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Lavoratori in sciopero davanti l'ex stabilimento Findus |
Non si sblocca il progetto di riorganizzazione dell'ex Findus di Cisterna che, nonostante un recente incontro in Confindustria Latina tra parti sociali e vertici aziendali, ancora non è riuscita a definire nel dettaglio un piano per gestire i 127 esuberi. Il nuovo Gruppo alimentare, Byrd's Eye, resta infatti fermo sulla necessità di smaltire il personale «di troppo» e, se entro il 16 maggio 2013 (mese in cui scadrà la cassa integrazione, ndr) non riuscirà a trovare una soluzione alternativa, si procederà sicuramente con i licenziamenti. «L'unica via di uscita - spiega Giovanni Gioia, segretario provinciale Flai Cgil - è quella di attuare strumenti alternativi come il de-mansionamento, il passaggio dal tempo full time a quello part time e l'esodo volontario. Misure a cui si può accedere solo attraverso la scelta volontaria del lavoratore». Il lavoratore che opterà per ognuna di queste strade alternative subirà un peggioramento della propria condizione lavorativa pertanto l'azienda dovrà offrire incentivi sostanziosi (diversi in base all'anzianità del lavoratore) che al momento non sono ancora stati quantificati. «Mentre l'azienda è ancora a lavoro per tentare di trovare una giusta griglia di protezione - ha proseguito Tonino Passaretti, segretario Uila Uil - Abbiamo chiesto quali siano le intenzioni rispetto al personale che resta. In particolare come l'azienda intende garantirlo e come intende recuperare la contrattazione di secondo livello che è stata eliminata a scapito del salario». Nel mese di giugno 2012 il Gruppo Byrd's Eye si era impegnato, davanti l'assessorato al Lavoro e Formazione della Regione Lazio ad avviare un piano di rilancio che prevedeva investimenti di oltre 11 milioni di euro da spalmare nel corso di 12 mesi. Nel frattempo, la trattativa di vendita avviata con la cordata asiatica è decaduta.
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