martedì 18 settembre 2012

Farmaci equivalenti, la Filctem in difesa degli informatori

I recenti provvedimenti legislativi che impongono al medico generico, nei casi in cui siano disponibili più medicinali equivalenti, ad indicare nella ricetta del Servizio sanitario nazionale la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco, hanno scatenato un acceso confronto tra gli addetti ai lavori. Lo scorso 12 settembre, presso il ministero dello Sviluppo Economico, le organizzazioni sindacali del settore hanno partecipato all’avvio di un lungo tavolo di trattative che riguarda principalmente gli Informatori scientifici del farmaco. «A fronte di ciò la Filctem Cgil di Latina - ha spiegato il segretario Dario D’Arcangelis - insieme alle rappresentanze dei lavoratori dell’Informazione Scientifica del Farmaco della Filctem Cgil delle società Pfizer e Abbott, vuole dare un contributo utile al proseguo del confronto evidenziando alcuni punti di debolezza che debbono essere inevitabilmente superati anche nell’interesse del malato per la cura della salute». «Con l’articolo 11 bis della legge 135 del 2012 - spiega il sindacalista - la scelta del farmaco da dispensare al paziente viene trasferita progressivamente dal medico al farmacista. Per poter incidere positivamente sulla ‘scelta’, le aziende che fanno ricerca si avvalgono di professionisti, gli informatori medici, che ricevuti periodicamente dai sanitari svolgono un’essenziale funzione di informazione e aggiornamento farmacologico utilizzando documenti autorizzati dall’Aifa (l’80% dell’aggiornamento del medico è fornito gratuitamente dalle aziende che fanno informazione). L’informazione medica non termina con lo scadere del brevetto, come vorrebbero alcune aziende che non hanno mai fatto informazione scientifica, ma esclusivamente attività da ‘piazzista’». «Il risvolto occupazionale di tale atto arbitrario - prosegue il segretario Filctem Cgil - sarà l’inevitabile compressione occupazionale di un’intera categoria di lavoratori chiamati informatori medico-scientifici, il ridimensionamento della presenza industriale delle multinazionali con la conseguente chiusura di impianti produttivi e il coinvolgimento di un corposo indotto. Traducendo il tutto in numeri, possiamo stimare in circa 10.000 informatori medici e svariate decine di migliaia di lavoratori dell’indotto coloro che concretamente sentono minacciato il loro posto di lavoro. A tanto aggiungiamo che le continue riorganizzazioni aziendali (fusione, accorpamenti...), avvenute nel recente passato, hanno portato al nascere di piccole e medie aziende che, promuovendo farmaci non più ‘coperti’ da brevetto, hanno ricollocato svariate migliaia di informatori già espulsi dalle grandi aziende in fase di riorganizzazione. Queste realtà hanno finora svolto un insolito ruolo di ammortizzatore sociale nei processi di trasformazione delle grandi imprese farmaceutiche. E la scomparsa della figura professionale dell'informatore a fianco del medico generalista pregiudicherebbe il corretto utilizzo dei farmaci bioequivalenti, poiché nessuno fornirebbe più al medico i frequenti aggiornamenti delle schede tecniche, verrebbe a mancare anche il servizio di 'rilevamento eventi avversi' che la categoria fornisce su tutto il territorio nazionale e scomparirebbero tutti gli eventi formativi, indirizzati alla classe medica, quali corsi ECM e congressi. Senza addentrarci in una trattazione tecnico-scientifica è opportuno sottolineare però che per farmaco si intende l’insieme di principio attivo ed eccipienti, quindi i farmaci bioequivalenti avendo per legge differenti eccipienti e diversa biodisponibilità sono farmaci diversi tra loro sia per efficacia che per effetti collaterali. E' bene quindi chiarire una volta per tutte che gli originali a brevetto scaduto non sono uguali ai 'generici' così come i generici non sono uguali tra loro». «Abbiamo la responsabilità di migliaia di lavoratori compresi quelli che, ricollocatisi in aziende minori faticosamente promuovono farmaci a brevetto scaduto senza gravare sulle casse dello Stato - conclude la nota - Pertanto come Filctem Cgil, metteremo in campo tutte le nostre risorse per difendere i livelli occupazionali e il costituzionale e sacrosanto diritto di ognuno di noi ad essere curato in maniera efficace».

1 commento:

  1. Dove eravate nel 2008 quando è iniziata la 'mattanza' degli informatori, facevate finta di non capire.

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