sabato 10 novembre 2012

Caso Midal, Sigma Prime in difficoltà: a rischio 400 posti e 12 supermercati

Camice da lavoro personale ex Midal (Foto: Ginnetti)
Situazione di vera emergenza per i lavoratori ex Midal di Latina. Se non si troverà una soluzione nel più breve tempo possibile, il nuovo gestore Sigma Prime rischia il collasso con la conseguente perdita del posto per circa 400 unità e la chiusura di ben 12 supermercati dislocati su tutto il territorio pontino. La preoccupante notizia è emersa nell’ambito del vertice convocato giovedì scorso dall’Assessorato allo Sviluppo Economico della Provincia di Latina al quale ha preso parte l’imprenditore Gianni Moneti del Gruppo Sigma Prime che attraverso la società Le Botteghe, nell’ottobre 2011, ha rilevato gli ex punti vendita Midal attraverso un fitto di ramo d’azienda, la Camera di Commercio di Latina, la Direzione provinciale del lavoro e le organizzazioni sindacali (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl). «La procedura fallimentare in atto nei confronti di Midal e in particolare le recenti ordinanze collegiali del Tribunale di Latina depositate il 5 novembre presso la cancelleria fallimentare attraverso cui vengono imposte al nuovo gestore la restituzione degli immobili e delle licenze commerciali e quindi la conseguente cessazione delle attività commerciali - ha infatti spiegato l’assessore provinciale allo Sviluppo Economico Silvio D’Arco - determina una gravissima emergenza sociale che può condurre alla disoccupazione centinaia di lavoratori della nostra provincia». «Si tratta - prosegue l’assessore D’Arco - di una situazione gravissima che, oltre a creare enormi disagi sul versante occupazionale, va a generare anche seri problemi per gli attuali gestori che hanno legittimamente e coraggiosamente rilevato gran parte delle attività commerciali ex Midal». A margine del tavolo provinciale l’assessorato allo Sviluppo Economico ha inviato una richiesta urgente di incontro al giudice delegato del tribunale di Latina Roberto Amatore, ai curatori fallimentari Giancarlo Marafini, Francesco Caldiero e Francesco Cordopatri e al prefetto di Latina Antonio D’Acunto.

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