martedì 18 settembre 2012

Poste Italiane, proclamato lo sciopero nazionale

Il centro distribuzione di Latina (Foto: Ginnetti)
Tagli indiscriminati, proposta di chiusura di 6 uffici, spostamento del personale addetto al recapito, spacchettamento dei lavoratori della distribuzione, assenza di un progetto di riorganizzazione, continui blocchi del sistema informatico, carenza di addetti agli sportelli e, in ultimo, anche il ritiro delle macchine ai portalettere perché considerate troppo costose: la situazione lavorativa in Poste Italiane, e in modo particolare nella provincia di Latina, appare davvero insostenibile. Sono questi solo parte dei motivi che hanno indotto Slc Cgil, Slp Cisl e Failp a proclamare uno sciopero nazionale. Nel dettaglio, dal 14 settembre e per un mese, i lavoratori si asterranno dalle ore di straordinario mentre il 12 ottobre il blocco sarà per l’intero turno (24 ore, ndr) con manifestazione conclusiva a Roma. «Stiamo tornando indietro di anni - ha commentato il segretario Slc Cgil Bruno Carlo - La provincia di Latina rischia di veder chiusi 6 uffici postali, mentre il recapito provinciale sta subendo una serie di accorgimenti logistici come, ad esempio, lo spostamento del personale addetto alla corrispondenza da Cisterna a Latina con la conseguenza che la corrispondenza non riesce più ad arrivare in orario né a Cori, ne a Norma oppure l’assurdo spacchettamento del personale addetto alla distribuzione da Latina Scalo a Latina che comporterà ulteriore disagio a lavoratori e clienti». Tutto questo in un momento davvero delicato in cui si parla delle dismissioni pubbliche e in cui il piano di liberalizzazioni del Governo è tornato sulla proposta di scorporare il bancoposta da Poste Italiane, una posizione da sempre sostenuta dall’ex presidente dell’antitrust Antonio Catricalà, oggi sottosegretario alla Presidenza del consiglio. «L’orientamento a separare i settori - ha proseguito il sindacalista - porterà ad una riduzione di servizi e di personale, una scelta drammatica per la provincia di Latina già martoriata dalla crisi industriale. Oggi, infatti, la vera forza degli uffici postali è proprio quella di svolgere servizi finanziari senza essere una vera banca giocando a proprio favore sul piano dei costi complessivi, decisamente più bassi delle banche». «Come se non bastasse - conclude Bruno Carlo - in questi giorni la direzione del recapito, nella provincia di Latina, ha ritirato le macchine ai portalettere perché considerate troppo costose dimenticando quanto siano stati pericolosi i motorini negli anni passati. Come si ricorderà due portalettere hanno già pagato con la vita i rischi del lavoro in motorino e addirittura in bicicletta: a Formia sulla variante Formia Garigliano e a Terracina sull’Appia». Tra i disagi più urgenti registrati nella provincia di Latina l’ufficio di Cori facente capo a Cisterna dove è stata soppressa una macchina e dove le ore di lavoro sono passate da 6 a 7.12, l’ufficio di Terracina dove è stata soppressa una macchina e l’orario di lavoro è passato da 6 a 7.12 e l’ufficio di Latina Scalo soggetto allo spostamento di 4 zone di recapito con il relativo personale assegnato. Slc Cgil denuncia come il tutto sia stato fatto senza le opportune valutazioni e l’aggiornamento del Documento valutazione rischi. Slc Cgil ha fatto già pervenire diverse segnalazioni agli organi di vigilanza e chiederà di verificare individualmente le percorrenze a rischio dei territori pontini per evitare ulteriori drammi. In base a quanto affermato dal sindacato l’azienda vuole risparmiare perché, a suo dire, il mercato tradizionale sarebbe in calo. Altrettanto vero è però l'incapacità aziendale di tenere il mercato complessivamente. Da qui alcuni brevi considerazioni a supporto di questa affermazione: Nel confronto dei dati 2010 con quelli 2011 (dati aziendali) riscontriamo che i ricavi postali sono diminuiti del 5,11%, i volumi totali di corrispondenza e filatelia sono calati del 7,7%. All’interno di questo 7,7% la posta descritta e indescritta è calata del 5,15%, i servizi integrati sono calati del 23,97%, i servizi digitali e multicanale sono calati del 4,5%, il direct marketing è calato del 6,14%, la posta non indirizzata è calata del 9,97%, i servizi per l’editoria del 18,06%, il corriere espresso registra una crescita del 3,09% (dovuta alla raccomandata 1), i pacchi sono calati del 47,17%.Come si vede il calo dei nuovi servizi integrati ed a valore aggiunto, quindi le novità che avrebbero dovuto bilanciare i cali del prodotto tradizionale, sono addirittura maggiori in percentuale di quelli tradizionali».

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