martedì 20 novembre 2012

Scuola e occupazione, le ragioni degli studenti

Gli studenti durante la protesta (Foto: Ginnetti)
Prosegue la mobilitazione degli studenti pontini almeno fino al prossimo 24 novembre, giorno in cui è in programma la grande manifestazione nazionale del personale scolastico indetta da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams e Snals. «Siamo qui, giorno e notte, da giovedì scorso - spiegano gli oltre 1.000 studenti del Marconi di Latina riuniti in assemblea - Non abbiamo interrotto la protesta neanche durante il weekend perché crediamo nel nostro futuro e, se si continuerà a tagliare in questo modo, la scuola pubblica rischia di sparire. Non vogliamo una scuola privata accessibile solo a studenti con alle spalle famiglie in grado di pagare rette salate, in questo istituto sono moltissimi gli studenti che non potrebbero permetterselo». «Non siamo contro la scuola ma per la scuola - hanno aggiunto gli studenti del Marconi - Siamo stufi di essere considerati, nell’immaginario dei paesi esteri, come degli ignoranti e crediamo sia arrivato il momento di reagire. Solo in questo modo l’istruzione pubblica potrà resistere e a tutti sarà data l’opportunità di avere una cultura di base da arricchire e migliorare negli anni futuri. Il nostro scopo non è quello di perdere le ore di scuola. In questi giorni, infatti, in collaborazione con i docenti si è deciso di organizzare delle attività di recupero. Vogliamo impedire che ci rubino il futuro». L’ondata di protesta, partita una settimana fa, nel giro di pochissime ore si è diffusa così velocemente da interessare praticamente tutti gli istituti superiori del capoluogo pontino (Grassi, Majorana, Alighieri, Marconi, Veneto, Salvemini, Mattei, Einaudi, Manzoni e San Benedetto). Dopo la grande manifestazione di sabato scorso a Latina alcune scuole hanno interrotto l’occupazione mentre altre hanno deciso di andare avanti. Intanto questa mattina l’occupazione vera e propria del liceo Classico Dante Alighieri di Latina è stata sciolta: dalle 9 alle 11 si è svolta un’assemblea degli studenti nella quale si è fatto il punto della situazione riguardo agli ultimi giorni con un confronto trasversale sulle esperienze dell’occupazione. «Il nostro obiettivo - spiegano gli studenti del liceo Classico - è quello di creare dal basso il modello di scuola ideale che rivendichiamo, attraverso una partecipazione diretta degli studenti, che richiede un impegno indubbiamente maggiore rispetto alla classica lezione frontale da parte di alunni e docenti, ma che dà una formazione qualitativamente migliore. Sciolta l’assemblea, ha fatto seguito un flash mob». «Dato il grande successo riscosso dalla nostra web radio http://peto007.caster.fm - hanno concluso gli studenti del Classico - si è deciso di portare avanti il progetto anche oltre l’occupazione. La perfetta riuscita della nostra occupazione non sta solo nella forza delle nostre idee, ma soprattutto nella grande comunità umana che siamo riusciti a creare».

1 commento:

  1. Ho seguito con molta attenzione le interviste rilasciate dagli studenti sulle motivazioni della loro protesta e, mi pare, siano due i motivi:gli studenti sono contro la scuola privata e protestano anche perchè nel futuro non vedono per loro nulla di buono.
    Per quanto riguarda il primo punto io penso che, mettendo in sana competizione la pubblica e la privata può avere effetti positivi sull'istruzione in generale, a patto però di chiudere i diplomifici e di vigilare sulle retribuzioni degli insegnanti che operano in quelle private. Il problema è di mettere tutti gli studenti nelle condizioni di scegliere il tipo di scuola da frequentare, pubblica o privata.E il sistema a mio avviso c'è.Siccome ogni alunno, dalla scuola primaria alle superiori, pesa sulla fiscalità generale attorno ai 7000 euro l'anno,sarebbe opportuno che lo Stato si accollasse la spesa della metà del costo per ogni alunno iscritto nella scuola privata, risparmiando così 3500 euro circa per alunno e attivando quella sana competizione tra pubblico e privato a tutto vantaggio della conoscenza e formazione degli studenti.
    La seconda motivazione esprime tutto il malessere di una generazione che,continuando così le cose, non vede all'orizzonte possibilità di inserimento sociale.
    Condivido appieno questo malessere.
    Ma quale proposta fanno gli studenti per uscire da questa situazione infernale?
    Di proposte vere non ne vedo.
    Ne vorrei suggerire una io:lottare per eliminare il numero chiuso all'università.Ogni università programma ogni anno i posti in previsione della richiesta del mercato del lavoro nazionale, dimenticando che il professionista che non trova lavoro in Italia può benissimo trovarlo in uno dei Paesi Europei.
    Ogni ragazzo ha una aspirazione per il proprio futuro: chi vuol diventare medico, chi avvocato, chi infermiere specializzato, chi fisioterapista ecc. ecc.
    Non entrando in posizione utile in graduatoria che dà l'accesso all'università, si trova disorientato, spesso rinuncia a tentare altre strade, a meno che non appartenga a famiglie facoltose,e si iscrive in una università in Spagna, in Romania, in Francia o altri Paesi il cui diploma di laurea è riconosciuto in tutta Europa,compresa l'Italia.
    Questo meccanismo tutto italiano sì che vi toglie il futuro, oltre al fatto che viene palesemente negato il vostro diritto allo studio.
    Qualcuno potrebbe obiettare che l'università deve essere riservata solo ai migliori. Ma voi pensate davvero che un quiz, basato su vero o falso, possa misurare la vostra preparazione?
    Ai miei tempi, compagni del liceo classico, studenti normalissimi, valutati all'esame di maturità tra il 6 e il 7,sono diventati ottimi medici, ottimi avvocati, ottimi professori.
    Perciò, cari ragazzi, è anche su questo che dovete puntare e farne un punto molto chiaro e qualificante della vostra lotta.
    In bocca al lupo....

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