giovedì 18 ottobre 2012

Sicurezza sui luoghi di lavoro e negli ambienti «confinati», il protocollo

Un momento della conferenza stampa
Per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, in particolar modo all’interno dei cosiddetti «ambienti confinati» (come ad esempio silos, cisterne, fogne, caldaie, navi, treni, vasche di fermentazione...), è necessario un costante impegno sia in formazione teorica, sia in formazione pratica. Al fine di ridurre il fenomeno degli infortuni Confindustria Latina, Prefettura di Latina, Inal e Asl Dipartimento prevenzione sul lavoro hanno quindi firmato il protocollo «Safety first - La sicurezza prima di tutto». Il documento è stato presentato mercoledì mattina durante una conferenza stampa alla quale erano presenti: il presidente degli industriali pontini Marini, il vicepresidente Traversa e il direttore generale Viceconte, il prefetto D’Acunto, il direttore regionale Inail Lazio Napolitano, il direttore provinciale Inail Romaniello, Sabatucci della Asl di Latina e l’ingegner Sbocchi, responsabile sicurezza Confindustria. A differenza delle altre realtà italiane, Latina ha deciso di rispondere agli adempimenti del Decreto legislativo numero 81 del 2008 e del recentissimo Decreto del presidente della Repubblica 177 del 2011 in modo innovativo: alle classiche lezioni in aula svolte dal personale Inail, seguirà infatti un vero e proprio esercizio pratico attraverso la unità mobile addestramento(Uma). Questo dispositivo sarà in grado di simulare situazioni di rischio per accessi verticali, orizzontali e in quota offrendo ai lavoratori la possibilità di sperimentare in prima persona una situazione di pericolo e verificare la propria abilità nel saperla affrontare. 
Il progetto dell'unità mobile addestrativa
«La formazione finalizzata alla prevenzione - ha spiegato il presidente degli industriali Marini - è ancora l’unica arma vincente che abbiamo per combattere la piaga degli incidenti sul lavoro. Le scorciatoie che scansano le procedure di sicurezza sono dannose per gli uomini prima di tutto, ma anche per la produttività perché, se il dipendente lavora male è anche meno efficiente». «Grazie a questo progetto saremo noi ad andare sui luoghi di lavoro - ha aggiunto il direttore regionale Inail Napolitano - Perché è nostro primo interesse fare il possibile per evitare di incontrare le famiglie delle vittime del cattivo lavoro. Siamo i primi in Italia ad aver pensato e attuato questo protocollo con un investimento di 200mila euro sulla formazione, un progetto che mira ad abbattere parte dei circa 2 miliardi di euro di costi sociali del Lazio. E’ inoltre doveroso ricordare che, quando c’è un decesso sul luogo di lavoro l’Inail anticipa la somma che spetta ai familiari, ma a pagare è sempre l’azienda in cui è avvenuta la tragedia. Sono ancora tanti gli infortuni che possono essere evitati: nell’ultimo anno a Latina sono avvenuti 4 infortuni mortali su un totale di 2.000». «L’analisi degli incidenti, purtroppo numerosi, rileva come i rischi ricadano, oltre che sui lavoratori direttamente interessati, anche su coloro che intervengono in soccorso - ha proseguito Sabatucci della Asl - Per questo motivo la legge richiede alle aziende chiamate ad operare negli ambienti confinati, molte delle quali in regime di appalto, di addestrare i propri lavoratori». «Un anno fa abbiamo firmato il primo protocollo sulla sicurezza con tutte le parti sociali e le associazioni datoriali – ha continuato il Prefetto di Latina D'Acunto – e questo attuale è il prosieguo di attività concrete finalizzate alla prevenzione, molto importante perché rappresenta un momento di partenariato molto importante per la nostra provincia». «Vogliamo rispondere a un'etica della sicurezza, che vada al di là della legge, ed è su questo che è basato il nostro progetto. Come indicato espressamente dalla legge – incalza l'ingegner Christian Sbocchi – un aspetto molto delicato dell'addestramento pratico è la necessità di erogare lo stesso a cura di 'persona esperta e sul luogo di lavoro', il che apre di fatto la problematica di poter disporre di un luogo di lavoro attrezzato in cui svolgere esercitazioni pratiche di simulazione della attività lavorative in 'ambienti confinati'. Ecco quindi l'idea di realizzare una Unità Mobile di Addestramento, una tracker che si sposterà sui luoghi per consentire l'addestramento degli addetti alla sicurezza, capace di conciliare tutte le esigenze finora descritte. E siamo orgogliosi di questo importante risultato poiché siamo l'unica Confindustria in Italia ad aver studiato questo sistema formativo innovativo». «Non dobbiamo dimenticarci – ha concluso il vicepresidente Traversa – che la sicurezza, a maggior ragione quando così ben strutturata e condivisa, è un driver economico per il nostro territorio e per le nostre imprese, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale».
(Fonte: Quotidiano La Provincia)

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