sabato 8 febbraio 2014

Sciopero alla Selex, i sindacati si spaccano: «Lavoratori discriminati»

Adeguamenti economici e trasferte generano scontri e perplessità all'interno della Selex, società Finmeccanica leader internazionale nella realizzazione di sistemi per la difesa, l’aerospazio e la sicurezza. Lo sciopero organizzato venerdì scorso da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil non ha infatti trovato l'adesione dei sindacati autonomi che lo hanno considerato inutile e rivolto alla salvaguardia di un solo gruppo di lavoratori a discapito degli altri. «I problemi sono ben altri - ha commentato il segretario Ugl metalmeccanici Maria Antonietta Vicaro - L'azienda ha proposto adeguamenti economici sulle trasferte tesi a superare le differenze sostanziali esistenti dopo la fusione delle tre Selex (Galileo, Elsag, Sistemi Integrati) per un totale di 10.308 di cui 640 sul sito di Cisterna. Non condividiamo questo sciopero perché il sindacato deve tutelare i diritti di tutti, e non i privilegi di pochi». Sulla stessa linea la Flmuniti-Cub. «I rappresentanti sindacali della Flmuniti-Cub e molti lavoratorisi chiedono come sia possibile che, nel disastro occupazionale nazionale, si possano ancora difendere mere posizioni di privilegio di una piccolissima parte del management aziendale, maturate negli anni all’interno di aziende statali fortemente politicizzate, a discapito delle legittime istanze degli addetti a più basso livello di inquadramento della neonata Selex Es spa». «Nel dettaglio - proseguono le organizzazioni sindacali - si è chiesto a tutti i lavoratori di fare due ore di sciopero per salvaguardare i privilegi di quella minoranza di lavoratori proveniente da Selex Sistemi Integrati e di altre realtà che percepiscono indennità di trasferta fino a dieci volte superiori rispetto a quelle percepita dagli altri lavoratori». I sindacati ritengono che ci siano problemi molto più seri del mantenimento della possibilità di autoretribuirsi aumentandosi lo stipendio a dismisura con trasferte incontrollate, spesso tra siti distanti pochi chilometri, da Pomezia a Roma, da Roma a Latina, che gravano in maniere abnorme sui bilanci aziendali.

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