A quindici giorni di distanza dalla firma dell'intesa che vede uniti Confindustria Latina e le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl nel comune progetto di trovare soluzioni ai problemi della crisi sul territorio pontino, arriva il primo importante risultato: l'incontro con il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani che si è svolto nei giorni scorsi. La scorsa settimana infatti, presso la sede di Confindustria Latina, si sono riuniti i vertici dell'associazione di Latina, i segretari generali territoriali Anselmo Briganti della Cgil, Ewa Blasik della Cisl, Luigi Garullo della Uil e Maria Antonietta Vicaro della Ugl, il presidente di via Costa Armando Cusani destinatario della missiva inviata la scorsa settimana cui ha prontamente e positivamente risposto e i vertici della Camera di Commercio di Latina. «La riunione si è svolta all'insegna della disponibilità al dialogo da tutte le parti intervenute ed ha avuto un esito estremamente positivo soprattutto sui punti che ci stavano più a cuore - ha commentato il presidente di Confindustria Latina Paolo Marini - La front line per il new deal della provincia di Latina ha incassato il fondamentale appoggio del Presidente Cusani che sposa la nostra visione di agire insieme su determinati assi strategici per il bene comune del nostro territorio. La priorità adesso è quella di dialogare al più presto con la Regione e ci aspettiamo che, così come ha fatto il Presidente Cusani, il Presidente Nicola Zingaretti ci riceva al più presto, perché è a quel tavolo che dobbiamo tornare a incontrarci e parlare con assiduità, con estrema chiarezza e determinazione nel rispetto dei ruoli e delle competenze, ma con la profonda consapevolezza che Latina ha il diritto, il merito e contestualmente anche il bisogno, di ricevere ciò che le spetta». «Sappiamo che in Regione, ancora per poche settimane, saranno disponibili delle ingenti somme economiche stanziate dalla Comunità Europea - spiegano i segretari generali delle organizzazioni sindacali - risultano ancora da spendere il 59% delle risorse del POR e, con i dati alla mano, si può stimare che le risorse da impegnare prima della fine del periodo, non dovrebbero essere inferiori a 600 milioni di euro. Dobbiamo assolutamente coinvolgere tempestivamente gli interlocutori istituzionali preposti per intercettarle e destinarle al recupero e al rilancio nostro territorio».
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