Non si arresta l’ondata di difficoltà che, giorno dopo giorno, continuano a mettere in ginocchio l’economia pontina. Una crisi dopo l’altra che, pian piano, stanno andando ad impoverire la provincia di Latina, polo chimico-farmaceutico secondo solo a quello della Lombardia. Le multinazionali, seppur attraverso fitti di ramo d’azienda, stanno gradualmente chiudendo i battenti: Pfizer ha lasciato da tempo il posto ad Haupt Pharma, Bristol ha ceduto a Corden Pharma, l’Abbott di Campoverde si è scissa dando vita ad AbbVie. Alla crisi di questo settore si aggiunge quella legata agli informatori scientifici del farmaco. Proprio lo scorso 22 marzo Pfizer, con sede legale a Latina, ha annunciato l’apertura di una procedura di mobilità per 192 unità attive in tutta Italia. Una procedura di mobilità che è solo l’ultima in ordine di tempo. Quest’anno, infatti, già altri gruppi importanti sono caduti in difficoltà. Tra questi è possibile ricordare la Bracco con 111 esuberi e la Bristol Myers Squibb con 246 addetti, ma anche entità più piccole come Rottapharm con 34 persone, Pharmantis e Takeda con 35. Anche Janssen, a fine marzo, ha dichiarato l’intenzione di licenziare 41 informatori. Un elenco lunghissimo che negli ultimi cinque anni vede oltre 7000 posti di lavoro persi. La situazione non è migliore per gli altri settori. Per quanto riguarda i servizi sono moltissime le realtà a rischio collasso: 6 supermercati del Gruppo ex Midal (attualmente con marchio Sigma Prime) rischiano di chiudere coinvolgendo oltre 300 unità, importanti Gruppi di Vigilanza come Securitas Metronotte, gravati dai mancati pagamenti per quanto riguarda la fornitura dei servizi provenienti dal comparto pubblico, hanno dichiarato degli esuberi. In crisi anche altri storici stabilimenti come il Gruppo ex Icom (Imp), Estrusione Italia che dopo il cambio societario non ha ancora riassorbito tutto il personale, Sicamb che ciclicamente ricorre agli ammortizzatori sociali, Nexans che ha aperto una procedura di mobilità per 35 unità senza attuare la reindustrializzazione del sito come promesso, Gial che ha aperto una procedura di mobilità per 22 persone, Crown Closures Italy, Ex Findus, ex Bullonificio di Aprilia (LatinAprilia), Paoil che ha aperto una cassa integrazione straordinaria per 35 lavoratori su 42, Pozzi Ginori che vede 130 unità in cassa integrazione, Scm che intende ridurre lo stipendio dei 61 dipendenti del 15%, Montebovi, Bridgestone che vede a rischio 70 lavoratori. Non vanno poi dimenticate altre importanti vertenze come OI Manufactoring che nel novembre 2012 aveva aperto una procedura di mobilità per 35 unità, Selex, Biosint, Evotape e moltissime altre aziende. Insomma lo scenario, già catastrofico in tutta Italia, nella provincia pontina riesce ad essere addirittura peggiore.
(Fonte: quotidiano La Provincia)
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