E' davvero alto il livello di disperazione delle famiglie indigenti a rischio sfratto della provincia di Latina che, martedì e mercoledì scorsi, hanno allestito una tendopoli sotto il comune di Latina per protestare contro l’emergenza abitativa. «Sono anni che combatto contro le istituzioni. Nonostante sono prima nella graduatoria per le case popolari mi trovo ancora senza un tetto sotto cui vivere - ha spiegato Giuseppina Di Principe, a cui è stato comunicato lo sfratto per il prossimo 31 maggio - Ho problemi di salute, tre figlie malate e un compagno agli arresti domiciliari per mancato mantenimento alla ex moglie. Al nostro caso si è interessato anche il Presidente della Repubblica ma l’amministrazione non è ancora stata in grado di trovare una soluzione». «E’ dal mese di ottobre che continuo a scontrarmi con l’assessorato ai Servizi Sociali del comune di Latina - ha aggiunto Anastasia Adinolfi, una donna con una figlia minorenne che verrà sfrattata dalla propria abitazione il prossimo 11 aprile - Mi avevano invitato a cercare un appartamento privato promettendomi di pagarmi l’affitto. Dopo aver inviato loro tre preventivi, così come richiesto, il Comune si è detto disponibile a saldare solo i primi tre mesi». «E’ dal 2005 che chiedo un alloggio - ha concluso Mohamed, tunisino di origine ma cittadino italiano a tutti gli effetti - Ho una famiglia di tre figli e vedo consegnare alloggi a persone in situazioni meno disperate della mia. E’ una vergogna!». Intanto nel pomeriggio di mercoledì scorso una delegazione composta da alcuni dei membri delle associazioni che hanno organizzato la protesta (Valore Donna, Dignità Sociale, I Cittadini contro le mafie e la corruzione e molte altre) sono state ricevute dal sindaco Giovanni Di Giorgi. «Il Comune di Latina continuerà a monitorare i casi che saranno sottoposti alla nostra attenzione - ha affermato il sindaco Giovanni Di Giorgi – cercando di rafforzare le politiche sociali e fornire il massimo sostegno possibile, come del resto già attuato con grande impegno dall’assessorato ai servizi sociali». Il Sindaco si farà quindi promotore di un’azione verso il Governo nazionale e regionale chiedendo al presidente del Consiglio Mario Monti e al presidente della Regione Nicola Zingaretti di attivarsi sia per prevedere la proroga di almeno un anno degli sfratti sia, in ambito regionale, per fare in modo che l’Ater possa essere parte attiva di un’azione di sostegno alle famiglie colpite da problemi abitativi. «I fondi stanziati per le famiglie bisognose che rischiano lo sfratto di cui parla il Comune - specifica Valentina Pappacena di Valore Donna - riguardano le famiglie al primo sfratto (in questo momento stiamo invece parlando di casi che vanno avanti ormai da tempo) e poi sono soldi che vengono dati ai padroni di casa, ma solo dietro richiesta delle buste paga da parte delle famiglie morose. Il problema è che nessuna di queste famiglie è in grado di esibire la busta paga e tantomeno nessuno è in grado di potere continuare a pagare gli affitti una volta che si è consumato il fondo stanziato dai servizi sociali perché si tratta di persone che non riescono a trovare lavoro, in cassa integrazione o licenziate». A seguito dell’incontro le associazioni che hanno organizzato la protesta hanno interrotto il presidio e smobilitato i gazebo da piazza del Popolo. Ma sono pronte a ripartire con la loro battaglia qualora non venissero mantenuti gli impegni presi dalle istituzioni locali.
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