martedì 25 settembre 2012

Crac Midal, bloccato il fitto di ramo d'azienda a Sigma Prime

Futuro in bilico per il personale ex Midal, il colosso della distribuzione alimentare dichiarato fallito dal tribunale di Latina lo scorso 20 gennaio. I curatori fallimentari (Giancarlo Marafini, Francesco Cordopatri e Francesco Caldiero), in linea con quanto previsto dalla procedura fallimentare, nei giorni scorsi hanno chiesto il blocco del fitto di ramo d’azienda a Sigma Prime, il marchio attraverso il quale la società Le Botteghe dell’imprenditore Gianni Moneti era subentrata a Midal nella gestione dei punti vendita, nel 2011, a pochi mesi dal fallimento. Un passaggio che vede il conseguente avvio di una gara pubblica volta a concedere il fitto di ramo d’azienda degli ex supermercati Midal al miglior offerente. Una scelta che punta, considerato l’alto numero di creditori in attesa di essere liquidati, a raccogliere quanto più denaro possibile. Sigma Prime, però, si è opposta alla richiesta dei curatori e, proprio in queste ore, è in corso una delicatissima trattativa. In effetti da un’occhiata veloce all’interno dei quattro supermercati a marchio Sigma Prime (via Piave, via Epitaffio, quartiere Nascosa e Nuova Latina) si capisce subito che qualcosa non va: i banchi e gli scaffali sono sprovvisti di alcuni prodotti e non c’è molta scelta merceologica. Nel frattempo, venerdì scorso, è stata dichiarata fallita anche l’ultima società legata al Gruppo Midal: «Sidis Roma». L’ultimo tassello di un processo che complessivamente vede fallite tutte le società gemelle di Midal. Come infatti si ricorderà il 19 aprile scorso il Tribunale ha dichiarato fallite «Movimento Merci srl» di Latina e «Immobiliare Pantamidal srl» (l’udienza per i creditori è fissata al 6 dicembre), il 17 maggio è stata la volta di «Noal srl», «Midalmarketing srl», «Ipermercato vip srl» e «Si.Co srl» (le udienze per l’ammissione al passivo sono state fissate al 24 gennaio e al 7 febbraio 2013). Il 5 giugno è toccato a «Di.Al. Latina srl», «Esseci srl», «Panta Market Latina srl», «Div.Ac. srl», di cui si discuterà il 7 marzo, e di «Di.Al. Tivo srl», «Riz One srl», «Cvs srl» e «Dar srl», di cui si discuterà il 28 marzo. Il 21 giugno, infine, sono state dichiarate fallite «Gustobar srl», «Coal Conservazione Alimentari spa», «Gulliver srl», «Sci Cecin srl» e «Mamma Francesca srl» (udienze fissate al 4 aprile). Per quanto riguarda esclusivamente la società «Midal spa» la prima udienza dopo il fallimento è fissata per giovedì prossimo presso il tribunale di Latina. Sono 362 i creditori che hanno presentato richiesta di ammissione al passivo della società per un totale di 42 milioni di euro. 
Intanto gli ex 30 dipendenti del Gruppo di distribuzione alimentare Midal che hanno impugnato il licenziamento chiedendo il reintegro sono ancora senza alcun tipo di sostegno economico. «La disoccupazione è scaduta nel mese di giugno e ci è anche stata accordata la procedura di mobilità - hanno spiegato infuriati - ma prima di vedere i soldi bisognerà aspettare ancora molto tempo. La regione Lazio infatti deve smaltire oltre cinquemila pratiche prima di arrivare alla nostra, pertanto prima del 2013 non sarà possibile ricevere alcun tipo di sostegno». Nel frattempo anche dal punto di vista legale le cose vanno al rilento. Il fallimento a cascata delle diverse società legate al Gruppo Midal ha infatti rallentato il ricorso presentato dagli ex dipendenti. Come si ricorderà questo agguerrito gruppo di persone, nell’ambito dell’accordo che vedeva Sigma Prime subentrare a Midal nella gestione dei punti vendita attraverso un fitto di ramo d’azienda, si era rifiutato di firmare il verbale di conciliazione perdendo così il diritto ad essere reintegrato. La mancata firma era però legata ad una serie di punti dell’accordo poco chiari. Tra questi sicuramente il nodo relativo al licenziamento per giusta clausola o giustificato motivo e il periodo di prova nel passaggio da un contratto a tempo indeterminato a determinato. Oltre ad intraprendere un’azione giudiziaria, nei mesi scorsi, questi lavoratori hanno organizzato anche diverse iniziative di protesta tra cui è possibile ricordare il «DisGusto tour». Parliamo di una manifestazione divisa in tappe che è stata organizzata nei luoghi più frequentati della città tra cui il tribunale di Latina, il mercato settimanale, il piazzale antistante il centro commerciale Morbella e il centro commerciale Le Torri. «Non è possibile andare avanti senza un minimo sostegno economico - hanno concluso i lavoratori amareggiati e delusi - Ognuno di noi ha sulle proprie spalle una famiglia da mantenere»


1 commento:

  1. CHE SCHIVO BARBERINI E ROSANNA IZZI PAGHERETE CARA CI PENSERA' IL TEMPO BASTA BASTA SAPERE APSETTARE SCHIFISI

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