Si sono concluse nei giorni scorsi le assemblee degli Informatori Scientifici del Farmaco della Pfizer Italia srl organizzate dalle segreterie provinciali di Latina di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uilcem Uil e Ugl Chimici, dopo l'annuncio della multinazionale dell'apertura di una procedura di mobilità per 192 unità. L'azienda ha motivato la decisione con le scadenze dei brevetti, il contenimento dei costi, il drastico taglio delle spese da parte del Sistema Sanitario Nazionale, la necessità di riorganizzare la propria struttura, il fatturato pro capite basso. Il sindacato ha chiesto a Pfizer di ridurre i numeri della procedura, di spalmare gli esuberi su tutte le Business Unit e di prendere in considerazione forme di ammortizzatori sociali alternativi alla mobilità. «Una situazione che si annuncia complicata e che colpirà in modo pesantissimo questo settore della società considerando che i 192 esuberi annunciati rappresentano oltre il 70% del personale abitualmente impiegato - ha commentato il segretario Femca Roberto Cecere - E' stato dichiarato lo stato di agitazione e i lavoratori si sono detti pronti a supportare le azioni che la rappresentanza sindacale unitaria e le segreterie provinciali intenderanno intraprendere affinché la vertenza trovi sbocchi accettabili per tutti». Questa di Pfizer è l'ultima procedura di mobilità in ordine di tempo che si è aperta e segue di poco quelle che hanno già colpito quest'anno altri gruppi importanti quali la Bracco con 111 esuberi dichiarati o la Bristol Myers Squibb con 246 addetti, ma anche entità più piccole come Rottapharm con 34 persone, Pharmantis e Takeda con 35. Anche Janssen ha fatto la sua parte dichiarando, a fine marzo, l'intenzione di licenziare 41 informatori. Un elenco lunghissimo che negli ultimi cinque anni ha prodotto oltre 7000 posti di lavoro in meno nel settore. «Diventa sempre più complicato gestire la vertenza di questi lavoratori a livello aziendale poiché le criticità di questo settore coinvolgono attori e situazioni molto più complesse ad impatto nazionale - prosegue il segretario provinciale della Femca Cisl di Latina - E' quindi necessario che la categoria serri ancor di più le fila e dia vita ad iniziative di mobilitazione capaci di calamitare l'attenzione delle loro vertenze facendole uscire dai vari ambiti territoriali. Creare una sinergia con i livelli nazionali del sindacato aiuterebbe ad individuare una soluzione anche coinvolgendo Farmindustria e le Istituzioni con iniziative volte ad un recupero di queste professionalità. Come Femca Cisl riteniamo che il settore farmaceutico sia fondamentale per la crescita e l'occupazione qualificata del nostro Paese e proprio per questo stiamo chiedendo al Governo misure a sostegno di una politica industriale per il suo rilancio che si basi su ricerca ed innovazione, su investimenti, sulla valorizzazione dei brevetti, ma anche su un sistema normativo che riconosca il valore industriale del comparto farmaceutico».
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