Un incontro urgente con il prefetto di Latina D’Acunto e i consiglieri regionali della provincia per discutere della difficile situazione della Scm (ex Gambro). A richiederlo le organizzazioni sindacali del settore merceologico chimico-farmaceutico dopo le ultime vicende accadute nello stabilimento pontino. «Da quando, nel giugno 2008, vi fu la cessione di ramo di azienda da Gambro a Scm per i lavoratori ha avuto inizio una vera e propria odissea - spiega il segretario generale Filctem Cgil Dario D’Arcangelis - con un susseguirsi di piani industriali mai davvero realizzati e comunque di volta in volta rivisti al ribasso. Attraverso il ricorso ad una serie infinita di ammortizzatori, dal 2008 ad oggi, le proprietà che si sono succedute non hanno dato risposte concrete alla annosa richiesta di lavoro da parte dei dipendenti mortificando le loro aspettative». Attualmente è attiva una cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale per 12 mesi riguardante 64 lavoratori. «Crediamo sia davvero giunto il momento di fare una analisi approfondita di quanto accaduto - aggiunge il sindacalista - cercando contestualmente di individuare percorsi condivisi basati sulla consapevolezza dell’assumersi le responsabilità a seconda del ruolo da ognuno ricoperto. Dispiace constatare, dopo oramai molti anni, il fallimento dei piani industriali presentati. Il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali da ormai cinque anni, se da un lato dimostra la volontà di non declinare definitivamente l’impegno da parte della proprietà, dall’altro oggettivamente testimonia una incapacità di gestione che potrebbe andare oltre la classica causale della crisi. A confermare questa tesi, purtroppo, vi sono ulteriori segnali che non lasciano presagire scenari virtuosi nel breve-medio termine. «Decisioni intraprese unilateralmente dall’azienda - aggiunge D’Arcangelis - di ordine economico come il mancato pagamento dei Tfr passati, le rivisitazioni dubbie delle mensilità aggiuntive consolidate, la non puntualità nel pagamento degli stipendi e il mancato versamento delle quote rispetto alla previdenza complementare e normativo come il mancato ricorso a misure strutturali con finalità di riduzione dell’onere relativo ai costi fissi. Con l’incontro auspichiamo maturino le opportune condizioni per un reale rilancio dell’attività anche per mezzo di eventuali valutazioni legate a possibili nuove opportunità di partnership».
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