L'assemblea 2012 di Confindustria Latina (Foto: Ginnetti) |
Cauto ottimismo e consapevolezza di una crisi che proprio non riesce a cedere il passo alla ripresa economica. Il tutto appesantito dall’assenza del presidente della regione Lazio Renata Polverini impegnata nelle note vicende legate al recente scandalo dei finanziamenti e, allo stesso tempo, rischiarato dall’apertura di Confindustria Latina alla possibile entrata in Unindustria. Questi gli avvenimenti e le riflessioni che hanno fatto da cornice all’assemblea pubblica 2012 di Confindustria Latina svoltasi ieri mattina presso Fossanova. «Il periodo che stiamo vivendo, sotto l’aspetto dell’economia, - ha sottolineato il presidente di Confindustria Latina Paolo Marini - è sicuramente uno dei più difficili, ma non possiamo rimanere immobili. Assistiamo quotidianamente ad annunci di riorganizzazioni produttive che inevitabilmente restringono la dimensione di molte delle aziende che hanno fatto la storia della nostra provincia, se non addirittura alla loro chiusura». Un aspetto documentato anche dai dati forniti dall’area sindacale di Confindustria Latina che, in provincia di Latina tra gennaio e luglio 2012, registrano 4,2 milioni di ore di cassa integrazione guadagni a cui si aggiungono 1,8 milioni di ore di cassa integrazione in deroga. Un dato accompagnato da un tasso di disoccupazione pari, nel 2011, al 9,9% e, addirittura, al 18,9% per quanto riguarda quella giovanile. Al difficile quadro evidenziato nel territorio pontino, il presidente Paolo Marini ha voluto però accostare, l’altra faccia della medaglia, caratterizzata dalle performance di singole aziende e imprenditori locali di assoluto rilievo che sono riusciti a conquistare importanti quote di fatturato estero grazie alla capacità manifatturiera. «La capacità e l’esperienza di uomini e donne del nostro territorio è attualmente uno dei principali, se non l’unico motivo, per cui molte grandi aziende mantengono qui i loro investimenti produttivi, e queste competenze vanno tutelate e fatte crescere - ha proseguito Marini - Per competere occorre l’aiuto delle istituzioni, ma occorre soprattutto aver ben chiaro il modello di sviluppo economico del territorio e attuare una pianificazione delle attività e degli interventi compatibile con una strategia. In tal senso Confindustria deve ripensare il suo ruolo e farsi carico di individuare idee, progetti, soluzioni innovative. Per troppo tempo il territorio è stato privo di una visione strategica e di un progetto di sviluppo». Di seguito il presidente dell’Unione degli industriali di Latina ha illustrato quali sono i maggiori ostacoli per gli imprenditori pontini spiegando come «Costo del lavoro particolarmente elevato, scarsa flessibilità reale, burocrazia soffocante ed elevati livelli di tassazione, uniti all’incertezza del diritto, impongono un handicap maggiore rispetto a quello dei partner e competitor. Considerato questo divario competitivo, l’unica via di salvezza per gli imprenditori italiani è di far crescere il valore aggiunto ossia puntare su eccellenza, qualità, unicità e idee». Sempre nel suo discorso, Marini, ha chiesto alle aziende associate di aggregarsi e sviluppare programmi comuni rivolti l’export, di utilizzare la specificità per trasformarla in vantaggio competitivo. In fine è stato posto l’accento sulla necessità di migliorare le infrastrutture velocizzando la realizzazione della Roma - Latina e creando collegamenti dal sud (Formia-Cassino) e dal nord (Cisterna-Valmontone), rendendo più efficiente il servizio ferroviario e utilizzando il trasporto aereo per le merci e la movimentazione dei flussi turistici. E’ stata inoltre sottolineata la necessità di puntare su una migliore regolamentazione della gestione dei rifiuti, di trovare una via d’uscita per il debito legato al sistema sanitario che nel Lazio pesa tantissimo sulle imprese attraverso l’Irap, di migliorare l’accesso al credito e di attuare una pianificazione urbanistica che guardi nella direzione del turismo.
Il presidente nazionale di Confindustria Giorgio Squinzi (Foto: Ginnetti) |
«Sono particolarmente legato a Latina. In questo territorio è infatti presente uno dei miei 63 stabilimenti. Una fabbrica del Gruppo Mapei di assoluta eccellenza sia per produttività, sia per risorse umane. L’assemblea di Confindustria Latina di oggi (ieri, ndr) è stata l’occasione per far visita alla mia azienda pontina specializzata in materiali per edilizia e industria durante la quale ho, con dispiacere, appreso come i volumi produttivi siano purtroppo diminuiti. E’ evidente che, anche per questo territorio, la strada da percorrere è quella di uscire da questa crisi attraverso l’innovazione, la ricerca e le infrastrutture». A parlare è il presidente nazionale di Confindustria Giorgi Squinzi, ospite all’assemblea pubblica di Confindustria 2012, assieme ad Aurelio Regina presidente di Confindustria Lazio ed Unindustria e a Antonio Tajani, vice presidente della Commissione europea. «Siamo nel pieno di una crisi strutturale da affrontare in modo integrale, con modalità innovative diverse da quelle utilizzate precedentemente e lavorando su un progetto a lungo termine che veda al centro l’Europa - ha aggiunto Squinzi nel suo discorso - Credo si debba puntare sulla produttività che genera competitività e consumo con uno sguardo rivolto alle risorse umane, sull’innovazione e la ricerca, sul sistema economico globale che non ha mai smesso di crescere cercando di intercettare e catturare nuovi mercati, il tutto valorizzando un aspetto importantissimo: il settore manifatturiero». «Finalmente, dopo una iniziale chiusura - ha terminato il proprio intervento il numero uno degli industriali - tra Unindustria e Confindustria Latina si sono aperti dei colloqui, spero si possa trovare presto un accordo». «Unindustria - ha così sostenuto il concetto espresso da Squinzi, Aurelio Regina - senza Latina, sarà sempre un progetto ‘zoppo’: abbiamo bisogno di Latina e dei suoi imprenditori».
L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE UNINDUSTRIA REGINA
«Quello che sta accadendo nella nostra Regione - ha così commentato il recente scandalo il presidente di Confindustria Lazio ed Unindustria Aurelio Regina - non è sicuramente quello che ci saremmo aspettati. Uno spettacolo che pone il Lazio all’attenzione dell’intera nazione in modo volgare, deleterio e umiliante. Uno spettacolo inaccettabile per imprenditori e cittadini che ogni giorno devono lavorare duramente per sopravvivere e indecoroso per i 46 italiani che in questi ultimi mesi hanno deciso di togliersi la vita perché non riuscivano più ad andare avanti. Di fronte a ciò la classe imprenditoriale non deve sottacere». «Nella nostra Regione, nel 2012, si è assistito ad una caduta dell’economia destinata a proseguire anche per il prossimo anno - ha proseguito Regina - Le importazioni sono scese del 3,2% dopo una crescita durata tre anni che aveva fatto registrare un +43%. In calo anche l’accesso al credito passato dal +4% registrato a dicembre 2011 allo 0,1% di oggi. I fallimenti sono invece aumentati toccando, nel primo semestre del 2012, il + 10%». «Invece di dibattere sul modello Roma e sul modello Lazio - ha concluso - sarebbe più opportuno guardare al modello europeo puntando sul territorio laziale come rete. Possiamo così prendere ad esempio Unindustria che per dirsi completa ha bisogno di Latina».
LA PAROLA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI LATINA CUSANI
«Dobbiamo pensare all’idea di uno sviluppo possibile che possa invertire la crisi - ha detto il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani nel suo discorso - Lo dobbiamo fare per le nostre 48mila imprese e per i 200mila occupati che tengono e resistono. Al fallimento dei fantasiosi paradigmi del modello Roma e del modello Lazio dobbiamo contrapporre la via del mare e quella dell’aeroporto che già c’è. Creare le condizioni affinché l’autorità portuale di Civitavecchia si rivolga anche altrove». Il presidente Cusani ha poi posto l’accento sulla burocrazia che «sta ammazzando cittadini e imprese e sull’importanza del turismo che, con 21milioni di presenze l’anno in provincia, deve essere organizzato».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)
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