vertenza. Siamo preoccupati perché ci sembra che l’azienda abbia altri obiettivi diversi dall’efficienza e dalla produzione, ma dettati dalle regole della finanza». «Proseguire a navigare a vista in questo mercato - concludono i sindacalisti - rischia di essere estremamente pericoloso per il futuro della Findus di Cisterna».

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