martedì 4 giugno 2013

Securitas Metronotte, la società deve pagare la “vacanza contrattuale”

La sala operativa Securitas (foto: Ginnetti)
Il giudice Simona Marotta, della Sezione Lavoro del Tribunale di Latina, dopo aver appurato che la documentazione risulta «certa, liquida ed esigibile», ha ingiunto Securitas Metronotte srl a pagare al lavoratore ricorrente la somma circa 3.000 euro più le spese. L’azienda può opporsi a questa decisione entro 40 giorni dalla notifica. Se non lo farà, il decreto diventerà esecutivo e definitivo. La somma in questione riguarda la “vacanza contrattuale” ossia una indennità economica riconosciuta ai lavoratori nel caso in cui il contratto nazionale sia scaduto e non venga rinnovato per i tre mesi successivi. In questa situazione specifica i lavoratori hanno diritto alla “vacanza contrattuale” nel periodo che va dal primo novembre 2009 al gennaio 2013, per una cifra complessiva pari a circa tremila euro. La decisione del giudice interessa tutte le guardie giurate particolari che, tramite l’avvocato Luigi Cerchione, hanno presentato ricorso per emissione di decreto ingiuntivo al Tribunale di Latina in riferimento alla “vacanza contrattuale”. Una prima vittoria era già stata registrata lo scorso 30 aprile quando il giudice Corradino Diana della Sezione Lavoro del tribunale pontino aveva ingiunto, sempre Securitas Metronotte, a pagare al lavoratore ricorrente la somma di 2.934 euro, oltre le spese. Una vittoria alle quale se ne sono aggiunte delle altre, per un totale di 6. Complessivamente sono circa 180 i ricorsi presentati dai lavoratori di Securitas Metronotte, Italpol, Cosmopol e Soes (società che fa riferimento allo stesso Contratto collettivo nazionale del lavoro delle guardie giurate), tutti iscritti alla Uiltucs Uil. «Il nuovo Contratto nazionale - spiega il segretario Uiltucs Uil Latina Gianfranco Cartisano che, a differenza delle altre organizzazioni sindacali, non ha apposto la propria firma - prevede una “vacanza contrattuale” di soli 450 euro lordi da erogare una tantum nell’arco dei 3 anni. Una cifra che i lavoratori hanno rifiutato di accettare presentando così ricorso al Tribunale per recuperare le indennità loro dovute».

Nessun commento:

Posta un commento